“Rispose la donna al serpente: Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete” (Genesi 3,2-3).
La donna, rispondendo al serpente, cerca di difendere Dio, ma lo fa male, lasciando intuire che il sospetto su Dio si è insinuato nel suo cuore, e l’obbedienza al comando si profila come una negativa servitù. Infatti ella vuole rimettere le cose a posto, ma nel suo zelo va oltre; infatti l’aggiunta “non dovete mangiarne e non lo dovete toccare” manifesta come tale esagerazione della donna approfondisca già di fatto la ‘negatività’ della legge. Inoltre, nella sua risposta tradisce l’inganno in cui è già caduta perché al centro del giardino ( e cioè del suo desiderio), non sta più l’albero della vita, ma l’albero del frutto proibito (l’albero della conoscenza del bene e del male). E come se non bastasse minimizza le conseguenze della trasgressione, in quanto Dio non ha detto semplicemente che essi sarebbero morti nel caso avessero mangiato il frutto, ma sarebbero morti certamente. Letteralmente si parla di un “morire morirai” secondo una tipica espressione ebraica che intende rafforzare, enfatizzare il significato; in questo caso significa che non sarà semplicemente un morire, ma un morire assolutamente tragico.
La difesa che la donna ha fatto di Dio è stata troppo debole e segnala come il serpente abbia efficacemente seminato il dubbio sulla bontà di Dio. Si introduce così un motivo ben noto nel mondo classico, quello dell’invidia degli dèi. Il serpente dichiara quindi che Dio è rivale dell’uomo che Dio teme l’uomo, ne è geloso, è in concorrenza con lui, lo sta ingannando. Idea antica sempre attuale, quando si afferma l’incompatibilità tra l’idea di Dio e la libertà dell’uomo!
Buon gioco ha il serpente a sostituire la promessa di Dio con le sue tre promesse: “Non morirete affatto!”; “I vostri occhi si aprirebbero”; “Sareste come Dio”. Promessa di immortalità, di onniscienza e di onnipotenza, che diventano poi un delirio di morte, come sperimenterà tragicamente l’umanità nella sua storia.
La donna, rispondendo al serpente, cerca di difendere Dio, ma lo fa male, lasciando intuire che il sospetto su Dio si è insinuato nel suo cuore, e l’obbedienza al comando si profila come una negativa servitù. Infatti ella vuole rimettere le cose a posto, ma nel suo zelo va oltre; infatti l’aggiunta “non dovete mangiarne e non lo dovete toccare” manifesta come tale esagerazione della donna approfondisca già di fatto la ‘negatività’ della legge. Inoltre, nella sua risposta tradisce l’inganno in cui è già caduta perché al centro del giardino ( e cioè del suo desiderio), non sta più l’albero della vita, ma l’albero del frutto proibito (l’albero della conoscenza del bene e del male). E come se non bastasse minimizza le conseguenze della trasgressione, in quanto Dio non ha detto semplicemente che essi sarebbero morti nel caso avessero mangiato il frutto, ma sarebbero morti certamente. Letteralmente si parla di un “morire morirai” secondo una tipica espressione ebraica che intende rafforzare, enfatizzare il significato; in questo caso significa che non sarà semplicemente un morire, ma un morire assolutamente tragico.
La difesa che la donna ha fatto di Dio è stata troppo debole e segnala come il serpente abbia efficacemente seminato il dubbio sulla bontà di Dio. Si introduce così un motivo ben noto nel mondo classico, quello dell’invidia degli dèi. Il serpente dichiara quindi che Dio è rivale dell’uomo che Dio teme l’uomo, ne è geloso, è in concorrenza con lui, lo sta ingannando. Idea antica sempre attuale, quando si afferma l’incompatibilità tra l’idea di Dio e la libertà dell’uomo!
Buon gioco ha il serpente a sostituire la promessa di Dio con le sue tre promesse: “Non morirete affatto!”; “I vostri occhi si aprirebbero”; “Sareste come Dio”. Promessa di immortalità, di onniscienza e di onnipotenza, che diventano poi un delirio di morte, come sperimenterà tragicamente l’umanità nella sua storia.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.