mercoledì 16 settembre 2009

10 - L'ALFABETO DELL'AMORE

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‘‘Chi vuole avere una vita felice, chi vuole vivere giorni sereni, tenga lontana la lingua del male, con le sue labbra non dica menzogne‘‘ (1a pt 3, 10).
‘‘Se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo‘‘ (Gc 3,2).
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Una lettera muta ci introduce nell’affascinante mondo del silenzio. Le parole non dicono, nè possono sempre dire tutto nell’ amore. Allora il silenzio prende il loro posto e diventa presenza. ‘‘Sono qui. Se hai bisogno di me non hai che da parlare. Se il tuo problema lo vuoi tenere per te, non importa. Rispetto la tua intimità. Non cercherò di intromettermi, di essere indiscreto e invadente. Già il solo fatto che tu sia qui e che tu non mi voglia o non possa parlarmi significa qualcosa: che tu misuri la complessità del tuo problema in base alla mia presenza.
Ed io mi accontento di servirti da unità ‘di misura’ “.
Il silenzio, a volte, è indispensabile. La prossima volta che sentirò la necessità di parlare con te in maniera indisponente o offensiva, manderò giù il rospo e starò zitto. Amarti non mi dà il diritto ad essere maleducato.

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