mercoledì 18 maggio 2011

213 - I SETTE DISCEPOLI VANNO A PESCARE -17 Maggio 2011 – Martedì 4ª sett. di Pasqua

Dopo il dono di Pasqua, i discepoli sono “insieme”. Si parla di sette discepoli (Giovanni 21,2). Non sono i Dodici (cf. Giovanni 6,70), che rappresentano le tribù d’Israele. Sono sette, numero di totalità, che rappresenta le nazioni pagane. È ormai la comunità delle sette chiese (cf. Apocalisse capitoli 2-3), aperta al mondo.
Simon Pietro - Gesù gli aveva promesso che, “dopo queste cose”, avrebbe capito il suo gesto di lavargli i piedi (13,7). Simone, fratello di Andrea, è uno dei primi che lo ha incontrato, ricevendo il nome di Pietro (1,42). È lui che, dopo il discorso sul pane di vita, dice a nome di tutti: “Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio” (6,68s). lo ritroviamo nell’ultima cena a più riprese: non vuole che Gesù gli lavi i piedi (13,6-9), chiede all’altro discepolo di domandare chi è il traditore (13,24) e dichiara di essere disposto a seguire il Signore fino a morire per lui (13,36-38). Nel giardino estrae la spada per difenderlo (18,10s) e nel cortile, dove l’ha introdotto il discepolo amato, lo rinnega (18,15-27). Lo incontriamo, ancora insieme a lui, nella corsa mattutina al sepolcro (20,2-10). L’intreccio del loro cammino continua anche in questo racconto (cf.vv. 1-14) e trova nel finale – come sintesi di tutto il Vangelo – la sua spiegazione (cf. vv. 15-24).
Tommaso - detto Didimo. Tommaso si dichiara disposto a morire accanto a Gesù (11,16). Nell’ultima cena gli chiede inoltre dove va; e ottiene la risposta: “Io Sono la Via, la Verità e la Vita” (14,5s). Riappare nel racconto precedente come l’incredulo che raggiunge la piena fede, esclamando: “Il mio Signore e il mio Dio” (20,28).
Natanaele - quello di Cana di Galilea. È il vero israelita che, superando i suoi dubbi (1,46), per primo riconosce Gesù come Figlio di Dio e re d’Israele (1,49). Si precisa che è di Cana di Galilea, dove Gesù fece il primo segno e “manifestò la sua gloria” (2,11).
I due figli di Zebedeo - È l’unica volta che nel quarto Vangelo ricorre quest’espressione. Sappiamo dagli altri Vangeli che sono Giacomo e Giovanni (cf. Marco 1,19), coloro che, con Pietro, partecipano alla pesca miracolosa (Luca 5,1ss). Nella tradizione il secondo di questi fratelli è stato identificato con il compagno anonimo di Andrea (cf. Giovanni 1,35-40), “l’altro discepolo”, quello che Gesù amava, autore del quarto Vangelo.
Altri due discepoli - Chi sono questi due altri discepoli? Inutile chiederselo, perché sono anonimi. Sappiamo che sono due, principio di molti. Rappresentano i discepoli che verranno in seguito, chiamati “altri”, come l’”altro discepolo”, quello che Gesù amava.
Preghiera a Maria - “Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d’Israele, tu splendido onore della nostra gente” (Giuditta 15,9). Infatti, tu, Maria, hai aderito con tutta te stessa al disegno di Dio che ti ha voluto indissolubilmente congiunta alla missione redentrice del Figlio. Dall’albero della croce presso il quale tu eri presente e partecipe, è maturato il frutto della nostra libertà. Il tuo esempio e la tua intercessione renda anche noi, come te, generosi e solerti nell’operare a favore del riscatto di ogni schiavitù. In particolare al tuo cuore di madre presentiamo i giovani vittime della droga, le prostitute, i prigionieri, coloro che muoiono di AIDS, coloro che sfruttano i piccoli. Possa per ciascuno giungere presto il momento della riacquistata libertà del corpo e dello spirito.

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