giovedì 5 aprile 2012

362 - TRIDUO PASQUALE – VEGLIA PASQUALE

Per una pausa spirituale durante il Sabato Santo - 07 Aprile 2012

La notte di Pasqua è al centro della fede cristiana. Fiamma fragile nella notte, diventa fuoco inestinguibile quando l’annuncio della risurrezione si spande fino ad irradiare ogni cosa, vincendo le tenebre della notte e del male. I simboli, i testi, i gesti, i canti hanno l’unico scopo di proclamare, al cuore degli inquieti, dei disperati e dei sofferenti: «La vita è salva! È Cristo risorto il Salvatore del mondo!».
Sono quattro le notti descritte nella Bibbia. La prima notte si ebbe quando Yahvé si affaccia nel caos dell’abisso per la creazione. La seconda notte è messa a fuoco quando Dio apparve ad Abramo. La terza notte ebbe il suo fulgore quando il Signore si manifestò nell’esperienza dell’Egitto, traendo in salvo con la sua mano potente i primogeniti di Israele. La quarta notte ebbe il compimento quando si impegnò a liberare il popolo dalla terra della schiavitù, chiamando quella notte notte di veglia. Sono queste quattro notti che offrono la trama alle letture della Veglia pasquale. La notte della parusia, per i cristiani, è anticipata in questa notte della risurrezione di Gesù.
Anche in quest’anno, nel Vangelo proclamato durante la Veglia pasquale, sono tre le donne a mettersi per prime in cammino per l’annuncio dell’evento pasquale. Sono, del resto, le donne che donano la vita ed è in questo mattino di Pasqua che si attua una nuova rinascita. Il Signore rinasce dalla morte.
Il momento del giorno è indicato come al levar del sole. È il momento nel quale la terra passa dalla notte al giorno. È il passaggio dalla morte alla vita. L’evangelista lo indica come il primo giorno dopo il sabato. Quando la Bibbia racconta la creazione, afferma che, dopo essere stata creata la luce, fu sera e fu mattino … e fu il primo giorno. In questo Vangelo di Pasqua si tratta di un nuovo primo giorno. È come se Dio ricreasse il mondo. La risurrezione di Cristo è nuova vita.
Le donne trovano la tomba aperta. È come dire che è stato creato un passaggio (Pasqua): c’è un cammino aperto fra la morte e la vita.
Le donne entrano nella tomba: la casa della morte è divenuta la casa della vita. E l’angelo dice loro: «Non abbiate paura». Noi, ora, non siamo più prigionieri né della paura né della morte: la grande porta è ormai aperta e sta per spuntare il sole. Siamo entrati nel giorno senza tramonto.
PREGHIERA - In questa veglia, Signore crocifisso e risorto, tu apri i nostri cuori alla speranza e infondi in noi una gioia e una forza inaudite.
No, non ci fanno più paura le notti che dovremo attraversare, le zone buie nelle quali ci troveremo, confrontati come tutti gli uomini con la fatica e la sofferenza. Tu hai acceso per noi un fuoco, che scioglie le nostre membra indurite dal freddo dell’egoismo e della cattiveria. Tu ci offri una luce che rischiara il nostro cammino.
No, non ci fanno più paura i lunghi silenzi che dovremo affrontare quando non abbiamo facili risposte di fronte al dolore degli uomini, di fronte alla miseria del mondo. Tu pronunci una parola d’amore, culmine di una lunga storia in cui Dio si fa compagno di strada, nostro alleato e nostro liberatore.
No, non abbiamo paura neppure dei deserti che pur dovremo percorrere: la tua acqua estingue ogni sete, ogni arsura.
E quando ci fermeremo, sfiniti dalla fame e dalla stanchezza, tu preparerai per noi la mensa e spezzerai per noi il Pane, il tuo Corpo spezzato per la nostra salvezza.

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