domenica 29 aprile 2012

383 - IL BUON-BEL PASTORE - 29 Aprile 2012 – Quarta Domenica di Pasqua

(Atti 4,8-12  1ªGiovanni 3,1-2  Giovanni 10,11-18)

La quarta domenica di Pasqua è detta, tradizionalmente, del Buon Pastore: in essa infatti la liturgia propone sempre brani evangelici in cui Gesù è presentato con le immagini del pastore. Proprio per questo motivo è stata anche scelta come giornata di preghiera per le vocazioni: a Colui che pasce il gregge di Dio si chiede con particolare fiducia l’aiuto e la grazia per coloro che lungo la storia sono chiamati a continuare la sua opera pastorale.

L’icona del ‘Bel Pastore’ esprime il rapporto unico e personalizzato tra Gesù e i suoi, fatto di trasparenza sponsale e di fiducia totale. La bellezza è «l’esca del divino» (S. Weil), perché si impone per la sua capacità di attrarre con gratuità, oltre i pregiudizi e con nuove prospettive. La bellezza di Gesù, legata al dono di sé, rovescia i criteri del mondo: la sapienza è nella stoltezza della Croce e la potenza è nella debolezza dell’amore che tutto trasforma. In Gesù, ascoltato con «le orecchie del cuore» (S. Benedetto) e preferito ai maestri del nulla, Dio si interessa a ciascuno, lo chiama per nome, lo cerca ovunque, lo salva pagando di persona.

C’è diffidenza verso questa immagine ‘pastorizia’ e rifiuto sdegnoso del proprio ruolo di ‘pecora’. Ci si crede tanto autonomi, pur essendo spesso dei ‘gregari’ negli acquisti, nelle correnti di pensiero, nel ‘politicamente corretto’… Ci si consegna facilmente a ‘pastori’, che offrono (o ‘impongono’?) servizi a pagamento, ‘mercenari’, ai quali non importa nulla della nostra vita e felicità.

In tempo di Pasqua, la porta evoca l’obbedienza del Figlio alla volontà del Padre fino alla croce, l’accesso alla terra promessa della risurrezione, il grande dono del Battesimo, l’unicità del Signore capace di radunare le pecore da tutti i luoghi della dispersione.

PREGHIERA - Sei tu, Gesù, il buon pastore: ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi tanto che non hai esitato a versare il tuo sangue. È questo che ci dà la certezza del tuo amore totalmente gratuito: non è nessun calcolo a guidare la tua relazione con noi, ma solo un amore smisurato che ti conduce ad esporti in prima persona per difenderci dal male.

Sei tu, Gesù, il buon pastore: tu ci conosci fin nel profondo con uno sguardo colmo di benevolenza e di compassione. Davanti a te noi sappiamo di poter stare con fiducia, senza nascondere le nostre fragilità, le nostre debolezze, le nostre ferite. Nulla, infatti, ti è ignoto di quello che passa per l’anima e proprio per questo, assieme a te, possiamo affrontare senza paura anche i percorsi più difficili.

Sei tu, Gesù, il buon pastore: la tua voce ha un timbro unico capace di raggiungere le zone più profonde della nostra esistenza e di destare in noi il desiderio di seguirti.

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