venerdì 13 maggio 2011

205 - PER STRADA - 09 Maggio 2011 – Lunedì 3ª sett. di Pasqua

Premessa - Luca riporta un trittico di apparizioni pasquali, dove due sono parallele ai racconti degli altri vangeli, e la terza è un ‘esperienza pasquale coinvolgente due discepoli di Gesù, che non fa parte del kerygma ufficiale della comunità (1 Cor 15,3-9), ma che l’evangelista ritiene preziosa per rispondere alle domande dei credenti di ogni tempo: Chi è il Risorto, e come opera? Dove è possibile incontrarlo e che cosa cambia nella propria vita quando lo si incontra? In questo senso il brano lucano dei discepoli di Emmaus (Luca 24,13-35) è un racconto di trasformazione, che vuole mostrare l’attualità e l’efficacia della Pasqua di Cristo per il credente.
Per strada - Due discepoli sono in cammino verso Emmaus, un villaggio lontano 60 stadi (circa 11 km) da Gerusalemme. Il luogo è di difficile identificazione, ma forse è proprio quello che l’evangelista vuole ottenere per permettere di riconoscervi ogni luogo della terra, ogni situazione in cui il discepolo, disorientato e deluso, può incontrare il suo Signore, venendo rianimato nella fede e nutrito dalla Parola e dal pane di vita. Dei due discepoli, uno ha un nome mentre l’altro resta sconosciuto. Anche qui vi è un abile strategia narrativa dell’evangelista: il nome di Cleopa serve ad ancorare alla storia concreta la vicenda narrata. Va ricordato infatti che nel vangelo di Giovanni si parla di una “Maria, madre di Clèopa” (19,25), dando come assodata la conoscenza di quest’ultimo da parte delle comunità delle origini. Il fatto che l’altro discepolo resti anonimo permetterà ad ognuno, che ascolti con fede il racconto, di potersi riconoscere in lui e fare la medesima esperienza. I due sono dunque in cammino per allontanarsi da Gerusalemme, e quindi dalla storia che hanno vissuto con Gesù; stanno, in qualche modo, smobilitando totalmente dal loro discepolato, oppressi dalla delusione per il fallimento delle loro speranze riposte nel Maestro. “E conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme” (Luca 24,14-15a). Ogni passo è come un percorso a ritroso per disfare la loro vocazione e, nel contempo, è un prendere atto che non possono rinchiudere nell’oblio quanto hanno vissuto con Gesù. Infatti la loro conversazione diventa una discussione o, meglio ancora, una ricerca comune per capire qualcosa di quello che è successo e che continua a tormentarli. È a questo punto che sopraggiunge Gesù, nella figura di un viandante anonimo, che si accosta a loro e si unisce al loro cammino: “ Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro” (v. 15b). Nel vangelo Gesù appare quasi sempre in movimento, come uno che cammina, e anche adesso egli è in cammino con gli uomini. Per un verso questo incontro tra Gesù (non riconosciuto) e i due viandanti ha un apparente aspetto di casualità, di contingenza fortuita, ma per l’altro è invece espressione di una presenza fedele e misteriosa. Purtroppo i due sono incapaci di riconoscere il loro compagno di viaggio. L’espressione greca è molto intensa: “i loro occhi erano trattenuti dal riconoscerlo”. È un impedimento dovuto al loro stato di delusione, al ripiegamento su se stessi, ma più radicalmente è l’impossibilità dell’uomo di vedere il Risorto semplicemente con gli occhi della carne, senza aprirsi invece alla visione della fede. Peraltro va segnalato che vari esegeti vedono nel passivo trattenuti/impediti un passivo teologico, per cui si tratterebbe di un’incapacità a vedere funzionale ad un piano salvifico di Dio, che li vuole portare alla visione della fede.
Preghiera a Maria - Tu, o Madre, per la tua fede e la tua obbedienza, ci hai donato Cristo, fonte della salvezza. Infatti dal suo costato trafitto sono scaturite le acque che risanano le profondità malate dell’umana esistenza. Acque che la Chiesa, di cui tu sei immagine perfetta, continuamente offre al nostro bisogno insaziato di Dio, per mezzo dei sacramenti. La tua materna intercessione ci renda sempre desiderosi di attingere a questa sorgente inesauribile, affinché maturino in noi, abbondanti, i frutti dello Spirito. Possiamo, a nostra volta, guardando te e facendo nostri i valori da te vissuti, essere fonte di acqua viva per la sete di tanti fratelli che, consapevoli o meno, cercano Dio, unica risposta di senso.

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