Gli eventi della Pentecoste sono descritti secondo un duplice registro di fenomeni: quelli di carattere uditivo e quelli di carattere visivo. Per i primi si ha un fragore dovuto al vento fortissimo, e successivamente il parlare in lingue. Per il fragore è suggestivo annotare come il termine greco sia il medesimo utilizzato nel racconto del Sinai per indicare il suono della tromba, il cui volume è sempre più crescente (Esodo 19,16). L’evocazione è ricca di significati: lo Spirito Santo che irrompe sui presenti e che poi li riempie ha a che fare con la Nuova Alleanza, è potenza creatrice e rinnovatrice (cfr. Genesi 1,1; Giovanni 3,8ss). Il registro uditivo ha il suo vertice in Atti 2,6 dove il rumore è detto letteralmente ‘voce’. La gente accorre perché ha sentito non solo un forte fragore, ma come una voce che la chiama e la raccoglie per ascoltare il racconto delle grandi opere di Dio, che hanno trovato il loro compimento in Cristo.
Il paradigma dei fenomeni visivi si esplica nell’apparire delle “lingue come di fuoco” e nel loro dinamismo, per cui si dividono e si posano su ciascuno dei presenti. Per Luca si tratta di un ‘apparire’, cioè di un manifestarsi visivo di qualcosa che di per sé è invisibile. C’è sempre una distanza tra il piano del ‘vedere’ e quello misterioso della realtà che si manifesta: ecco perché Luca precisa che le lingue erano ‘come di …’, e non semplicemente ‘fuoco’. Lo Spirito è davvero l’invisibilità e l’ineffabilità di Dio che si fanno vicine all’uomo, rendendo in qualche modo visibile ed udibile il mistero, senza annullare la distanza. La metafora del fuoco è ricchissima. Essa indica per un verso il giudizio divino, che qui raggiunge, trasforma, purifica i discepoli di Gesù, fino a farli diventare testimoni davanti a tutto il mondo. Il simbolo del fuoco e poi strettamente collegato al tema dell’amore, della passione: così lo Spirito, scendendo sui discepoli, ne infiamma i cuori e li rende assolutamente appassionati, per la causa di Gesù e del vangelo. Inoltre il simbolo del fuoco è, nella Bibbia, talora associato anche alla parola verso la testimonianza e la proclamazione delle opere di Dio. Infine va annotato che il quadro dipinto da Luca mostra un unico fuoco nell’atto del dividersi in tante lingue che si posano sul capo dei presenti. Si sottolinea così l’unità della sorgente, ma anche il fatto che lo Spirito Santo non è dono transitorio, ma stabile e pieno nella persona del credente, proprio come nel Primo Testamento si attendeva per i tempi messianici.
Sequenza allo Spirito Santo
Vieni Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce.
Vieni Padre dei poveri, / vieni datore dei doni, / vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima, / dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, / nel pianto, conforto.
O luce beatissima, / invadi nell’intimo / il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, / nulla è nell’uomo, / nulla senza colpa.
Lava ciò che è sòrdido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli / che solo in Te confidano / i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna: Amen! Alleluia!
Il paradigma dei fenomeni visivi si esplica nell’apparire delle “lingue come di fuoco” e nel loro dinamismo, per cui si dividono e si posano su ciascuno dei presenti. Per Luca si tratta di un ‘apparire’, cioè di un manifestarsi visivo di qualcosa che di per sé è invisibile. C’è sempre una distanza tra il piano del ‘vedere’ e quello misterioso della realtà che si manifesta: ecco perché Luca precisa che le lingue erano ‘come di …’, e non semplicemente ‘fuoco’. Lo Spirito è davvero l’invisibilità e l’ineffabilità di Dio che si fanno vicine all’uomo, rendendo in qualche modo visibile ed udibile il mistero, senza annullare la distanza. La metafora del fuoco è ricchissima. Essa indica per un verso il giudizio divino, che qui raggiunge, trasforma, purifica i discepoli di Gesù, fino a farli diventare testimoni davanti a tutto il mondo. Il simbolo del fuoco e poi strettamente collegato al tema dell’amore, della passione: così lo Spirito, scendendo sui discepoli, ne infiamma i cuori e li rende assolutamente appassionati, per la causa di Gesù e del vangelo. Inoltre il simbolo del fuoco è, nella Bibbia, talora associato anche alla parola verso la testimonianza e la proclamazione delle opere di Dio. Infine va annotato che il quadro dipinto da Luca mostra un unico fuoco nell’atto del dividersi in tante lingue che si posano sul capo dei presenti. Si sottolinea così l’unità della sorgente, ma anche il fatto che lo Spirito Santo non è dono transitorio, ma stabile e pieno nella persona del credente, proprio come nel Primo Testamento si attendeva per i tempi messianici.
Sequenza allo Spirito Santo
Vieni Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce.
Vieni Padre dei poveri, / vieni datore dei doni, / vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima, / dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, / nel pianto, conforto.
O luce beatissima, / invadi nell’intimo / il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, / nulla è nell’uomo, / nulla senza colpa.
Lava ciò che è sòrdido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli / che solo in Te confidano / i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna: Amen! Alleluia!
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