martedì 10 aprile 2012

366 - CHI SORRIDE STA MEGLIO

IL SORRISO
Salvifico e terapeutico, cura le piaghe del corpo e medica le ferite dell’anima. Un’espressione del viso semplice e contagiosa, simbolo di un profondo
bisogno di dialogo, di amore e di solidarietà.

Alla scoperta del perché è così importante imparare a sorridere.

11 Aprile Mercoledì di Pasqua: CHI SORRIDE STA MEGLIO

Ma il sorriso potenzialmente è anche altro: scherno, aggressività, freddezza. Quali caratteristiche ha allora quel movimento espressivo ascrivibile a un atteggiamento facciale di benessere? A questa domanda risponde Pio Ricci Bitti, ordinario di psicologia generale all’università di Bologna, responsabile di una serie di esperimenti sulla natura sociale ed emotiva del sorriso: “ I sorrisi che esprimono emozioni positive implicano la presenza di almeno due movimenti mimici, ovvero l’innalzamento e l’allargamento degli angoli delle labbra, a opera del muscolo zigomatico maggiore, e la contrazione del muscolo orbicolare dell’occhio. In alcuni studi è stato analizzato il sorriso che esprime sensazioni piacevoli, un caso che potrebbe essere ascritto, in senso lato, al benessere: all’innalzamento e all’allargamento degli angoli delle labbra si associano una lieve apertura della bocca e una relativa riduzione della rima palpebrale”. Ma quindi, quali sono gli effetti del sorriso sul benessere psicofisico? In merito interviene Pasquale Ionata, psicoterapeuta, già docente di psicologia della personalità alla Pontificia facoltà Auxilium di Roma: “L’azione benefica sul nostro corpo si traduce in rapide contrazioni ritmiche delle fibre muscolari del diaframma. Esse producono un massaggio salutare sugli organi addominali, stimolandone le funzioni, attivando le secrezioni digestive ed epatiche; influiscono, inoltre, sul ritmo respiratorio, attivano la funzione polmonare e l’azione del cuore, producendo una migliore ossigenazione. Ma ben maggiore è l’utilità psicologica del sorriso”. Non a caso, in psicoterapia, le conquiste più importanti sono quelle che prevedono un diretto coinvolgimento delle stesse risorse del paziente. Di conseguenza, il sorriso, appropriatamente stimolato, ha in sé una notevole efficacia terapeutica, in quanto aziona le dinamiche alla base del benessere. La trama della nostra felicità è data infatti – come mostra la maggior parte degli studi sul tema – più dalla frequenza e dalla ripetizione di piccoli stati d’animo che dalla presenza di grandi sommovimenti emozionali.
(Articolo di Elisa Fontana, pubblicato dal Messaggero di Sant’Antonio – Dicembre 2012)
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