venerdì 27 novembre 2009

35 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 10

Elementi comuni a tutte le forme d’amore: conoscenza.
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Non è possibile rispettare una persona senza conoscerla: la cura e la responsabilità sarebbero cieche, se non fossero guidate dalla conoscenza. Conoscere sarebbe una parola vuota se non fosse animata dall’interesse. Ci sono molti gradi di conoscenza; il conoscere, in quanto aspetto dell’amore, non si ferma alla superficie, ma penetra nell’intimo. È possibile solo se riesco ad annullarmi, a vedere l’altro quale veramente è. Posso capire, ad esempio, se una persona è adirata, anche se non lo dimostra apertamente, ma se la conosco a fondo, mi accorgo che è ansiosa e preoccupata, che si sente sola, che ha un senso di colpa. Allora mi rendo conto che la sua ira altro non è che la manifestazione di qualcosa di più profondo, e l’ansia, manifestazione di sofferenza, e non di collera.
Il conoscere è intimamente legato al problema dell’amore. Il bisogno di fondersi con l’altro essere, per superare la barriera dell’isolamento, è legato a un altro bisogno tipicamente umano: quello di penetrare “il segreto dell’uomo”. Mentre la vita, nel suo aspetto strettamente biologico, è un mistero, l’uomo, nel suo aspetto umano, è un abisso insondabile, sia per se stesso che per tutti i suoi simili.
Noi crediamo di conoscerci, eppure, nonostante i nostri sforzi, non ci conosciamo affatto; crediamo di conoscere i nostri simili, eppure non li conosciamo, perché noi non siamo un oggetto, e neppure i nostri simili lo sono. Più penetriamo nel nostro intimo, o nell’intimo di un altro essere, più la mèta ci sfugge. Eppure non possiamo fare a meno di desiderare di penetrare nel segreto dell’animo umano, nel suo più profondo nucleo.
La via per conoscere “il segreto”, è l’amore. Amore è penetrazione attiva dell’altra persona, nella quale il mio desiderio di conoscere è placato dall’unione. Nell’atto della fusione io la conosco, conosco me stesso, conosco tutti, e non conosco niente. Conosco nell’unica maniera possibile per l’uomo: attraverso l’esperienza dell’unione, non attraverso l’esperienza del pensiero. L’amore è l’unico mezzo per conoscere, poiché nell’atto dell’unione è la risposta alla mia domanda. Nell’altro essere trovo me stesso, scopro me stesso, scopro tutti e due, scopro l’uomo.
Il desiderio di conoscere noi stessi e i nostri simili è stato espresso nel motto delfico: “Conosci te stesso”. È l’origine di tutta la psicologia. Ma poiché il desiderio è di conoscere tutto dell’uomo, il suo segreto più intimo, questo desiderio non può essere soddisfatto in modo banale, superficiale. Anche se ci conoscessimo mille volte meglio non arriveremmo mai fino in fondo. Continueremmo a restare un enigma per noi stessi così come i nostri simili resterebbero un enigma per noi. L’unico modo per conoscere profondamente un essere è l’atto di amore; questo atto supera il pensiero, supera le parole. È il tuffo ardito nell’esperienza dell’unione. Ma, per conoscere pienamente nell’atto d’amore, devo conoscere psicologicamente la persona amata e me stesso, obbiettivamente, devo vederla qual è in realtà, abbandonare le illusioni, il quadro contorto che ho di lei. Solo conoscendo obbiettivamente un essere umano, sono in grado di penetrare l’essenza più profonda nell’atto d’amore.

martedì 17 novembre 2009

34 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 9

Elementi comuni a tutte le forme d’amore: rispetto.
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La responsabilità sopra ricordata, potrebbe facilmente deteriorarsi nel dominio e nel senso di possesso, se non fosse per una terza componente dell’amore: il rispetto. Rispetto non è timore né terrore; esso denota, nel vero senso della parola (respicere = guardare), la capacità di vedere una persona com’è, di conoscerne la vera individualità. Rispetto significa desiderare che l’altra persona cresca e si sviluppi per quello che è. Il rispetto, perciò, esclude lo sfruttamento; voglio che la persona amata cresca e si sviluppi secondo i suoi desideri, secondo i suoi mezzi, e non allo scopo di servirmi. Se io amo questa persona, mi sento uno con lei, ma con lei così com’è, e non come dovrebbe essere per adattarsi a me. È chiaro che il rispetto è possibile solo se ho raggiunto l’indipendenza; se posso stare in piedi o camminare senza bisogno di grucce, senza dover dominare o sfruttare nessuno. Il rispetto esiste solo sulle basi della libertà: “l’amore è figlio della libertà” come dice una vecchia canzone francese; l’amore è figlio della libertà, mai del dominio.

venerdì 13 novembre 2009

33 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 8

Elementi comuni a tutte le forme d’amore: responsabilità.

