mercoledì 9 marzo 2011

141 - QUARESIMA: CAMMINO VERSO PASQUA … 09 MARZO 2011 - Mercoledì delle Ceneri

PREMESSA
L’itinerario di fede percorso anno dopo anno durante il tempo quaresimale ripropone l’esperienza della storia della salvezza: è l’itinerario che dà senso alla storia del mondo e alla loro storia personale di fede di ciascun credente, è al tempo stesso un itinerario di conversione, di crescita interiore, e cammino comunitario perché lega i credenti tra di loro impegnandoli in una comune missione di trasfigurazione del mondo quotidiano.
Tutto questo richiede una continua lotta con se stessi e con le tentazioni che vengono dall’esterno: tentazioni di dare più importanza all’esteriorità che all’interiorità, tentazione del potere e del possesso, tentazione di cercare scappatoie e compromessi. Occorre trovare la fonte della forza e del coraggio per affrontare la lotta e mantenere la direzione giusta. Ciò che non è sempre facile.
Le tappe di questo cammino sono impegnative e richiedono rinuncia a se stessi. E’ più che mai necessario attingere alle fonti di acqua viva, chiedere e ricevere il dono della luce e della forza per vivere nella grazia e nella verità, farsi vigilanti affinché la fede non si addormenti, sperimentare il digiuno come forma di solidarietà concreta.
Prima tappa - CERCARE DIO
La conversione interiore non è fine a se stessa. Essa diventa la condizione per mettersi alla vera ricerca di Dio: la quaresima è fin dall’inizio un invito a tornare al Signore, con la consapevolezza del proprio peccato e della grazia che invochiamo.
Da dove partire? Dall’esperienza del fallimento, dei nostri tentativi maldestri di farcela da soli, con i nostri criteri, allontanandoci da Dio e dalla sua parola. Sì, noi abbiamo la tragica possibilità di ridurre in cenere i doni preziosi, le offerte di grazia che ci hanno raggiunti. E’ la cenere provocata dal nostro orgoglio, dalla nostra superbia, dalla voglia di emergere, puntando sulle nostre forze e sulla nostra astuzia. E’ la cenere in cui abbiamo ridotto la nostra relazione con Dio, bruciando il nostro tempo in nome di una visione affannata della realtà, in cui non c’è più spazio per il silenzio e per l’ascolto, per la preghiera di invocazione e di lode, ma solo per certi risultati, che manifestano le nostre capacità, il nostro potere, la nostra bravura. E’ la cenere che ci è restata tra le mani a causa del nostro egoismo, dell’abitudine a pensare solo a noi stessi e al nostro tornaconto. Il che ha mandato in frantumi progetti di giustizia e di pace, di fraternità e di solidarietà. E’ la cenere che rappresenta il risultato della nostra logica “divorante” che induce a consumare velocemente non solo una quantità eccessiva di beni, ma anche rapporti che esigono fedeltà, cura ed attenzione.
E’ la cenere rimasta dopo che:
° la nostra preghiera è stata uccisa dall’ipocrisia e dall’illusione di poter piegare Dio al nostro volere;
° l’equilibrio, l’armonia della nostra vita, anima e corpo, sono stati intaccati dal bisogno di apparire, di imporsi sugli altri, alla loro attenzione ed ammirazione. Così, afferrati da un bisogno incontrollato di cercare il proprio successo, di accumulare beni, siamo rimasti asserviti a quelli che dovevano essere solo degli strumenti: gli oggetti di cui ci attorniamo, l’attività che ci assicura da vivere;
° naturalmente anche i rapporti con gli altri, assoggettati ad una logica utilitaristica, se non addirittura di sfruttamento, hanno devastato il progetto di una vita ispirata al Vangelo e dai suoi valori.
Che cosa fare, una volta accertata la nostra terribile capacità distruttiva? Esiste o no una via di uscita? (a domani)

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