venerdì 18 marzo 2011

149 - DAL DESERTO … AI DESERTI DELLA VITA - 17 MARZO 2011 – Giovedì 1ª sett. Quaresima

Il deserto … che cos’è? Invitati a seguire Gesù nel deserto per quaranta giorni, noi dobbiamo per forza di cose prendere coscienza di questa realtà, fisica e simbolica. Un quinto della superficie del nostro pianeta è costituito da deserti. E non si tratta di un caso. In ogni vita umana arriva il momento in cui, in qualche modo, si deve attraversare il proprio deserto. E questo non avviene senza conseguenze. Nella storia di Israele, nella vita di Gesù come nel cammino della Chiesa si rende necessario un tempo per affrontare il deserto. Ma che cos’è veramente il deserto? ° È un luogo di spoliazione, una terra nuda, priva di vegetazione. La realtà minerale del suolo si stende sotto il firmamento. Non vi sono abitanti. Non vi sono rumori: il silenzio invade le dune e le rocce. Nessun riparo al sole di giorno, nessun rifugio contro il freddo di notte. Su questa terra vuota anche l’uomo necessariamente, finisce con lo svuotarsi. L’avere, il sapere, il potere non contano più. L’uomo non conta più per quello che ha, per quello che fa o per il modo in cui appare, ma per quello che è. ° E’ un luogo di lotta, di combattimento. Si tratta di lottare contro la fatica, contro i disagi, contro la fame e la sete, ma anche contro la solitudine, e in definitiva, contro se stessi. La tentazione assume i connotati dell’angoscia, dei fantasmi illusori, dei miraggi, ma anche del bisogno di fuggire per ritrovare il proprio mondo ordinario. ° E’ un luogo in cui si rivela l’essenziale. Nel cuore della spoliazione e della lotta, si rivela una Presenza: Colui al quale non si può fare a meno di pensare. Colui verso il quale non si può fare a meno di gridare. Mentre si sperimenta la propria fragilità si avverte anche come sia possibile fidarsi di Qualcuno, mettere la propria vita nelle sue mani, lasciarsi guidare da Lui. Il Dio che si impara a conoscere nel deserto è il Dio che assicura la sua presenza discreta, il Dio che sfama e disseta, il Dio che conduce in mezzo alle difficoltà. ° Per questo il deserto alla fine appare come un luogo di grazia: il luogo in cui Dio si rivela e in cui si rinasce ad una vita nuova, dopo aver imparato ad ascoltarlo e a fidarsi di lui. Dal deserto ai deserti della vita. Il deserto fisico ci fa ricordare i molti deserti dell’esistenza umana: * il deserto della malattia, della sofferenza in cui i nostri progetti vanno in frantumi e ci si deve confrontare con l’inattività, ma anche con il dolore, con l’incertezza sul proprio futuro, con il passaggio attraverso cure mediche lunghe ed estenuanti … * il deserto del fallimento, dell’insuccesso che distrugge la nostra immagine di vincenti e ci obbliga a scoprire i nostri limiti, la nostra inadeguatezza; la fatica a rientrare nel sistema produttivo, l’incapacità ad onorare gli impegni assunti … * il deserto dell’isolamento, dell’incapacità ad entrare in relazione con gli altri, a tessere e mantenere legami di amicizia e di affetto, il deserto provocato dall’infedeltà che lacera e devasta … * il deserto della banalità, di un’esistenza quotidiana priva di orientamento, di senso, condannata alla superficialità, alle sensazioni epidermiche … E’ all’interno di questi deserti che uomini e donne vengono messi alla prova. Saranno in grado di resistere? Riusciranno a superare questi momenti difficili oppure soccomberanno alla paura, al dubbio, alla disillusione, all’amarezza?

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