sabato 5 marzo 2011

140 - LA PAROLA DI DIO ROCCIA DELLA VITA - 06 MARZO 2011 –IXª Domenica tempo ordinario

LA PAROLA DOMENICALE LETTA IN FAMIGLIA
(Deuteronomio11,18.26-28.32 Romani 3,21-25.28 Matteo 7,21-27)

Siamo ancora troppo legati ad una concezione che interpreta la vita cristiana come frutto di un impegno, quasi di una costrizione che i genitori tramandano ai propri figli e non ci accorgiamo che la nostra identità di cristiani ci è offerta come dono gratuito del Signore. Se i presupposti della nostra vita cristiana sono dono di Dio, ne possiamo trarre la conseguenza che seguire la parola di Dio è benedizione. Il Signore ‘dice bene’ e ‘fa cose buone’ nella logica della creazione. Inserirsi in questa dinamica crea sintonia, comunicazione e armonia con il Signore, con gli esseri umani e con il creato.
Ascolto - Ascoltare è una delle azioni che più volte la Bibbia ricorda come tipica del credente. Anche l’obbedienza ai comandi è una forma di ascolto del decalogo, le dieci parole che costituiscono i termini entro i quali accogliere l’alleanza che il Signore ha voluto sancire con il suo popolo. L’ascolto è un atteggiamento che coinvolge tutta la persona. Nell’educazione è la prima regola di chi vuol educare, specialmente nelle situazioni più difficili ed è anche la richiesta che il genitore e l’educatore pongono per stabilire una comunicazione in grado di trasmettere alcuni valori. Anche nei confronti della parola di Dio l’ascolto introduce alla messa in pratica del messaggio ricevuto e accolto.
Dialogo - L’ascolto apre la strada al dialogo. Forse anche la nostra preghiera alcune volte si traduce in un monologo con al centro soltanto il nostro io. Presentiamo al Signore quello che abbiamo fatto secondo i nostri progetti, formuliamo le nostre richieste in sintonia con quanto riteniamo buono per noi, facciamo fatica a riconoscere che quanto abbiamo costruito è un dono che è stato posto dal Signore nelle nostre mani. La preghiera risente del nostro stato d’animo, spesso non è in sintonia con la parola di Dio, con il messaggio divino che ci viene comunicato dal Vangelo e dai segni con i quali lo Spirito ci guida. La liturgia della Parola sapientemente pone dopo l’ascolto di quanto il Signore ci ha voluto comunicare la preghiera dei fedeli, le nostre richieste. L’averci giustificati, così come il porre di fronte a noi benedizione e maledizione e l’offrirci la possibilità di edificare sulla roccia o sulla sabbia rendono evidente che il Signore intende tessere un dialogo con noi. Non ci incute terrore, non ci costringe forzatamente nell’itinerario, ma ci aspetta per costruire la nostra vita nel dialogo filiale della preghiera, della condivisione, della comunione. Coerenza nella vita - L’ascolto e il dialogo conducono alla coerenza nella vita. Due persone che si ascoltano reciprocamente e dialogano assumono decisioni condivise. Nel rapporto con il Signore c’è sempre la cifra del peccato che impedisce la totale e piena realizzazione del bene individuato, ma l’esistenza del credente approda alla coerenza di vita, passando attraverso la consapevolezza dell’essere reso giusto per dono di Dio e della libertà nella fedeltà al Signore e assumendo gli atteggiamenti dell’ascolto e del dialogo. Il Vangelo non suona soltanto come un messaggio collocato storicamente attorno alla figura di Gesù, ma si traduce in un sentiero vitale, attraverso il quale tendere sempre di più alla comunione eterna con il Signore. La casa sulla roccia, la benedizione sono immagini che esprimono un’esistenza conforme al versetto del canto al Vangelo: “Io sono la vite; voi i tralci, dice il Signore; chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto”.

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