L’epilogo dell’episodio della Trasfigurazione è conforme al genere apocalittico, per cui il rivelatore o l’interprete di esso deve avvicinarsi ai destinatari della visione per sollevarli da un senso di sbigottimento, prostrazione, quasi di disorientamento: “Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: Alzatevi e non temete” (Matteo 17,7). Colui che essi hanno visto trasfigurato, cioè nella luce della trasfigurazione, ora riappare nella sua dimensione terrena, nella sua prossimità corporea. Il gesto di toccarli stabilisce una profonda comunione e trasfonde coraggio in coloro, che dall’euforia della visione erano passati al timore - quasi al terrore - dell’incontro con il mistero avvolto nella nube.
Questo gesto di Gesù verrà ripreso anche dal veggente dell’apocalisse,che, dopo la visione del Vivente, afferma: “Ma egli, posando su di me la sua destra,disse: Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo …”(Apocalisse 1,17). Nel tocco e nelle parole di Gesù, con cui egli richiama i tre discepoli al presente, sta tutta la forza con cui egli li vuole sostenere nel loro cammino di sequela, nel dare concretezza a quell’ascolto che è stato loro comandato. Per il momento, però, scendendo dalla montagna Gesù ammonisce i tre discepoli perchè non raccontino nulla della visione ricevuta prima che egli sia risorto dai morti.
Così, ancora una volta, vi è il richiamo alla morte ormai prossima del Messia, e appare chiaro allora il senso dell’evento di cui sono stati beneficiari: prepararli ad affrontare con fede il duro destino del Figlio dell’uomo, proprio perché hanno potuto, in qualche modo godere dell’anticipazione della sua gloria futura, della sua definitiva vittoria sulla morte.
Davanti all’uomo sfigurato, all’uomo dei dolori, essi non dovranno dimenticare che proprio lui era il trasfigurato, colui il cui volto spendeva come il sole!
Oggi è la festa dell’Annunciazione del Signore – Stabilita la data della nascita di Gesù il 25 Dicembre, 9 mesi prima, appunto il 25 marzo, quel Bambino deve essere concepito … ecco la festa di oggi (notiamo che calcoli eruditi mettono in questa stessa data la morte di Gesù e la creazione del mondo). Il racconto dell’annunciazione inizia con l’angelo “mandato” e termina con l’angelo che parte. L’angelo è la presenza di Dio nella sua parola annunciata. La nostra fede nella sua parola accoglie Lui stesso e ci unisce a Lui: è il natale di Dio sulla terra e dell’uomo nei cieli. La Parola si fa carne in noi, senza lasciarci più e l’angelo può andare ad annunciarla ad altri, fino a quando il mistero compiutosi in Maria sarà compiuto tra tutti gli uomini. La salvezza di ogni uomo è diventare come Maria: dire sì alla proposta d’amore di Dio, dare carne nel suo corpo al suo Verbo eterno, generare nel mondo il Figlio.
Questo gesto di Gesù verrà ripreso anche dal veggente dell’apocalisse,che, dopo la visione del Vivente, afferma: “Ma egli, posando su di me la sua destra,disse: Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo …”(Apocalisse 1,17). Nel tocco e nelle parole di Gesù, con cui egli richiama i tre discepoli al presente, sta tutta la forza con cui egli li vuole sostenere nel loro cammino di sequela, nel dare concretezza a quell’ascolto che è stato loro comandato. Per il momento, però, scendendo dalla montagna Gesù ammonisce i tre discepoli perchè non raccontino nulla della visione ricevuta prima che egli sia risorto dai morti.
Così, ancora una volta, vi è il richiamo alla morte ormai prossima del Messia, e appare chiaro allora il senso dell’evento di cui sono stati beneficiari: prepararli ad affrontare con fede il duro destino del Figlio dell’uomo, proprio perché hanno potuto, in qualche modo godere dell’anticipazione della sua gloria futura, della sua definitiva vittoria sulla morte.
Davanti all’uomo sfigurato, all’uomo dei dolori, essi non dovranno dimenticare che proprio lui era il trasfigurato, colui il cui volto spendeva come il sole!
Oggi è la festa dell’Annunciazione del Signore – Stabilita la data della nascita di Gesù il 25 Dicembre, 9 mesi prima, appunto il 25 marzo, quel Bambino deve essere concepito … ecco la festa di oggi (notiamo che calcoli eruditi mettono in questa stessa data la morte di Gesù e la creazione del mondo). Il racconto dell’annunciazione inizia con l’angelo “mandato” e termina con l’angelo che parte. L’angelo è la presenza di Dio nella sua parola annunciata. La nostra fede nella sua parola accoglie Lui stesso e ci unisce a Lui: è il natale di Dio sulla terra e dell’uomo nei cieli. La Parola si fa carne in noi, senza lasciarci più e l’angelo può andare ad annunciarla ad altri, fino a quando il mistero compiutosi in Maria sarà compiuto tra tutti gli uomini. La salvezza di ogni uomo è diventare come Maria: dire sì alla proposta d’amore di Dio, dare carne nel suo corpo al suo Verbo eterno, generare nel mondo il Figlio.
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