mercoledì 23 marzo 2011

158 - UN DIO CHE ENTRA NELLA STORIA … PER CAMBIARLA! - 26 Marzo 2011 – Sabato 2ª sett. Quaresima

In quei giorni, il Signore disse ad Abram: “ Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò. Farò di te una grande nazione e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e possa tu essere una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò, e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra”. Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.(Genesi 12,1-4) La lettura ci mostra come la parola irrompa improvvisa nella vita di Abramo e provochi “un nuovo inizio”, “una nuova creazione”. C’è un salto qualitativo che si deve far rilevare: rivolgendosi al patriarca Dio si rivela come Colui che intende entrare in relazione con una persona. Non potrà dunque essere considerato – alla stregua degli altri dei – come il Dio di una terra, di una regione, a cui prestare ossequio quando ci si viene a trovare nel suo territorio. Egli è invece colui che accompagna l’uomo e costituisce la sua unica sicurezza, il suo futuro. Così si chiede ad Abramo di lasciare tutto ciò che rappresenta per lui un sostegno: la terra in cui si trova, il suo clan che gli garantisce un aiuto ed una protezione nei momenti difficili. Per andare verso dove? Verso un avvenire che è del tutto ignoto, in vista di un dono che Dio gli ha fatto intravedere con la sua promessa. Certo, il futuro che gli viene prospettato è grande, magnifico, ma molti elementi realistici sembrano cozzare contro questo disegno strabiliante, a partire dall’età del patriarca e dal fatto che fin qui non ha avuto figli. La risposta di Abramo è emblematica: il sentiero per cui egli si incammina, l’atteggiamento che adotta sono un punto di riferimento per ogni credente: “Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore”. Un Dio che entra nella storia … per cambiarla. ° Dio non si rivela innanzi tutto come il Dio della natura quanto piuttosto come Colui che desidera entrare nella storia degli uomini. Egli non incarna affatto – come accadeva con gli dei pagani – questa o quella forza misteriosa o oscura, di cui assicurarsi la benevolenza riconoscendone il potere e i diritti sovrani. Nel caso di Abramo appare con chiarezza come Dio cerchi una relazione per cambiare il corso della storia degli individui e dei popoli. ° Il Dio di Abramo offre molto di più di un Dio pagano, ma è anche più esigente. Chiede una risposta pronta, decisa, un’obbedienza a tutta prova. Non ci si mette totalmente nelle sue mani se non si è guidati dalla fiducia: fiducia in lui, nel suo amore, che diventa certezza che egli realizzerà quanto promesso. Il rischio che il patriarca corre è quello che ogni credente deve affrontare se vuole veramente vivere l’avventura esaltante della relazione con Dio. ° La difficoltà che provano i credenti di oggi è esattamente la stessa. Non riguarda la comprensione, la conoscenza, ma la fiducia, l’accettazione del rischio. Fin quando si tratta di fare da spettatori ci si può anche lasciar cogliere dall’entusiasmo: battere le mani non costa un granché. Il bello arriva quando si diventa protagonisti.

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