Oggi, per responsabilità spesso s’intende il dovere, qualche cosa che ci è imposto dal di fuori. Ma responsabilità, nel vero senso della parola, è un atto strettamente volontario; è la mia risposta al bisogno, espresso o inespresso, di un altro essere umano. Essere “responsabile” significa essere pronti e capaci di “rispondere”. Giona non si sentiva responsabile degli abitanti di Ninive. Egli, come Caino, poteva domandare: “Sono il custode di mio fratello?”. La persona che ama risponde. La vita di suo fratello non è solo affare di suo fratello, ma suo. Si sente responsabile dei suoi simili, così come si sente responsabile di se stesso. Questa responsabilità, nel caso della madre e del bambino, si riferisce soprattutto alle cure materiali; nell’amore tra adulti, si riferisce principalmente ai bisogni psichici dell’altra persona.

martedì 10 novembre 2009

32 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 7

Elementi comuni a tutte le forme d’amore: premura.
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L’amore è premura soprattutto nell’amore della madre per il bambino. Noi non avremmo nessuna prova di questo amore se la vedessimo trascurare il suo piccolo, se lei tralasciasse di nutrirlo, lavarlo, curarlo; e restiamo colpiti dal suo amore se la vediamo assistere il suo bambino. Non c’è differenza anche nell’amore per gli animali o per i fiori. Se una donna ci dicesse di amare i fiori, e noi la vedessimo dimenticare di innaffiarli, non crederemmo nel suo “amore” per i fiori. “Amore è interesse attivo per la vita e la crescita di ciò che amiamo”. Là dove manca questo interesse, non esiste amore. Questo concetto è stato magnificamente descritto nel libro di Giona. Dio ha detto a Giona di andare a Ninive ad avvisare gli abitanti che essi saranno puniti, a meno che non riparino i loro peccati. Giona sfugge la sua missione perché teme che il popolo di Ninive si penta e che Dio lo perdoni. È un uomo dotato di un forte senso dell’ordine e della legalità, ma privo di amore. Tuttavia, nel suo tentativo di fuga, si ritrova nel ventre di una balena, simbolizzando lo stato d’isolamento e cattività al quale la sua mancanza di amore e di solidarietà l’hanno portato. Dio lo salva, e Giona va a Ninive. Predica ai suoi abitanti come Dio gli ha detto, e la cosa che temeva accade. Gli uomini di Ninive si pentono dei loro peccati, riparano ognuno a modo suo, e Dio li perdona e decide di non distruggere la città. Giona è deluso e amareggiato; lui voleva “giustizia”, e non pietà. Alla fine trova un po’ di conforto all’ombra di una pianta che Dio ha fatto crescere per proteggerlo dal sole. Ma quando Dio fa dissecare la pianta, Giona è depresso e si lamenta rabbiosamente con Dio. Dio risponde: “Tu hai avuto pietà sotto la pianta per la cui crescita tu non hai lavorato; essa è cresciuta in una notte, ed è morta in una notte. E io non dovrei risparmiare Ninive, la grande città, nella quale vivono più di centoventimila abitanti che non sanno distinguere la mano destra da quella sinistra?”. La risposta di Dio a Giona deve essere intesa simbolicamente. Dio spiega a Giona che l’essenza dell’amore è “lavorare” per qualche cosa, “fare crescere qualche cosa”, che amore e lavoro sono inseparabili. Si ama ciò per cui si lavora, e si lavora per ciò che si ama.

giovedì 5 novembre 2009

31 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 6

Che cosa dà una persona all’altra?

Dà se stessa, ciò che possiede di più prezioso, dà una parte della sua vita. Ciò non significa necessariamente che essa sacrifichi la sua vita per l’altra, ma che le dà ciò che di più vivo ha in sé; le dà la propria gioia, il proprio interesse, il proprio umorismo, la propria tristezza, tutte le espressioni e manifestazioni di ciò che ha di più vitale. In questo dono di se stessa, essa arricchisce l’altra persona, sublima il senso di vivere dell’altro sublimando il proprio. Non dà per ricevere; dare è in se stesso una gioia squisita. Ma nel dare non può evitare di portare qualche cosa alla vita dell’altra persona, e colui che riceve si riflette in essa; nel dare con generosità, non può evitare di ricevere ciò che le viene dato di ritorno. Dare significa fare anche dell’altra persona un essere che dà, e entrambi dividono la gioia di sentirsi vivi. Nell’atto di dare qualcosa nasce, e un senso di mutua gratitudine per la vita che è nata in loro unisce entrambi. Ciò significa che l’amore è una forza che produce amore; l’impotenza è incapacità di produrre amore. Se amate senza suscitare amore, vale a dire, se il vostro amore non produce amore, se attraverso l’espressione di vita di persona amante voi non diventate una persona amata, allora il vostro amore è impotente. Ma non soltanto in amore dare significa ricevere. L’insegnante impara dai suoi discepoli, l’attore è stimolato dal suo pubblico, lo psicanalista è curato dal paziente (ammesso che essi non si trattino reciprocamente come oggetti ma comunichino tra loro in modo genuino e produttivo).
È inutile sostenere che sentire l’amore come un atto di dare dipende dal carattere dell’individuo. Al contrario, presuppone la conquista di una posizione prevalentemente produttiva; in quest’orientamento l’individuo ha vinto l’indipendenza, l’onnipotenza narcisista, il desiderio si sfruttare gli altri o di tesaurizzare, e ha tratto la fede nei propri poteri umani, il coraggio da fare assegnamento nel conseguimento delle proprie mète. Nella misura in cui queste qualità mancano, egli ha paura di dare se stesso, e quindi di amare.

