Settima tappa - Il vangelo della passione di Gesù è stimolo ad unirci al suo dolore per vivere anche la gioia della risurrezione. Il contrasto tra l’ingresso festoso in Gerusalemme e la proclamazione della passione fa riflettere sul significato della professione di fede in Gesù: egli è il vero messia, ma nella linea del Servo di Dio obbediente fino alla morte. La lettura della passione secondo il Vangelo di Matteo propone una immagine di Gesù come l’obbediente servo di Dio che adempie in tutto le Scritture. Attraverso il suo racconto della passione, tappa dopo tappa, Matteo ci porta ai piedi della croce: un’opportunità donata oggi a noi, che ci dichiariamo discepoli di questo Signore, per verificare il coraggio e la perseveranza della nostra fede. Gesù è il figlio di Dio che realizza il progetto del Padre: la sua fedeltà e la sua obbedienza nascono da una fiducia totale. E proprio lui, che percorre la via della passione e della morte, un giorno tornerà nella gloria. Il racconto, è vero, termina con una scena inequivocabile di sconfitta. L’ostilità e la determinazione dei nemici di Gesù sembrano averla vinta, il loro disegno di fermarLo giunto a compimento. Quel corpo martoriato, ormai senza vita, deposto in un sepolcro, sigillato da una pietra e sorvegliato dai soldati è l’immagine eloquente di una vicenda finita male. E tuttavia il vincitore è il Crocifisso. Al terzo giorno apparirà chiaramente che a pronunziare l’ultima parola non sono l’odio e la cattiveria, ma l’amore. Preghiera - Tu entri in Gerusalemme, Gesù, e la folla dei pellegrini ti festeggia, ti acclama come il Messia, l’atteso discendente di Davide. È un ingresso modesto il tuo: non su un cavallo, ma su un asino, non come un generale che umilia con la sua forza, ma come un re mite, che viene nella misericordia. È un entusiasmo temporaneo quello che ti viene tributato: già la croce si staglia all’orizzonte e le grida di gioia verranno presto sostituite dalla richiesta di condannarti ad una morte terribile e dolorosa. Eppure tu accetti i desti della gente e le parole che li accompagnano. Fra poco, infatti, non ci sarà spazio per nessun equivoco: tu non vieni a chiedere che ti offriamo la nostra esistenza, ma sei pronto a donare la tua; tu non vieni a giudicare, ma accetti piuttosto di essere ingiustamente condannato; tu non vieni a castigare, a punire e a stroncare, ma sei pronto a presentare il tuo dorso ai flagellatori, a farti inchiodare su una croce. Per la preghiera in famiglia - Ad ognuno di noi, oggi, tu affidi, Gesù, un ramoscello di olivo e ci chiedi di essere segno vivo di riconciliazione e di pace. Ad ognuno di noi domandi di amare e di perdonare come hai fatto tu.
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