venerdì 13 maggio 2011

207 - STOLTI E LENTI DI CUORE! - 11 Maggio 2011 – Mercoledì 3ª sett. di Pasqua

Il Risorto è rimasto in atteggiamento di paziente attesa e perciò ha ascoltato senza fretta, senza interrompere i due, e senza impedire loro di esprimere le loro perplessità e delusioni. Ma ora prende la parola e dalla dolcezza passa ad un rimprovero deciso, che deve scuoterli, colpirli: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!”. Il rimprovero non è segno di mancanza d’amore, ma piuttosto di interesse profondo per i due discepoli, che vede oppressi dalla tristezza e prigionieri dei loro schemi inadeguati. Essi avevano detto di sperare che sarebbe stato Gesù a liberare Israele: ora egli comincia a liberare le loro menti, aiutandoli a comprendere ciò che aveva paralizzato il loro cammino di fede. Proprio la morte, che essi hanno interpretato come un fallimento, è il senso più alto della missione di Gesù, perché sta al centro del piano salvifico di Dio e dell’attestazione delle Scritture. Queste, infatti, attestano che il Messia doveva passare attraverso il mistero della sofferenza: “non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” (Luca 24,26). Le Scritture appaiono allora come l’aiuto divino a comprendere il suo piano d’amore e di salvezza sugli uomini, e a rileggere la propria esistenza nell’ottica di Dio. In esse vi è il segreto per decifrare anche il senso del dolore umano e degli avvenimenti che resterebbero incomprensibili e deludenti. Davvero portano a intravedere come nello stesso fallimento possa esserci un’opportunità. Se questo è vero per ognuno, è tanto più vero per la morte di Gesù! Luca presenta allora il Risorto che spiega ai due tutto ciò che nelle Scritture si riferiva a lui; appare chiaro il principio–guida con cui la Chiesa delle origini si accosta alle Scritture d’Israele: esse sono testimonianza del piano divino che si realizza nel Cristo, cioè in Gesù morto e risorto. Inoltre questo racconto del Risorto, che cammina per strada spiegando ai due discepoli le Scritture, indica come una loro lettura giunga a far sperimentare il mistero di Dio proprio perché in tale pratica agisce misteriosamente la grazia di Cristo, che ci illumina portandoci al piano della fede.
Preghiera a Maria - “Fate quello che vi dirà”: questo il tuo invito pressante alle nozze di Cana, indicando il Figlio. Noi vorremmo sempre ascoltare la sua Parola orientatrice del cammino, ma spesso siamo incapaci, distratti, apatici … Ci rivolgiamo allora a te, Madre del buon consiglio, perché tu renda attento il nostro orecchio, sensibile il cuore, decisa la volontà. Ci rivolgiamo a te tutte le volte in cui ci è più difficile conoscere il volere del Padre, chiedendoti di ottenere per noi la ‘cosa buona’ promessa a chi la domanda con insistente fiducia, lo Spirito e i suoi sette doni: la sapienza, l’intelletto, il consiglio, la scienza, la fortezza, la pietà, il santo timore.

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