lunedì 2 novembre 2009

30 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 5

Amare è un sentimento attivo: è dare.
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L’amore è un sentimento attivo, non passivo; è una conquista, non una resa. Il suo carattere attivo può essere sintetizzato nel concetto che amore è soprattutto “dare” e non ricevere. Che cosa significa dare? La risposta sembra semplice, ma in realtà è piena di ambiguità e di complicazioni. Il malinteso più comune è che dare significhi “cedere” qualcosa, essere privati, sacrificare. La persona il cui carattere non si è sviluppato oltre la fase ricettiva ed esplorativa, sente l’atto di dare in questo modo. Il “tipo commerciale” è disposto a dare, ma solo in cambio di ciò che riceve; dare senza ricevere, per lui significa essere ingannato. La gente arida sente il dare come un impoverimento. La maggior parte degli individui di questo tipo, di solito si rifiuta di dare. Alcuni trasformano in sacrificio l’atto di dare. Sentono che solo per il fatto che è penoso dare, si dovrebbe dare; la virtù, per loro, sta nell’accettare il sacrificio. Per loro, la regola che è meglio dare anziché ricevere significa che è meglio soffrire la privazione piuttosto che provare la gioia.
Per la persona attiva, dare ha un senso complementare diverso. Dare è la più alta espressione di potenza. Nello stesso atto di dare, io provo la mia forza, la mia ricchezza, il mio potere. Questa sensazione di vitalità e di potenza mi riempie di gioia. Mi sento traboccante di vita e di felicità. Dare dà più gioia che ricevere, non perché è privazione, ma perché in quell’atto mi sento vivo.

giovedì 29 ottobre 2009

29 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 4

L’amore è un’arte…
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Questo atteggiamento – che niente è più facile che amare – ha continuato a essere il concetto prevalente sull’amore, nonostante l’enorme evidenza del contrario. Non vi è impresa o attività che sia iniziata con simili speranze e illusioni, e che tuttavia cada così regolarmente, come l’amore. Se ciò avvenisse per qualsiasi altra attività si sarebbe impazienti di conoscere le ragioni del fallimento, o d’imparare a comportarsi meglio, oppure si abbandonerebbe quell’attività. Ma l’ultima ipotesi è improbabile, in materia d’amore; soltanto un mezzo sembra esista per evitare il fallimento del proprio amore; esaminare le ragioni e studiare il significato della parola ”amore”.
Il primo passo è di convincersi che l’amore è un’arte così come la vita è un’arte: se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte, come la musica, la pittura, oppure la medicina o l’ingegneria. Quali sono i passi necessari per imparare un’arte? Possiamo dividerne il processo in due parti: teoria e pratica. Per l’arte della medicina, prima devo conoscere il corpo umano e la patologia. In possesso di questa conoscenza teorica, posso diventare un maestro solo dopo una gran pratica, finché i risultati della mia scienza e i risultati della pratica non siano fusi in uno: il mio intuito, l’essenza della padronanza di qualsiasi arte. Ma, oltre a conoscere teoria e pratica, c’è un terzo fattore necessario per diventare maestro in qualunque arte: non deve esserci al mondo nient’altro di più importante. Questo vale per la musica, per la medicina, per l’amore. E forse, qui sta la risposta alla domanda perché la nostra civiltà cerca così raramente d’imparare quest’arte, a onta dei suoi fallimenti; nonostante la ricerca disperata d’amore, tutto il resto viene considerato più importante: successo, prestigio, denaro, potere; quasi ogni nostra energia è usata per raggiungere questi scopi, e quasi nessuna per conoscere l’arte dell’amore.
Può darsi che solo queste cose siano considerate degne di essere apprese da chiunque voglia guadagnare denaro e prestigio, e per l’amore giovi “solo” all’anima e sia un lusso, richiedendo spreco di energia.

martedì 27 ottobre 2009

28 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 3

Perché si crede che non ci sia nulla da imparare in materia d’amore?
È la confusione tra l’esperienza iniziale d’innamorarsi e lo stato permanente di essere innamorati. Se due persone che erano estranee lasciano improvvisamente cadere la parete che le divideva, e si sentono vicine, unite, questo attimo di unione è una delle emozioni più eccitanti della vita. È ancora più meravigliosa e miracolosa per chi è vissuto solo, isolato, senza affetti. Il miracolo di questa intimità improvvisa è spesso facilitato se coincide, o se inizia, con l’attrazione sessuale. Tuttavia, questo tipo d’amore è per la sua stessa natura un amore non duraturo. Via via che due soggetti diventano bene affiatati, la loro intimità perde sempre di più il suo carattere miracoloso, finché il loro antagonismo, i loro screzi, la reciproca sopportazione uccidono ciò che resta dell’eccitamento iniziale. Eppure, all’inizio, essi non sanno questo; scambiano l’intensità dell’infatuazione, il folle amore che li lega, per la prova dell’intensità del loro sentimento, mentre potrebbe solo provare l’intensità della loro solitudine.

venerdì 23 ottobre 2009

27 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 2

Perché si crede che non ci sia nulla da imparare in materia d’amore?
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È la supposizione che il problema dell’amore sia il problema di un oggetto, e non il problema di una facoltà. La gente ritiene che amare sia semplice, ma che trovare il vero soggetto da amare, o dal quale essere amati, sia difficile. Strettamente legata a questa idea è una caratteristica della civiltà contemporanea, basata sul desiderio di comperare, sull’idea di uno scambio proficuo. La felicità dell’uomo moderno consiste nell’emozione di guardare vetrine e negozi, di acquistare tutto ciò che può permettersi, sia a contanti che a rate. Egli (o ella) guarda la gente nello stesso modo. Per un uomo, una ragazza attraente, e per una donna, un uomo attraente, sono gli oggetti della loro ricerca. “Attrattiva” generalmente significa un simpatico complesso di qualità desiderabili. Ma ciò che in particolare rende attraente una persona, tanto fisicamente che mentalmente, dipende dalla moda del tempo. Due persone si innamorano, certe di aver trovato sul mercato l’oggetto migliore e più conveniente, considerando i limiti dei loro valori di scambio. Spesso, come nella compravendita, le possibilità nascoste che possono essere sviluppate giocano un ruolo considerevole in questo contratto. In una civiltà in cui prevalgono gli orientamenti commerciali e in cui il successo materiale è il valore predominante, c’è poco da sorprendersi se i rapporti d’amore seguono lo stesso modello di “scambio” che regola la vita pratica.

lunedì 19 ottobre 2009

26 - CONOSCERE PER CAPIRSI N. 1

Perché si crede che non ci sia nulla da imparare in materia d’amore?

