sabato 21 aprile 2012

380 - L’INCONTRO CON IL RISORTO - 22 Aprile 2012 – Terza Domenica di Pasqua

(Atti 3,13-15.17-19 1ªGiovanni 2,1-5 Luca 24,35-48)

Le varie apparizioni del Risorto, proposte dai Vangeli domenicali in questo periodo, chiedono di spostare il baricentro della vita ecclesiale dalle iniziative e dall’organizzazione, dalle strategie e dai progetti al soggetto personale ed ecclesiale che li attua nella storia. Il tempo pasquale rimette al centro dell’attenzione Cristo, con cui i discepoli di ogni tempo sono chiamati a confrontarsi. La domanda vera e urgente allora è: «Per Chi» si fanno quelle attività? L’essere efficienti è utile, ma non è sufficiente. Il movente di tutto deve essere Cristo.
Il cristianesimo non è una somma di iniziative o di strutture, ma un rapporto personale e comunitario con Cristo, che si può vivere solo dentro a un’autentica vita ecclesiale. L’amore a Cristo è il fondamento ed il principio di ogni impegno. Tutto allora può essere un’occasione per incontrare Cristo e sperimentare la bellezza dell’appartenenza al Signore che tiene insieme i credenti, nonostante le loro differenze e fragilità.
Gesù è il Signore e il Maestro, perché è il Figlio di Dio, il Rivelatore del cuore del Padre, colui che è passato dal buio del mistero del male. Ha diritto di parola solo chi ha fatto dono completo della propria vita. Il cristianesimo non è la religione del “libro”, perché la Parola è una Persona, Gesù, canale del colloquio tra Dio e l’uomo. L’ascolto di Gesù fa passare dal vuoto interiore all’accensione del cuore, dalla delusione all’entusiasmo, dal cammino sconsolato alla corsa appassionata al sepolcro.
Il Risorto educa la libertà delle persone, incontrandole negli ambiti del quotidiano: l’educazione è efficace se coglie la persona nell’insieme delle sue esperienze. L’Eucaristia nasce dalla vita di ogni giorno (‘spezzare il pane’, mangiare) e torna al quotidiano: affetti, lavoro, socialità, dolore, tempo.
L’assimilazione della Pasqua fa fronte alla crisi antropologica, rilevata anche dal Censis, che presenta gli italiani adulti come aggressivi, insoddisfatti e paurosi, dalle passioni tristi, vogliosi di ‘fare i giovani’, assuefatti al dolore altrui, incapaci di controllo delle pulsioni, con la crisi dell’autorità e il declino del desiderio, con riferimenti valoriali e ideali comuni sempre più deboli, con una crescente fragilità dei legami e delle relazioni sociali. Il soggetto è regola a se stesso, sempre più autoreferenziale. Molti ritengono di essere buoni cattolici anche senza tener conto della morale della Chiesa in relazione alla sessualità, al pagamento delle tasse ecc. C’è bisogno di ripartire dalla Pasqua, di essere ‘nuove creature’, di animare dal basso la società e illuminare le relazioni e i destini condivisi.
PREGHIERA - Il passaggio è inevitabile per tutti coloro che desiderano arrivare alla fede: è nelle Scritture, infatti, che si trova una luce che rischiara gli eventi dolorosi della tua passione e morte, Gesù, e permette di cogliere il senso di un percorso altrimenti oscuro e indecifrabile.
Ecco perché tu apri la mente dei discepoli all’intelligenza del testo sacro: grazie ad essa, infatti, ci è possibile scorgere l’amore di Dio che si rivela nel tuo dono totale.
Veramente, Gesù, tu hai offerto tutta la tua vita, fino in fondo, senza nulla trattenere per te. E la risurrezione è il sigillo che il Padre ha posto su quella che, a prima vista, poteva sembrare la vicenda prevedibile del perdente di turno, dell’ingenuo e dello sconfitto.
No, la via della croce è il percorso scelto da Dio per venire incontro all’umanità,
a costo di essere anche rifiutato e ucciso, nella certezza che solo l’amore può salvare veramente il mondo.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.