sabato 30 aprile 2011

196 - BEATI QUELLI CHE HANNO CREDUTO - 01 Maggio 2011 – Seconda domenica di Pasqua (Atti 2,42-47 1ª Pietro 1,3-9 Giovanni 20,19-31)

“Nel vangelo d’oggi c’è un cenacolo e una porta chiusa. Una porta chiusa per timore di qualcuno è storia di tutti i giorni, anticipata nel servo della parabola che sotterra il talento per paura di perderlo. Per fortuna che al Signore non importa nulla dei nostri catenacci, ed esce ed entra come vuole con la sua carità. Egli cammina o si ferma, opera o riposa, parla o tace, senza badare ai nostri timori. Il Signore mostra di non offendersi dell’incredulità di Tommaso, ma ne fa anzi un argomento per la nostra fede. Non è vero che al Signore dispiacciono certe resistenze. Quando sono resistenze ragionevoli, quando è l’uomo leale, l’uomo onesto, che, prima di affidarsi a un altro, prova se può fare da sé, il Signore non può essere malcontento. Basta approfondire un po’ l’episodio di Tommaso. È vero che egli si è mostrato contegnoso e renitente, e che prima di gridare: “Signore mio e Dio mio”, ha voluto essere sicuro della piccola garanzia che offrono i sensi, ma, adesso, il Signore sa che può contare su di lui più che sugli altri, che quel grido è un credo che verrà continuato anche davanti al martirio. Tipi come Tommaso ci mettono un po’ ad inginocchiarsi, ma, quando si inginocchiano, si inginocchiano veramente, quando amano, amano veramente. Quando Tommaso si offre, è un uomo che si offre. E se china la sua testa davanti a lui, è una testa d’uomo che di china. Così comincia l’adorazione ‘in spirito e verità’” (Primo Mazzolari, La parola che non passa).
Preghiera - Non è facile venire alla fede, Gesù: ognuno ha un suo percorso particolare che deve compiere portando alla luce gli interrogativi e le domande che si porta dentro e cercando, senza stancarsi, una risposta.
La gioia degli altri apostoli che ti incontrano vivo, risorto dalla morte, contrasta in modo evidente con le richieste di Tommaso. Tommaso non può accontentarsi di quello che gli riferiscono gli altri: è stato troppo grande il dolore per quello che ti è accaduto e ora non vuole affrontare una cocente delusione. Tommaso ha bisogno, Gesù, di vedere e di toccare, di mettere il suo dito nel segno dei chiodi, di mettere la sua mano nel tuo fianco squarciato dalla lancia. Tommaso, l’incredulo, è tuttavia lo stesso che dà voce alla prima professione di fede, colui che ti accoglie e ti dichiara come il suo Signore e il suo Dio.
Gesù, accompagna tutti noi che, senza aver visto, siamo approdati alla fede in te, risorto da morte. Donaci di affidarti la nostra esistenza per avere la vita nel tuo nome.
TRE FATTI ILLUMINANO QUESTA GIORNATA
1)Inizio del Mese di Maggio
, tradizionalmente dedicato a Maria, nostra Madre. Perchè non recitare per tutto il mese un rosario o, almeno, una o più decine insieme … in famiglia? Sarebbe un bel segno pasquale! Ogni giorno sul blog aggiungeremo una breve preghiera o riflessione sulla Madonna.
Preghiera a Maria – “Quando vedesti il tuo Figlio risorto dalla tomba, il terzo giorno, Sposa di Dio, Vergine santissima, cessò tutto il dolore che come madre avevi patito nel vederlo soffrire. Fosti piena di gioia, assieme ai discepoli che, con te, inneggiavano a Lui. Risplendi, risplendi, nuova Gerusalemme, poiché la gloria del Signore è sorta sopra di te; e tu rallegrati, o pura madre di Dio.” ( Liturgia bizantina) Intercedi per noi, o Vergine santa, la tua fede che sa obbedire senza chiedere segni o ragioni, e, quando tutto sembra finito, sa attendere il rinascere della vita. Amen.
2)La Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, dono di Dio alla sua Chiesa e al mondo per l’esempio di una vita pienamente dedicata al Regno.
3)La festa del lavoro - Alcune dimensioni fondamentali del lavoro:
* una necessità per poter vivere, una necessità per sé e per la propria famiglia che spesso porta fatica e sudore;
* il luogo della realizzazione della persona, delle sue capacità e potenzialità;
* il momento primario di servizio alla società civile, luogo dove si manifesta l’utilità sociale dell’impegno di ciascuna persona;
* un luogo di solidarietà e uno strumento per la crescita della solidarietà sociale;
* in un ottica cristiana il lavoro va collocato nella prospettiva del Regno. Ciò significa anzitutto ripartire dalla scoperta che Dio “lavora” per l’uomo e per il suo bene: all’inizio sta sempre l’iniziativa di Dio, la sua promessa, la sua benedizione. Il lavoro umano pertanto non è attività fine a se stessa o solo dovere, ma simbolo del lavoro creativo di Dio e della sua benedizione. Se c’è una continua cura da parte di Dio sull’uomo e sul mondo, la vita quotidiana viene rivalutata e acquista il suo vero significato. Ma la prospettiva del Regno comporta anche che azione e contemplazione, lavoro e riposo siano due dimensione irriducibili, non contrapposte ma complementari della vita del cristiano. Lavoro e riposo sono il segno dell’immagine di Dio: l’uomo assomiglia a Dio nelle sue prerogative fondamentali, appunto lavoro e riposo.
“O Dio, che nella tua provvidenza hai chiamato l’uomo a cooperare con il lavoro al disegno della creazione, fa’ che per l’intercessione e l’esempio di San Giuseppe siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi, e riceviamo la ricompensa che ci prometti. Amen.”

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