La maggior parte della gente ritiene che amore significhi “essere amati”, anziché amare; di conseguenza, per loro il problema è come farsi amare, come rendersi amabili, e per raggiungere questo scopo seguono parecchie strade. Una, preferita soprattutto dagli uomini, consiste nell’avere successo, nell’essere ricchi e potenti quanto lo possa permettere il livello della loro posizione sociale. Un’altra, seguita particolarmente dalle donne, è di rendersi attraenti, coltivando la bellezza, il modo di vestire, ecc. Una terza via, seguita da uomini e donne, è di acquisire modi affabili, di tenere conversazioni interessanti, di essere utili, modesti, inoffensivi. Molti dei modi per rendersi amabili sono gli stessi impiegati per raggiungere il successo, per “conquistare gli amici” e la gente importante. Come dato di fatto, quel che la gente intende per “essere amabili”, è essenzialmente un insieme di qualità.

lunedì 12 ottobre 2009

25 - 12 OTTOBRE 1997 BEATIFICAZIONE DI PADRE GIOVANNI BATTISTA PIAMARTA

Papa Giovanni Paolo II lo ha proclamato Beato il 12 ottobre 1997. Questo il suo discorso: "Padre Piamarta, seguendo l’esempio di Cristo, seppe portare tanti fanciulli e giovani ad incontrare lo sguardo amoroso ed esigente del Signore. Quanti, grazie alla sua opera pastorale, poterono avviarsi con gioia nella vita, avendo appreso un mestiere e soprattutto avendo potuto incontrare Gesù ed il suo messaggio di salvezza! L’opera apostolica del novello Beato è poliedrica ed abbraccia molti campi del vivere sociale: dal mondo del lavoro a quello agricolo, dall’educazione scolastica al settore dell’editoria. Egli ha lasciato una grande impronta di sé nella Diocesi di Brescia e nell’intera Chiesa. Dove questo straordinario uomo di Dio attingeva l’energia sufficiente per la sua molteplice attività? La risposta è chiara: la preghiera assidua e fervorosa era la sorgente dell’ardore apostolico instancabile e dell’attrattiva benefica che esercitava su tutti coloro che avvicinava".
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Padre Piamarta (1841-1913) è rimasto orfano di mamma a 9 anni. Nella sua vita ha sempre cercato di essere famiglia per i ragazzi che non l'avevano e li ha aiutati a credere nella vita sviluppando le proprie capacità attraverso l'educazione e la scuola.

24 - COME UTILIZZARE L’ALFABETO DELL’AMORE!

1. Leggere insieme una lettera alla settimana e cercare insieme come concretizzarlo nella propria vita familiare.
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2. Giocare con i propri nomi! Esempio: Angelo Loredana
Lettere comuni: ALNEO
Lettere proprie del marito: G
Lettere proprie della moglie:RD
Leggere insieme prima le lettere in comune poi quelle proprie. Non avere fretta di leggere tutte le lettere … servono vari incontri.
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3. Si inizia come sopra (n° 2) … solo che, dopo aver trovato le lettere si cercano personalmente gli aggettivi che qualificano la propria vita di coppia e si giustifica all’altro/a le scelte fatte. Poi insieme si leggono gli aggettivi del blog.
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4. Ognuno si mette davanti alle lettere dell’alfabeto e scrive il proprio alfabeto. Poi lo si confronta con quello dell’altro/a. Infine si vede quello pubblicato sul blog … e si cerca una sintesi. E’ un lavoro che può durare vari mesi.
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5. Ognuno sceglie tra gli aggettivi proposti nel blog quello che meglio qualifica ed il più mancante la propria storia di coppia. Si vanno a leggere i quattro aggettivi e si apre un confronto per migliorare il proprio rapporto.
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6. Ogni coppia può trovare il suo modo di giocare con questo alfabeto!

martedì 22 settembre 2009

23 - L'ALFABETO DELLA VITA

Z
zeppo

‘‘Chi ama è paziente e generoso. Chi ama non è invidioso, non si vanta, non si gonfia di orgoglio. Chi ama è rispettoso, non cerca il proprio interesse, non cede alla collera, dimentica i torti. Chi ama non gode dell’ingiustizia, la verità è la sua gioia. Chi ama tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza” (1a Cr 13,4-7).

La fibra più dura si scioglie al fuoco dell’amore. Se non si scioglie vuol dire che l’amore non è forte abbastanza. A volte scopro che il mio intimo è come un posto irto di aghi e di spilli.
Come accogliere l’altro se non si può riposare pienamente?
Un cuore agitato di preoccupazioni, di rabbia e di gelosia, causa ferite a chi vi entra. Devo creare in me spazi liberi per invitare l’altro a entrare e riposare. Ciò significa una interiorità dolce, un cuore di carne, una bocca zeppa di miele, una mente sovraccarica di bontà, una volontà dove si possa camminare a piedi nudi. Spesse volte non costa nulla essere gentili e molto si riceve in cambio.

