Non è così lontano da noi il tempo nel quale bisognava avere coraggio per non andare alla Messa domenicale. Oggi, al contrario, occorre coraggio per partecipare all’Eucarestia nel giorno del Signore. Stante questa situazione, è utile per noi fare memoria del dato inoppugnabile che è stato il Signore risorto ad inaugurare questo incontro settimanale con i suoi discepoli. Il Risorto è “apparso la sera del primo giorno della settimana (domenica)”. Non solo, ma “otto giorni dopo (ancora domenica) i discepoli erano di nuovo in casa … venne Gesù, a porte chiuse, e stette in mezzo”.
Da allora gli Apostoli e le prime comunità cristiane hanno vissuto la fedeltà a questo evento settimanale che ha preso come riferimento identitario il giorno del Signore. I primi cristiani “erano perseveranti nell’insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere”. Naturalmente questa esperienza settimanale non è sempre facile. A tal punto che l’autore della lettera agli Ebrei deve esortare i suoi lettori: “non disertate le vostre assemblee, come alcuni di voi sono abituati a fare”. Osservando lo stile dei cristiani contemporanei si può facilmente affermare: “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”.
Siamo chiamati a sottolineare come il nostro raccoglierci ogni domenica per celebrare l’Eucarestia rende attuale l’invito di Paolo ad “annunciare la morte del Signore finché egli venga”. Ci inserisce, poi, nel fiume immenso che scorre da duemila anni come sorgente viva e scintillante, che è, poi, il Signore stesso, il Risorto. Non dobbiamo, tuttavia, dimenticare che, alla pari di Tommaso gli Apostoli hanno dovuto oltrepassare ciò che vedevano per aderire al mistero del Vivente, che sembra, in alcuni momenti, un assente. Mentre loro vedevano un uomo nel quale riconoscevano il Signore con il quale avevano vissuto per tre anni. Tommaso, invece, li supera, lui che era stato incredulo, con la solenne professione di fede “mio Signore e mio Dio”. Vedeva un uomo e lo professava come Dio. L’Eucarestia domenicale permette anche a noi di professare il mistero della nostra fede aprendo il cuore allo Spirito perché subentri in noi il desiderio di unirci sempre più a Colui che era morto, ma che ora è il Vivente.
Preghiera a Maria – Tu, o Maria, sei la donna che hai dato carne al Verbo eterno. Con Lui sei vissuta per anni nella casa di Nazareth e, insieme a Giuseppe lo hai visto crescere, lavorare, obbedire … In quella casa hai accolto e meditato le primizie del Vangelo, cantato i Salmi, adorato in silenzio il mistero, glorificato Dio con la laboriosità delle tue mani. Rivela a noi la fecondità di questa vita nascosta, mistero del lievito in cui rinasce il mondo. Fa’ che, a tua immagine, possiamo essere ‘custodia vivente’ della Parola e viverla nell’incessante colloquio con il Padre. Amen.
Da allora gli Apostoli e le prime comunità cristiane hanno vissuto la fedeltà a questo evento settimanale che ha preso come riferimento identitario il giorno del Signore. I primi cristiani “erano perseveranti nell’insegnamento degli Apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere”. Naturalmente questa esperienza settimanale non è sempre facile. A tal punto che l’autore della lettera agli Ebrei deve esortare i suoi lettori: “non disertate le vostre assemblee, come alcuni di voi sono abituati a fare”. Osservando lo stile dei cristiani contemporanei si può facilmente affermare: “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”.
Siamo chiamati a sottolineare come il nostro raccoglierci ogni domenica per celebrare l’Eucarestia rende attuale l’invito di Paolo ad “annunciare la morte del Signore finché egli venga”. Ci inserisce, poi, nel fiume immenso che scorre da duemila anni come sorgente viva e scintillante, che è, poi, il Signore stesso, il Risorto. Non dobbiamo, tuttavia, dimenticare che, alla pari di Tommaso gli Apostoli hanno dovuto oltrepassare ciò che vedevano per aderire al mistero del Vivente, che sembra, in alcuni momenti, un assente. Mentre loro vedevano un uomo nel quale riconoscevano il Signore con il quale avevano vissuto per tre anni. Tommaso, invece, li supera, lui che era stato incredulo, con la solenne professione di fede “mio Signore e mio Dio”. Vedeva un uomo e lo professava come Dio. L’Eucarestia domenicale permette anche a noi di professare il mistero della nostra fede aprendo il cuore allo Spirito perché subentri in noi il desiderio di unirci sempre più a Colui che era morto, ma che ora è il Vivente.
Preghiera a Maria – Tu, o Maria, sei la donna che hai dato carne al Verbo eterno. Con Lui sei vissuta per anni nella casa di Nazareth e, insieme a Giuseppe lo hai visto crescere, lavorare, obbedire … In quella casa hai accolto e meditato le primizie del Vangelo, cantato i Salmi, adorato in silenzio il mistero, glorificato Dio con la laboriosità delle tue mani. Rivela a noi la fecondità di questa vita nascosta, mistero del lievito in cui rinasce il mondo. Fa’ che, a tua immagine, possiamo essere ‘custodia vivente’ della Parola e viverla nell’incessante colloquio con il Padre. Amen.
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