IL SORRISO
Salvifico e terapeutico, cura le piaghe del corpo e medica le ferite dell’anima. Un’espressione del viso semplice e contagiosa, simbolo di un profondo
bisogno di dialogo, di amore e di solidarietà.
Alla scoperta del perché è così importante imparare a sorridere.
09 Aprile Lunedì dell’Angelo: COL SORRISO SULLE LABBRA
Può una catena di sorrisi, da sola, portare la felicità a un gran numero di persone, passando di volto in volto? Parrebbe di sì, o almeno questa è la convinzione dell’undicenne Trevor, che ha elaborato una singolare teoria basata su un modello che non è né economico, né sociologico, ma esperienziale. Una teoria che ha anche un nome: “Movimento passa il favore”. A spiegare il principio fondante è lo stesso Trevor, al quale un insegnante ha affidato come compito quello di immaginare un gesto che potrebbe cambiare il mondo: “Questo sono io e queste sono tre persone a cui darò il mio aiuto. Ma deve essere qualcosa di importante, una cosa che non possono fare da sole. Perciò io la farò per loro e loro la faranno per altre tre persone”. La ricetta è di un’ovvietà disarmante. Stando a quest’insegnamento, anche un sorriso può rappresentare qualcosa di veramente importante: da solo, ne genera subito altri tre, poi altri nove e così via. Troppo semplice per essere vero. Semplice come guardare un film e sognare di tornare bambini. Il film in questione è Un sogno per domani e Trevor ne è protagonista. Non quindi un acclamato ricercatore o un illustre psicologo, ma semplicemente un bambino come tanti, in un film come tanti.
A volte però, la realtà supera la fantasia e si resta meravigliati nello scoprire che di catene del sorriso, al mondo, ne esistono davvero, e tante. Uno studio, pubblicato sul “British Journal of Medicine”, condotto per la prima volta su larga scala – un campione di 5 mila persone controllate periodicamente per vent’anni – lo ha di recente dimostrato. Il contagi emozionale prodotto dai sorrisi si trasmette attraverso la rete sociale fino alla terza cerchia di conoscenze, purché quest’ultime siano incontrate e frequentate con costanza. Smile train conferma la regola: centosessanta volontari, più di mille espressioni felici donate in soli tre anni. Sorrisi regalati ai volti dei bambini del Sud del mondo – sfigurati da una malformazione congenita della bocca o da traumi da guerra – spesso privati del pane, dell’acqua, ma anche di un’emozione felice. In questo caso il motivo del mancato sorriso è una menomazione e non un dolore dell’anima come accade, magari, nell’Occidente, dove la scienza per la cura del sorriso ha a che fare con la psicologia e poco con la chirurgia.
Spiega Fabio Massimo Albenavoli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva e maxilo-facciale, presidente di Smile train Italia onlus: “ A essere preclusa non è solo la possibilità di sorridere. Il problema comprende anche la difficoltà o l’impossibilità di parlare, mangiare, respirare, senza contare il grave disagio e l’isolamento sociale che ne deriva”. Dietro ai sorrisi del Sud del mondo si cela quindi un grande valore ovvero “il diritto che ogni individuo ha alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”, così come sancisce la Dichiarazione dei diritti del’uomo. “Con l’intervento chirurgico – prosegue Albenavoli – non solo rimettiamo in asse tutte le strutture necessarie a elaborare un sorriso, ma restituiamo al nostro piccolo paziente il diritto a una vita normale”.
(Articolo di Elisa Fontana, pubblicato dal Messaggero di Sant’Antonio – Dicembre 2012)
BUONA PASQUA BUONA PASQUA BUONA PASQUA BUONA PASQUA
Salvifico e terapeutico, cura le piaghe del corpo e medica le ferite dell’anima. Un’espressione del viso semplice e contagiosa, simbolo di un profondo
bisogno di dialogo, di amore e di solidarietà.
Alla scoperta del perché è così importante imparare a sorridere.
09 Aprile Lunedì dell’Angelo: COL SORRISO SULLE LABBRA
Può una catena di sorrisi, da sola, portare la felicità a un gran numero di persone, passando di volto in volto? Parrebbe di sì, o almeno questa è la convinzione dell’undicenne Trevor, che ha elaborato una singolare teoria basata su un modello che non è né economico, né sociologico, ma esperienziale. Una teoria che ha anche un nome: “Movimento passa il favore”. A spiegare il principio fondante è lo stesso Trevor, al quale un insegnante ha affidato come compito quello di immaginare un gesto che potrebbe cambiare il mondo: “Questo sono io e queste sono tre persone a cui darò il mio aiuto. Ma deve essere qualcosa di importante, una cosa che non possono fare da sole. Perciò io la farò per loro e loro la faranno per altre tre persone”. La ricetta è di un’ovvietà disarmante. Stando a quest’insegnamento, anche un sorriso può rappresentare qualcosa di veramente importante: da solo, ne genera subito altri tre, poi altri nove e così via. Troppo semplice per essere vero. Semplice come guardare un film e sognare di tornare bambini. Il film in questione è Un sogno per domani e Trevor ne è protagonista. Non quindi un acclamato ricercatore o un illustre psicologo, ma semplicemente un bambino come tanti, in un film come tanti.
A volte però, la realtà supera la fantasia e si resta meravigliati nello scoprire che di catene del sorriso, al mondo, ne esistono davvero, e tante. Uno studio, pubblicato sul “British Journal of Medicine”, condotto per la prima volta su larga scala – un campione di 5 mila persone controllate periodicamente per vent’anni – lo ha di recente dimostrato. Il contagi emozionale prodotto dai sorrisi si trasmette attraverso la rete sociale fino alla terza cerchia di conoscenze, purché quest’ultime siano incontrate e frequentate con costanza. Smile train conferma la regola: centosessanta volontari, più di mille espressioni felici donate in soli tre anni. Sorrisi regalati ai volti dei bambini del Sud del mondo – sfigurati da una malformazione congenita della bocca o da traumi da guerra – spesso privati del pane, dell’acqua, ma anche di un’emozione felice. In questo caso il motivo del mancato sorriso è una menomazione e non un dolore dell’anima come accade, magari, nell’Occidente, dove la scienza per la cura del sorriso ha a che fare con la psicologia e poco con la chirurgia.
Spiega Fabio Massimo Albenavoli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva e maxilo-facciale, presidente di Smile train Italia onlus: “ A essere preclusa non è solo la possibilità di sorridere. Il problema comprende anche la difficoltà o l’impossibilità di parlare, mangiare, respirare, senza contare il grave disagio e l’isolamento sociale che ne deriva”. Dietro ai sorrisi del Sud del mondo si cela quindi un grande valore ovvero “il diritto che ogni individuo ha alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”, così come sancisce la Dichiarazione dei diritti del’uomo. “Con l’intervento chirurgico – prosegue Albenavoli – non solo rimettiamo in asse tutte le strutture necessarie a elaborare un sorriso, ma restituiamo al nostro piccolo paziente il diritto a una vita normale”.
(Articolo di Elisa Fontana, pubblicato dal Messaggero di Sant’Antonio – Dicembre 2012)
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