22 - l'ALFABETO DELL'AMORE

V
visibile


‘‘Gli occhi sono come lampada per il corpo; se i tuoi occhi sono buoni, tu sarai totalmente nella luce” (Mt 6,22). “Dio nessuno l’ha mai visto. Però se ci amiamo gli uni gli altri, egli è presente in noi, e il suo amore è veramente perfetto in noi” (1a Gv 4,12).
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Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.
Chi ama non può non dimostrarlo. Ma, a diversità dell’adolescente, l’adulto dovrebbe sapere andare alla fonte di queste attenzioni d’amore. Solo quando questi due sforzi (il mio dimostrarti visibilmente amore e il tuo saper scoprire ciò che si nasconde dietro) entrano in dialogo permanente… tutto diventa più semplice. Dove non arrivi tu arrivo io, e dove non arrivo io arrivi tu.
Tu mi ricorderai la data del nostro matrimonio ed io, anche se mi troverò senza fiori perché i negozi sono chiusi, saprò tirar fuori dal “mio giardino” la sorpresa più bella.
Dà più soddisfazione dipingere un quadro che averlo già fatto. L’amore sta nel non considerare terminato il quadro cioè nel non dare per scontato un amore, che invece richiede sempre continui investimenti di pensieri, di affetti, di segni.
Non dimentichiamo che quando l’amato ride tocca a lui svelarmi la ragione della sua gioia, ma quando piange tocca a me scoprire la causa del suo dolore.

21 - L'ALFABETO DELL'AMORE

U
universale


‘‘Se uno dice “Io amo Dio” e poi odia suo fratello, è bugiardo… Se uno non ama il prossimo che si vede, certo non può amare Dio che non si vede” (1a Gv 4,20). “Non ha più importanza essere Greci o Ebrei, circoncisi o no, barbari o selvaggi, schiavi o liberi: ciò che importa è Cristo e la sua presenza in tutti noi… Al di sopra di tutto ci sia sempre l’amore, perché è soltanto l’amore che tiene perfettamente uniti” (Col 3,11.14).

Se una persona ama solo un’altra persona ed è indifferente nei confronti dei suoi simili, il suo non è amore, ma un attaccamento simbiotico dove l’interesse personale, spesso egocentrico, sta alla base del suo comportamento.
Tanti credono che sia prova della intensità del loro amore il fatto di non amare nessuno tranne la persona “amata”. Tutto ciò è vero per le persone che ritengono che il problema dell’amore sia un problema di un oggetto e non di una facoltà.
Normalmente si ritiene che amare sia semplice, ma che trovare il vero soggetto da amare, o dal quale essere amati, è difficile. È come quell’uomo che vuole dipingere ma che, anziché imparare l’arte, sostiene che deve solo aspettare l’oggetto adatto e che dopo dipingerà meravigliosamente.
Chi ama veramente una persona, ama il mondo, ama la vita. Se posso dire a un altro “ti amo” devo essere in grado di dire “amo tutto in te”, “amo il mondo attraverso te”, “amo te attraverso me stesso”.
Troppe volte l’amore coniugale muore perché è senza aria, senza respiro; le finestre e le porte sono chiuse e la piantina dell’amore si autoconsuma e muore. Il mio amore riempie unicamente il tuo cuore, si dona tutto a te ma non si ferma perché attraverso di te si riversa su ogni persona che incontri e inonda il mondo intero.
Come un vaso zeppo di un preziosissimo profumo riversa naturalmente verso gli altri ciò che ancora riceve, così il tuo amore attraverso di me si espande su ogni persona.
Solo in questo modo i nostri quotidiani gesti d’amore diventano un romanzo d’amore che merita di essere messo nella storia dell’umanità.

20 - L'ALFABETO DELL'AMORE

T
totale


‘‘Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). “Ama il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze… Ama il tuo prossimo come te stesso” (Mt 22,37.39).

Siamo molto abituati a sezionare le persone. Il naso sì, le orecchie no; l’occhio sinistro sì, il destro no; guarda che capelli; mamma… che brutto carattere!
L’amato va accolto nella sua totalità e a lui mi devo donare totalmente. Se per caso mi fosse concesso di amare una persona escludendo una piccola parte di me stesso… quante volte al giorno sposterei il confine di questo non amore?!
Solo quando due persone si donano con totalità nasce la nuova unità d’amore. Il sapere che l’altro è in cammino con me verso l’amore con tutto il suo tempo, con tutte le sue energie e capacità, mi dà serenità perché non devo cercare il “momento giusto” per dirgli “ti amo”, né devo fare anticamera per chiarire un problema e tantomeno devo fissare un appuntamento se ho voglia di sfogarmi. L’amato diventa il signore di tutta la mia vita che trova in lui fecondità, amore e rispetto.

19 - L'ALFABETO DELL'AMORE

S
sensibile


‘‘Qualsiasi altro peccato che l’uomo commette resta esterno al suo corpo; ma chi si dà all’immoralità pecca contro se stesso. Dovete sapere che voi stessi siete il tempio dello Spirito Santo” (1a Cr 6,18s). “L’uomo sappia donarsi alla propria moglie, e così pure la moglie si doni al proprio marito” (1a Cr 7,3).

Il sesso è una parte importante del mondo sensibile personale. Quando voglio fare una poesia d’amore devo conoscere bene tutte le parti del discorso per non correre il pericolo di banalizzare quel fantastico “ti amo”.

lunedì 21 settembre 2009

18 - L'ALFABETO DELL'AMORE

R
riconciliante

‘‘Se stai portando la tua offerta all’altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì l’offerta davanti all’altare e vai a far pace con tuo fratello, poi torna e presenta la tua offerta” (Mt 5,23s) “E se vi arrabbiate, attenti a non peccare; la vostra ira sia spenta prima del tramonto del sole” (Ef 4,26).

