sabato 7 aprile 2012

363 - CRISTO, MIA SPERANZA, È RISORTO - 08 Aprile 2012 – Domenica di PASQUA

(Atti 10,34,37-43 Colossesi 3,1-4 Giovanni 20,1-9)

Con la resurrezione di Gesù, Dio ha avallato l’operato del Figlio: Cristo è l’uomo riuscito, la pietra angolare della casa, il Signore della vita, l’asse portante della storia. Ha scritto il poeta francese A. de Lamartine: «Il sepolcro di Cristo è il punto di partenza di un’idea che ha rinnovato l’universo; di una civiltà che ha trasformato tutto… Quella tomba è il sepolcro del vecchio mondo e la culla del nuovo». Gesù non è passato dalla tomba alla terra, bensì dal soggiorno dei morti al Padre, alla vita eterna. La risurrezione di Gesù è una vita trasfigurata: «Una vita che ha inaugurato una nuova dimensione dell’essere uomini… una sorta di “mutazione decisiva”, un salto di qualità» (Benedetto XVI).
Per noi, è l’avvenire che viene solo da Dio, con una totale gratuità. La nostra esistenza o è inconsistenza/inganno o è una promessa fondata. In società assai fluide come quelle europee, l’uomo ha bisogno di taluni punti fermi su cui poggiare. La fede nel Risorto è il dono più potente e straordinario che l’uomo possa ricevere, perché gli consente di porre con estremo realismo la questione della vita. Questa è la speranza cristiana: siamo destinati a durare per sempre!
La risurrezione è un seme fecondo che entra nel mondo, silenziosamente attecchisce per poi fiorire attraverso la catena dei testimoni. Anche nell’evento di Pasqua emerge il metodo con cui Dio si rivela al mondo, lo stile divino: non sopraffare con la potenza esteriore, ma dare libertà, donare e suscitare amore. È il grande valore del nostro essere in relazione. Chi entra in contatto con Gesù, non può dire ‘io’ senza dire ‘tu’, non può ritrovare la propria unità personale senza edificarsi con gli altri.
Il Risorto mostra che la vera, più profonda conoscenza passa attraverso l’amore dell’altro. Solo l’amore è credibile e dà ragione di ogni cosa. Dal dono amoroso dei testimoni passa l’evidenza della fede. La loro esperienza è contagiosa, proprio come quella che ognuno sperimenta nei rapporti di autentico amore. L’amore è fonte privilegiata di evidenza.
La Pasqua non è un’utopia, è un fatto e non si esaurisce nell’esperienza personale di Gesù. Con la risurrezione Gesù Cristo irrompe nella storia umana come nuovo principio di umanità, carico della forza irresistibile dello Spirito e si fa presenza, proposta e azione dinamica e coinvolgente. Si tratta di fare esperienza di questo Evento perché sprigioni tutta la carica di vita che contiene.
La Pasqua è rimuovere il macigno della solitudine e della miseria, dell’odio e della disperazione, del peccato. È lasciarsi aiutare ad uscire dalla propria tomba e adoperarsi per spostare il macigno del sepolcro accanto. La Pasqua è la primavera del cuore umano! È fondamentale guardarsi dentro e attorno, cogliere ciò che non fa cronaca e non è spettacolare, ma che tuttavia accade e immette nel vivo della storia tanta ricchezza di verità, di speranza e di bene. Così si impara ad accorgersi dei tanti segni credibili della risurrezione, dell’irradiazione della Pasqua di Cristo. È «l’economia sommersa della grazia» (T. Bello).
«Mangiare la Pasqua» è il fulcro della vita cristiana, la sintesi del passato e la prospettiva del futuro. Fare Pasqua con Gesù significa togliere il vecchio lievito, cioè sottrarsi all’influsso del male e diventare «pani azzimi di sincerità e di verità». Scriveva G. Bernanos: «Il Signore non ci ha detto di essere miele della terra, ma sale. Il problema è che oggi molti cristiani hanno la smania di essere miele, e lasciano il mondo andare in rovina». È il richiamo al ‘lievito’. Pasqua è una consegna: non si tratta di imbalsamare Cristo, ma di organizzare la risurrezione nel quotidiano, anche per vie inedite! Riportare alla luce ‘la sorgente’ permette di disseppellire quanto oggi pare ‘sepolto’: Dio, ideali, valori, la propria umanità. Allora sarà veramente Pasqua.
PREGHIERA - È ancora notte quando Maria viene al tuo sepolcro, Gesù, e lo trova spalancato e vuoto. E non le resta che pensare al furto del tuo corpo senza vita.
È ancora buio fuori e dentro di lei: sono le tenebre che avvolgono il suo cuore da quando ha visto il succedersi di avvenimenti drammatici, culminati nella tua morte sulla croce.
L’oscurità avvolge anche gli animi dei due discepoli che corrono alla tua tomba per constatare di persona. I teli e il sudario sono lì a testimoniare che tu non ne hai più bisogno perché la morte è stata sconfitta e tu ora vivi, risorto, nella gloria. Ed è proprio lì dentro il luogo in cui avrebbero voluto seppellire ogni tua parola e ogni tuo gesto, il tuo Vangelo e la speranza che il discepolo si apre alla luce della fede.
È grazie a quella luce che tutto acquista senso e la croce appare nel fulgore della tua risurrezione. È grazie a quella luce che il dolore e la tristezza si mutano in gioia e un’audacia nuova percorre il cuore.
BUONA PASQUA BUONA PASQUA BUONA PASQUA BUONA PASQUA

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