Se Gesù riesce a vincere le tentazioni è perché si fida completamente del Padre, una fiducia a tutta prova, che nulla e nessuno riesce ad intaccare. Per questo egli ha accettato un compito per nulla facile, ma facondo di grazia per tutta l’umanità.
In definitiva quindi:
° la fiducia vale molto di più di qualsiasi privilegio: la forza di Dio si rivelerà proprio nella debolezza umana del suo Figlio;
° l’amore per Dio e per gli uomini conta più di qualsiasi sicurezza o rete di protezione che difende da rischi ed incertezze: sarà davanti alla croce che tutti dovranno riconoscere la bontà e la misericordia di Dio;
° la paternità di Dio è più importante di qualsiasi mezzo umano, la sua vicinanza è fuori discussione, anche se all’apparenza sembra che Egli abbandoni il suo Figlio alla sofferenza e alla morte: il Messia povero e disarmato si metterà totalmente nelle mani del Padre.
È questa la strada che Gesù indica ad ognuno di noi per superare il tempo della prova e non soccombere nel deserto della tentazione. Non è un percorso magico, del “tutto e subito”, ma piuttosto un cammino impervio e scosceso, che porta però alla resurrezione e alla gloria.
Conoscere i deserti della vita, sperimentare la propria fragilità, riconoscere le dimensioni del male e del peccato: tutto questo non deve abbattere il discepolo. Egli, infatti, in qualsiasi frangente non può perdere il senso delle proporzioni: la forza disgregatrice del peccato è molto minore della potenza della grazia., che ci viene offerta in Cristo. Se, dunque, per la nostra appartenenza ad Adamo rechiamo il contrassegno della fragilità, per la nostra adesione a Cristo riceviamo non solo la possibilità di sfuggire alla tentazione, ma anche di compiere il bene, in modo smisurato, al di là di qualsiasi immaginazione. Il passaggio dal giardino al deserto non è ineluttabile: chi si fida di Gesù riesce a trasformare qualsiasi deserto in un luogo fecondo di giustizia e di pace, grazie all’amore che ha ricevuto e all’amore con cui risponde.
Oggi è la festa di San Giuseppe e dei papà (auguri a tutti coloro che vivono una vera paternità responsabile). Giuseppe è un esempio stimolante per la nostra vita cristiana. La sua umiltà, il suo totale spirito di servizio, la sua docilità alla parola di Dio, la sua castità, il suo spirito di povertà ed il suo coraggio nel lavoro – tutte virtù quotidiane – possiamo farle nostre con la sua intercessione. Nel nostro cammino incessante verso Dio possiamo soprattutto ispirarci al sua silenzio, un silenzio adorante, ed alla sua modestia che lascia un po’ alla volta tutto il posto all’Altro.
In definitiva quindi:
° la fiducia vale molto di più di qualsiasi privilegio: la forza di Dio si rivelerà proprio nella debolezza umana del suo Figlio;
° l’amore per Dio e per gli uomini conta più di qualsiasi sicurezza o rete di protezione che difende da rischi ed incertezze: sarà davanti alla croce che tutti dovranno riconoscere la bontà e la misericordia di Dio;
° la paternità di Dio è più importante di qualsiasi mezzo umano, la sua vicinanza è fuori discussione, anche se all’apparenza sembra che Egli abbandoni il suo Figlio alla sofferenza e alla morte: il Messia povero e disarmato si metterà totalmente nelle mani del Padre.
È questa la strada che Gesù indica ad ognuno di noi per superare il tempo della prova e non soccombere nel deserto della tentazione. Non è un percorso magico, del “tutto e subito”, ma piuttosto un cammino impervio e scosceso, che porta però alla resurrezione e alla gloria.
Conoscere i deserti della vita, sperimentare la propria fragilità, riconoscere le dimensioni del male e del peccato: tutto questo non deve abbattere il discepolo. Egli, infatti, in qualsiasi frangente non può perdere il senso delle proporzioni: la forza disgregatrice del peccato è molto minore della potenza della grazia., che ci viene offerta in Cristo. Se, dunque, per la nostra appartenenza ad Adamo rechiamo il contrassegno della fragilità, per la nostra adesione a Cristo riceviamo non solo la possibilità di sfuggire alla tentazione, ma anche di compiere il bene, in modo smisurato, al di là di qualsiasi immaginazione. Il passaggio dal giardino al deserto non è ineluttabile: chi si fida di Gesù riesce a trasformare qualsiasi deserto in un luogo fecondo di giustizia e di pace, grazie all’amore che ha ricevuto e all’amore con cui risponde.
Oggi è la festa di San Giuseppe e dei papà (auguri a tutti coloro che vivono una vera paternità responsabile). Giuseppe è un esempio stimolante per la nostra vita cristiana. La sua umiltà, il suo totale spirito di servizio, la sua docilità alla parola di Dio, la sua castità, il suo spirito di povertà ed il suo coraggio nel lavoro – tutte virtù quotidiane – possiamo farle nostre con la sua intercessione. Nel nostro cammino incessante verso Dio possiamo soprattutto ispirarci al sua silenzio, un silenzio adorante, ed alla sua modestia che lascia un po’ alla volta tutto il posto all’Altro.
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