Per ricominciare devo riconciliarmi (spesso anche una buona confessione serve a dare respiro all’amore coniugale!). Chiedere scusa e perdonare sono caratteristiche quotidiane dell’amore.
Per riconciliarmi non devo misurare l’altro con il mio metro perché corro il pericolo di mettergli addosso il mio vestito che, quasi certamente, è o troppo largo o troppo stretto. L’amore dà ragione a chi fa il primo passo.

17 - L'ALFABETO DELL'AMORE

Q
quotidiano

‘‘Dio fa tendere ogni cosa al bene di quelli che lo amano” (Rom 8,28). “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia… Non affannatevi per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” (Mt 6,33s).

Per misurare la capacità di amare di una persona, non bisogna guardarla nelle grandi occasioni, ma nella vita quotidiana.
Il quotidiano è ciò che trasforma gli atti d’amore in virtù, la quale sa mettere un freno alle mie pretese. Desiderare è una cosa, pretendere è un’altra. Uno apporta speranza, l’altro può arrecare dolore. È vivendo come dono ognuno dei 1440 minuti di cui è fatta una giornata e ognuno dei 365 giorni di cui è fatto un anno che la mia vita diventa inno d’amore.
Basta un istante per fare un eroe; ma occorre tutta una vita per fare un uomo che sa amare.

16 - L'ALFABETO DELL'AMORE

P
paziente


‘‘Siate… allegri nella speranza, pazienti nelle tribolazioni, perseveranti nella preghiera… Se è possibile, per quanto dipende da voi vivete in pace con tutti” (Rom 12,12.18).

Stufo di attendere, il bimbo incominciò ogni mattina a dare un piccolo strappo al germoglio nato da nove giorni. Voleva aiutarlo a crescere. Ma al settimo strappo gli rimase in mano la piantina. Si mise a piangere ma era troppo tardi!
La pazienza sviluppa la capacità di vedere l’altro com’è, conoscendone la sua vera individualità e di desiderare che cresca e si sviluppi per quello che è. (Continua alla lettera R).

sabato 19 settembre 2009

15 - L'ALFABETO DELL'AMORE

O
orante

‘‘Pregate sempre, senza stancarvi mai” (Lc 18,1). ‘‘Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio’‘ (Lc 18,27).
‘‘Chiedete e riceverete! Cercate e troverete! Bussate e la porta vi sarà aperta" (Lc 11,9).
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La natura umana esce sconvolta dal peccato originale. Dal "homo homini frater" del paradiso terrestre si passa all’ ‘‘homo homini lupus" del mondo; dal ‘‘diliges proximum tuum sicut teips um” (Lv 19,18; Mc 12,31) come legge fondamentale della creazione, si passa al “mors tua, vita mea” di tanti comportamenti pseudo-umani. L’amore è impossibile alla persona umana, ma nulla è impossibile a Dio-Amore. Ogni giorno nella preghiera devo chiedere con insistenza a Lui di donarmi il suo Spirito che mi fa capace d'amare.

venerdì 18 settembre 2009

14 - L'ALFABETO DELL'AMORE

N
nuovo

‘‘Io vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Amatevi come io vi ho amato! Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli se vi amate gli uni gli altri’‘ (Gv 13,34s).

Quando si ama profondamente una persona, non si arriva mai ad abituarvisi. Ogni gesto fatto con amore e accolto nell’ amore è sempre nuovo. Dare per scontato anche la più quotidiana delle azioni è scambiare l’amato come sopramobile o animale domestico, è permettere alla noia di entrare in casa nostra: quando ciò avviene, presto o tardi, se ne va l’amore.
Non è normale aver lasciato un paio di calzini sporchi e trovarli puliti nel cassetto; ma quante volte mi dimentico di dire ‘‘grazie”!

13 - L'ALFABETO DELL'AMORE

M
misericordioso
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‘‘Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre nostro che è nei cieli ... Con la stessa misura con cui voi trattate gli altri Dio tratterà voi’‘. (Lc 6,36 -38).
‘‘Non rendete a nessuno male per male. Preoccupatevi di fare il bene dinnanzi a tutti ‘‘ (Rom 12,17).
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Se ci potessimo affacciare alla soglia della coscienza degli altri, e ci apparissero nude le loro anime, le nostre beghe, i nostri rancori si scioglierebbero in una immensa pietà. L’amore per essere un’eterna primavera ha un segreto: viverlo come una gara in cui ciascuno vuole arrivare per primo. Quando uno dei due sbaglia, è l’altro che se ne assume la colpa; quando uno dei due fa bene, è l’altro che ne ha le lodi; quando uno dei due gioisce, è l’altro che ne ricava piacere; quando uno dei due ha un difetto, è l’altro che lo copre col suo amore. Spesso si dice ‘‘ti amo nonostante i tuoi difetti’‘ ma è certamente più vicino alla verità ‘‘ti amo per i tuoi difetti”.

12 - L'ALFABETO DELL'AMORE

L
libero
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‘‘Comportatevi da uomini liberi, ma non usate la vostra libertà come un velo per coprire la malizia . . . rispettate tutti ‘‘ (1a Pt 2, 16s).
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Senza libertà non esiste l’amore, senza l’ amore non ha senso la libertà. Non è libero colui che fa ciò che vuole, ma colui che sa camminare con coerenza verso la meta prefissata. Non è libero colui che fa fare all’altro ciò che vuole, ma colui che sa dare il meglio di se stesso anche se si sta realizzando il contrario di ciò che lui pensava. Non è libero colui che scarica sull’altro le conseguenze dei propri sbagli, ma colui che sa riconoscere la propria colpa in ciò che l’altro sbaglia. Il mio amore dovrebbe semplificarti la vita non complicartela.

giovedì 17 settembre 2009

11 - L'ALFABETO DELL'AMORE

I
inesauribile

‘‘Amiamoci gli uni gli altri, perchè l’amore viene da Dio. Chi ha quest’amore è diventato figlio di Dio e co-nosce Dio. Chi non ha questo amore, non conosce Dio perchè Dio è amore”.(1a Gv 4, 7s).

