venerdì 13 maggio 2011

210 - NOI COME I DESCEPOLI DI EMMAUS - 14 Maggio 2011 – Sabato 3ª sett. di Pasqua

Il brano evangelico di Emmaus è stato cavalcato da moltissime persone con svariate finalità. Vogliamo coglierne alcune sottolineature utili al percorso della nostra fede pasquale.
Spesse volte gli occhi dei credenti possono vedere senza riconoscere, come è capitato a Clèopa e al suo socio. E difficile o addirittura, impossibile, riuscire con gli occhi carnali a riscoprire i tratti spirituali. Del resto gli Apostoli al sepolcro vedono un sepolcro vuoto e non vanno oltre. La cognizione umana si fa evento di grazia solo quando viene fecondata dalla rivelazione divina. Siamo chiamati a camminare nella speranza senza vedere nulla.
Il Risorto sceglie di comunicare con l’uomo al quale si aprono gli occhi e il cuore di fronte al gesto conviviale dello spezzare il pane. Questo fatto deve consolidarci nella convinzione che la fede non sta alla conclusione di una nostra ricerca, ma all’inizio del rivelarsi di Dio. Ma l’azione di vita spesso oggi viene letta nella cifra del miracolo. Questo sta vivendo momenti di attualità. Sembra che la sete dello straordinario sia più invasiva della sete di Dio. Del resto con il miracolo i conti sembrano tornare, con la fede pura la sequela di Cristo chiede di spogliarci da tutti gli amminicoli distraenti.
Ai discepoli di Emmaus è stato chiesto di fare memoria del gesto unico dello spezzare il pane nella semplicità di una mensa, in una locanda comunissima, nell’intimità dei due con il Risorto. La vicinanza di Dio non si realizza nelle forti emotività, ma nella trama normale delle relazioni interpersonali. Il mistero di Dio entra a passi felpati nelle esperienze vere dell’amore. Solo accettando questo stile unico dell’agire di Dio ci accorgiamo come, gradualmente, vadano spegnendosi dubbi e incertezze, mentre si accendono speranze e gioie. Diventa possibile passare dal “credere, obbedire, combattere” al vivere di fede per condividere la vita nell’amore gratuito e santo. La fraternità fra gli uomini ratifica la novità del Risorto.
Preghiera a Maria - Tutta bella sei, Maria! Bella nella tua concezione, che non ha conosciuto la macchia del peccato; bella nel tuo parto verginale, con cui hai dato al mondo il Figlio di Dio; bella accanto alla croce, come agnella imporporata del sangue dell’Agnello; bella nella risurrezione del Signore, al cui trionfo partecipi gloriosa. Tutta bella sei, Maria, madre di Colui che è “il più bello tra i figli degli uomini”. La luce della tua bellezza ci pervada e riscaldi in noi, facendolo crescere, il germe battesimale della santità. La forza del tuo esempio ci attiri perché, guardando te, progrediamo nell’esperienza dello Spirito che è via di bellezza.

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