venerdì 27 maggio 2011

223 - IL MANDATO - 27 Maggio 2011 – Venerdì 5ª sett. di Pasqua

“Andate dunque, e fate discepoli tutti i popoli”, dice Gesù agli undici (Matteo 28,19). Terminata la sua missione, quelli che l’hanno accolto cominciano il loro cammino. È il suo stesso Figlio, che testimonia l’amore del Padre ai fratelli che ancora non lo conoscono. Ciò che il Nazzareno ha offerto a Israele, i “nazzarei” lo offrono a tutti i popoli. Chi, in lui, ha scoperto il proprio nome di figlio, lo realizza, come lui, andando verso i fratelli, fino a che il nome del Padre dei cieli sia santificato su tutta la terra. Il brano (28,16-20) è una postfazione, che offre una visione sintetica di tutto il libro di Matteo. Come il finale di una sinfonia, riprende e fonde in un’unica armonia i temi sviluppati nel suo Vangelo. Il testo, come sempre, è rivolto ai lettori, perché facciano anche loro l’esperienza dei primi discepoli. Devono recarsi in Galilea, “sul monte” indicato loro da Gesù (v.16). Lì lo vedono e lo adorano (v.17a). Fa parte dell’incontro pure il dubbio (v.17b), di cui la fede rappresenta il superamento. Chi si reca sul monte, conosce “il Figlio” e gli è conferito il suo stesso potere (v.18). È quello di farsi fratello di tutti (v.19a), perché ogni uomo sia immerso nell’unico amore del Padre e del Figlio (v.19b), che abilita a “fare” quanto Gesù ha ordinato (v.20a). In questo modo lui è il Dio-con-noi, per condurre il mondo al suo compimento (v.20b). Gesù, il Crocifisso risorto, non ha esaurito il suo compito, né si assenta dal mondo: è presente come l’Emmanuele, il Dio-con-noi, perché in ciascuno si compia ciò che in lui è già compiuto. La Chiesa ha la stessa “vocazione” del Figlio, che si realizza nella “missione” verso i fratelli. Porta avanti nella storia ciò che Gesù ha detto e fatto, fino a che in ogni uomo riluca la gloria di Dio.
Preghiera a Maria – Ricorda, Vergine Maria, il tuo cuor mite e sì umano, che mai alcun la scortesia soffrì nel suo pregarti invano. No, mai alcuno in confidenza ha chiesto a te la sicurezza senza ottener la tua assistenza, senza provar la tua dolcezza. Madre, con pentimento vero oso invocarti, nome santo, e, pur se peccatore, spero di essere protetto dal tuo manto. Mostra qual è la tua clemenza, impetra dal tuo Figlio stesso il pentimento e l’indulgenza del grande male che ho commesso. Di grazia, sii per me propizia, salvami dalla nera zona, che i miei peccati e la malizia per te son poca cosa, o Buona! (Luigi M. De Montfort).

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