Amare è essere pronti e capaci di rispondere al bisogno, espresso o inespresso, dell’ altro. La persona che ama indovina sempre quando l’altro ha bisogno di lui ed è disposta ad affrontare anche l’impossibile. Ciò di cui abbiamo estremo bisogno è sentire che qualcuno ha bisogno di noi. Quando mio figlio viene con un bicchiere di acqua mi viene subito sete! Quando la persona amata ha bisogno di un bicchiere di acqua, lascio ogni cosa (anche la televisione) e corro!

mercoledì 16 settembre 2009

10 - L'ALFABETO DELL'AMORE

H
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‘‘Chi vuole avere una vita felice, chi vuole vivere giorni sereni, tenga lontana la lingua del male, con le sue labbra non dica menzogne‘‘ (1a pt 3, 10).
‘‘Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo‘‘ (Gc 3,2).
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Una lettera muta ci introduce nell’affascinante mondo del silenzio. Le parole non dicono, nè possono sempre dire tutto nell’ amore. Allora il silenzio prende il loro posto e diventa presenza. ‘‘Sono qui. Se hai bisogno di me non hai che da parlare. Se il tuo problema lo vuoi tenere per te, non importa. Rispetto la tua intimità. Non cercherò di intromettermi, di essere indiscreto e invadente. Già il solo fatto che tu sia qui e che tu non mi voglia o non possa parlarmi significa qualcosa: che tu misuri la complessità del tuo problema in base alla mia presenza.
Ed io mi accontento di servirti da unità ‘di misura’ “.
Il silenzio, a volte, è indispensabile. La prossima volta che sentirò la necessità di parlare con te in maniera indisponente o offensiva, manderò giù il rospo e starò zitto. Amarti non mi dà il diritto ad essere maleducato.

09 - L'ALFABETO DELL'AMORE


G
gioioso

“Se metterete in pratica i miei comandamenti sarete radicati nel mio amore... Vi ho detto questo perchè la mia gioia sia anche la vostra, e la vostra gioia sia perfetta” (Gv 15,10s).

Noi siamo resi felici o infelici non dalle circostanze della vita, ma dal nostro atteggiamento verso di essa. La vita dovrebbe essere una festa! Non dovrebbe essere necessario ricorrere a momenti particolari per ricordarsi di questo fatto. Saggia è la persona che trova sempre una buona ragione per fare di ogni giorno un evento.
A tutti piace giocare. Divertirsi è istintivo e universale. Il giovane marito si avvicina furtivamente alla moglie e la costringe al tappeto facendole solletico e bisbigliando paroline affettuose. ‘ ‘Che fai? Smettila ! ‘‘ lo implora lei. ‘ ‘Mi rovini la messa in piega!”.
La giovane moglie fa un nodo alle gambe del pigiama del marito così che quando lui cerca frettolosamente di infilarselo, casca per terra. ‘‘Molto divertente’‘ dice lui irritato, ‘‘pensavo fossi cresciuta. Dovresti avere ben altro a cui pensare’‘ . Vanno a finire così le giocose intimità che potrebbero invece portare allegria e spontaneità a un rapporto d’amore.
Se riusciamo a riservare un po’ del nostro tempo al gioco, la nostra vita cambierà senza alcuna spesa. I suoi benefici sono svariati: educativi, fisici, psicologici. Per una vita adulta felice e gratificante contano anche la varietà e l’intensità delle nostre esperienze di gioco.

08 - L'ALFABETO DELL'AMORE


F
fedele

‘‘L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due saranno una cosa sola. Così essi non sono più due ma un unico essere. Perciò l’uomo non separi ciò che Dio ha unito‘‘ (Mt 19,5s). ‘‘Si tratta qui di una grande e misteriosa verità ‘‘ (Ef 5,32).
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‘‘Ti amo" ripetuto anche milioni di volte non basta! ‘ ‘Ti amo per sempre!”. Amare qualcuno non è solo un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno. Se l’amore fosse solo una sensazione, non vi sarebbero i presupposti per un amore duraturo. Una sensazione viene e va. Come posso sapere che durerà per sempre, se non sono cosciente e responsabile della mia scelta?
L’amore è essenzialmente un atto di volontà, una scelta di vita. Da qui nasce la fedeltà umana. Se poi vuoi essere fedele ad una persona che se ne è andata, allora devi alzare il tuo cuore e tuffarlo nella fedeltà di Dio che non rinnega mai nessuno dei suoi figli, neanche se hanno sbattuto la porta e se nesono andati. Lui è l’unico Padre fedele che pazientemente aspetta il loro ritorno.
Lo sposo o la sposa che è stato abbandonato/a e rimane fedele al suo matrimonio è l’immagine più vera e viva di questo Padre. E' la parte più misteriosa del sacramento del matrimonio.

07 - L'ALFABETO DELL'AMORE

E
elastico

"Il vostro amore sia sincero! Fuggite il male, seguite con fermezza il bene... Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange. Andate d'accordo tra voi" (Rom 12,9.15s).


