Il brano del vangelo della risurrezione (Matteo 28,1-10) deve diventare immagine del nostro itinerario verso il Cristo risorto. Si tratta, perciò, di accompagnare le due Marie al sepolcro e di compiere, assieme a loro, cinque tappe significative.
Il percorso verso la tomba - Le due donne che avevano visto tutto da lontano rispettano la legge del sabato, ma poi, all’alba, si recano al sepolcro dove è stato deposto colui che tanto hanno amato. Vanno, tuttavia, solo verso una tomba, per onorare un morto, il suo corpo senza vita. Anche le nostre esistenze si dirigono, ineluttabilmente, verso la tomba. È alla tomba di Gesù, però, che ci viene dato appuntamento perché non rimaniamo prigionieri della morte.
La visione celeste - Il terremoto, la discesa dell’angelo che rotola la pietra del sepolcro e vi si siede sopra rappresentando la sorpresa che Dio prepara per noi: un evento inatteso a cui possiamo reagire in due modi diversi. I forti, come i soldati, crollano a causa dello spavento. I deboli, come le donne, rimangono vigili e attenti. Anche per noi il Signore moltiplica i suoi segni. Siamo pronti ad aprire gli occhi del nostro cuore e ad accogliere la speranza che ci viene donata?
Il messaggio dell’angelo - È destinato a liberare le donne dalla paura e ad orientare il loro sguardo. Non verso un morto, ma verso il Risorto, colui che ha sconfitto la morte ed è ora il Signore della gloria. L’appuntamento è in Galilea: il luogo in cui tutto è cominciato, ma anche il “paese delle genti”, crogiolo di popoli che si sono scontrati e mescolati. La risurrezione di Gesù ci rinvia allora alla Galilea della nostra vita quotidiana. È lì che possiamo incontrare il Signore Gesù nei momenti che egli predispone, a patto che siamo disposti ad accogliere la sua presenza.
Il ritorno dalla tomba - Avviene in fretta, di corsa, ed è caratterizzato dal timore e dalla gioia. Il timore è generato dalla coscienza di essere testimoni di un evento decisivo; la gioia è la reazione alla Buona Notizia sorprendente che è appena stata comunicata a loro. Anche a noi è chiesto di fare come le donne, di diventare testimoni. Saranno la nostra fede vibrante, la nostra speranza a tutta prova, la nostra carità generosa, la nostra esistenza di salvati a costruire un segno della sua risurrezione.
L’incontro con il Risorto - È lungo la strada del ritorno che Gesù stesso va incontro alle donne. Queste lo riconoscono e gli manifestano il loro amore e la loro adorazione. Più che il sepolcro vuoto è questo incontro a fare da fondamento alla nostra fede. Anche noi, infatti, possiamo affermare per esperienza personale che egli è vivo. Lo proviamo quando apriamo il nostro cuore alla sua Parola, quando ci sediamo alla sua mensa, quando lo soccorriamo nei poveri. La sua luce, la sua pace, la sua gioia trasfigurano la nostra esistenza, la strappano alle tenebre, le donano consolazione e forza, la liberano da ogni angoscia, incertezza e paura. Ecco perché anche noi possiamo proclamare che “Cristo è risorto! E’ veramente risorto!”.
Preghiera a Maria – “Esulta, Vergine santa, che hai portato nel grembo Colui che i cieli non possono contenere e hai dato vita al Signore che ti ha creata. Tutti i cori degli angeli rimasero stupiti di fronte al mistero del tuo concepimento: come mai colui che col suo gesto domina le cose, è tenuto tra le tue braccia come mortale? Come riceve un inizio chi è anteriore ai secoli e come viene allattato chi, con bontà, nutre ogni vivente? Perciò ti acclamiamo e ti glorifichiamo quale vera Madre di Dio!”
Il percorso verso la tomba - Le due donne che avevano visto tutto da lontano rispettano la legge del sabato, ma poi, all’alba, si recano al sepolcro dove è stato deposto colui che tanto hanno amato. Vanno, tuttavia, solo verso una tomba, per onorare un morto, il suo corpo senza vita. Anche le nostre esistenze si dirigono, ineluttabilmente, verso la tomba. È alla tomba di Gesù, però, che ci viene dato appuntamento perché non rimaniamo prigionieri della morte.
La visione celeste - Il terremoto, la discesa dell’angelo che rotola la pietra del sepolcro e vi si siede sopra rappresentando la sorpresa che Dio prepara per noi: un evento inatteso a cui possiamo reagire in due modi diversi. I forti, come i soldati, crollano a causa dello spavento. I deboli, come le donne, rimangono vigili e attenti. Anche per noi il Signore moltiplica i suoi segni. Siamo pronti ad aprire gli occhi del nostro cuore e ad accogliere la speranza che ci viene donata?
Il messaggio dell’angelo - È destinato a liberare le donne dalla paura e ad orientare il loro sguardo. Non verso un morto, ma verso il Risorto, colui che ha sconfitto la morte ed è ora il Signore della gloria. L’appuntamento è in Galilea: il luogo in cui tutto è cominciato, ma anche il “paese delle genti”, crogiolo di popoli che si sono scontrati e mescolati. La risurrezione di Gesù ci rinvia allora alla Galilea della nostra vita quotidiana. È lì che possiamo incontrare il Signore Gesù nei momenti che egli predispone, a patto che siamo disposti ad accogliere la sua presenza.
Il ritorno dalla tomba - Avviene in fretta, di corsa, ed è caratterizzato dal timore e dalla gioia. Il timore è generato dalla coscienza di essere testimoni di un evento decisivo; la gioia è la reazione alla Buona Notizia sorprendente che è appena stata comunicata a loro. Anche a noi è chiesto di fare come le donne, di diventare testimoni. Saranno la nostra fede vibrante, la nostra speranza a tutta prova, la nostra carità generosa, la nostra esistenza di salvati a costruire un segno della sua risurrezione.
L’incontro con il Risorto - È lungo la strada del ritorno che Gesù stesso va incontro alle donne. Queste lo riconoscono e gli manifestano il loro amore e la loro adorazione. Più che il sepolcro vuoto è questo incontro a fare da fondamento alla nostra fede. Anche noi, infatti, possiamo affermare per esperienza personale che egli è vivo. Lo proviamo quando apriamo il nostro cuore alla sua Parola, quando ci sediamo alla sua mensa, quando lo soccorriamo nei poveri. La sua luce, la sua pace, la sua gioia trasfigurano la nostra esistenza, la strappano alle tenebre, le donano consolazione e forza, la liberano da ogni angoscia, incertezza e paura. Ecco perché anche noi possiamo proclamare che “Cristo è risorto! E’ veramente risorto!”.
Preghiera a Maria – “Esulta, Vergine santa, che hai portato nel grembo Colui che i cieli non possono contenere e hai dato vita al Signore che ti ha creata. Tutti i cori degli angeli rimasero stupiti di fronte al mistero del tuo concepimento: come mai colui che col suo gesto domina le cose, è tenuto tra le tue braccia come mortale? Come riceve un inizio chi è anteriore ai secoli e come viene allattato chi, con bontà, nutre ogni vivente? Perciò ti acclamiamo e ti glorifichiamo quale vera Madre di Dio!”
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