C’è un limite sia verso il segno più come verso il segno meno oltre il quale non si può andare; all’interno di questi estremi l’amore ha una capacità sorprendente di adattamento. Per questo è affascinante ad ogni età e in ogni stagione. Devo rinunciare all’idea di volerti cambiare. Se ti desidero nella mia vita, la cosa migliore che possiamo fare per entrambi è che io ti accetti come sei. Dopo tutto l'amore è progredire insieme in una crescita reciproca.

martedì 15 settembre 2009

06 - L'ALFABETO DELL'AMORE

D
donante

Ricordiamoci di quello che disse il Signore Gesù: “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” (At 20,35)”.
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Quando so trasformare ogni momento della mia vita (dal lavorare allo studiare, dal parlare al pensare, dal sorridere al piangere, dal fare al desiderare, dal pulire al riposare, dal fare l’amore al discutere, dal lavare allo stirare, dall’ascoltare al guardare, dal giocare all’aiutare, dal . . . . al . . .) quando so trasformare tutto ciò in dono stuzzicando in questo modo nell’altro la decisione di donarsi a sua volta sono arrivato in vetta. Il difficile è starci sempre. Il ‘‘cuore’‘ è una ricchezza che non si vende e non si compra, ma si regala. Chi ha speso, ha consumato; chi ha raccolto, ha perduto; ma chi ha donato, ha messo in salvo per sempre i suoi tesori. Pensi sia possibile tutto questo?Leggi la lettera O!

05 - L'ALFABETO DELL'AMORE


C
comunicante



‘‘Vi ho chiamati amici, perchè vi ho fatto conoscere tutto ciò che ho udito dal Padre mio ‘‘ (Gv 15,15)..


Il nostro mondo è pieno di parole e di immagini buttate in faccia agli altri ma povero di rapporti interpersonali sinceri. Parole per nascondere, parole per ferire, parole per convenienza, parole per deviare, parole per soppraffare. Abbiamo arricchito il nostro vocabolario ma non riusciamo a capirci. Eppure so che l’amore senza comunicazione va in crisi. Se voglio che il mio parlare diventi dialogare devo cambiare il mio vocabolario. Per capire ciò che l’altro dice lo devo non solo ascoltare nel “suo” vocabolario, in cui entrano la sua storia, le sue esperienze, i suoi desideri, le sue tensioni, i suoi pregi e i suoi difetti, ma anche accettare che lui sia nel giusto quanto me. Non è detto che io abbia sempre ragione. (Continua alla lettera H).

04 - L'ALFABETO DELL'AMORE

B
bello


‘‘Non preoccupatevi di essere belle al di fuori con pettinature raffinate, gioielli d’oro e vestiti eleganti. Cercate invece la bellezza nascosta e durevole, quella del cuore” (1 Pietro 3,31).
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L’amore è un’arte che richiede una saggia e ricca teoria, una quotidiana ed impegnativa pratica; ma, soprattutto, non ci deve essere al mondo nient’altro di più importante. E così che l’amore diventa bello.
Ma nonostante il bisogno disperato d’amore, tutto il resto viene considerato più importante: successo, prestigio, denaro, potere, piacere; quasi ogni nostra energia è usata per raggiungere questi scopi e quasi nessuna per conoscere, imparare e vivere l’ arte dell’ amore.

Eppure solo quando so fare bene una attività, solo quando ne conosco tutte le sue ricchezze e potenzialità scopro la bellezza di ciò che faccio e ne assaporo fino in fondo il suo gusto sempre sorprendente.

lunedì 14 settembre 2009

03 - L'ALFABETO DELL'AMORE

A
attento

"Fate agli altri tutto quello che volete essi facciano a voi" (Matteo 7,21)

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Se dico di "amare i fiori" ma non sono attento a dar loro da bere tanto che si seccano, devo dubitare del mio amore per i fiori. Amore è interesse attivo e attento per la vita e la crescita della persona che amo. Conoscere se stessi è un dovere. Ma non ci è affatto comandato di conoscere gli altri. Osservare i loro difetti può essere utile agli affari, ma è inutile all'amore. Anzi può essere nocivo.

02 - TUTTO PER AMORE

Amare è la più grande delle esperienze umane e prima o poi ci renderemo tutti conto che senza l’amore la vita è vuota e senza senso. Amare vale sempre lo sforzo, anche se a volte arreca confusione, incertezza e dolore. Forse è tempo di rivedere quali sono le maniere per amare e qual'è il potere dell’amore. Il semplice fatto che l’amore sia una possibilità reale è per molti motivo di speranza per quella che altrimenti sarebbe una vita vuota. Soltanto l’amore ha il potere di riunire senza privare l’altro della sua dignità, del suo io. Soltanto l’amore non esercita un geloso possesso sugli uomini e sulle nazioni. Soltanto l’amore è capace di anteporre l’umanità al’ideologia e alla razza. Soltanto l’amore può fornire le inesauribili energie necessarie a sconfiggere la fame e la disperazione. Amore coniugale, amore materno, amore paterno, amore filiale, amore fraterno sono tanti aspetti dinamici dell’amore in famiglia. Hanno caratteristiche proprie e comuni. Importante è che ciascuno faccia la sua parte ed incomincia a mettere amore là dove non c’è.

domenica 13 settembre 2009

01 - IL PRIMO PASSO

Ciò che hai provato il giorno del tuo matrimonio era solo poesia?
No! ... era VITA che iniziava a camminare in famiglia, forse però ti sei dimenticato/a di nutrirla.
Restiamo insieme qualche minuto per ritrovarne il sapore, il colore, la forza, la bellezza, lo spirito ... del primo passo riscoperto nella realtà in cui sei oggi!
GRAZIE!