Continua un breve commento alle parole chiave usate da Marco per annunciare la risurrezione di Gesù.
Uscite fuggirono dal sepolcro - Davanti alla buona notizia, le prime reazioni delle donne, in questo simili a tutti gli uomini, sono di resistenza, disobbedienza e fuga invece che di sequela.
Infatti le aveva prese tremore e terrore - Sono prese da uno spavento “tremendo” che scuote loro le ossa e le fa uscire di sé. Invece della fede c’è la paura, segno d’incredulità (cfr. Marco 4,40).
E non dissero niente a nessuno - Non vogliono essere prese per pazze e visionarie (cfr. Luca 24,11). Invece dell’annuncio c’è il silenzio. Prima di giungere alla fede, devono emergere tutte le razioni negative del nostro cuore davanti al kerygma. È troppo grande per noi ciò che Dio dona!
Temevano - Si ribadisce la paura. Ma l’annuncio caduto nello stagno della nostra incredulità, ha sconvolto tutto. Chi ha letto fin qui il vangelo, si trova ad un bivio: ascoltare le proprie paure ed andarsene, ormai per sempre inquietato da una possibile buona notizia, oppure ascoltare il desiderio che essa gli ha posto nel cuore? Questo è come pietrificato. Ma la Parola è un seme. Deposto nel terriccio di una crepa, cresce e rompe la roccia.
Infatti - Il vangelo di Marco termina con questa parola con cui non si può concludere. La particella gar (=infatti) non può stare in chiusura, tanto meno di un libro! L’annuncio rimane sospeso. S’è diffuso nell’aria e non può più essere chiuso. Il vangelo infatti rimane ormai aperto per sempre, anche per chi lo getta via. E non finisce qui, ma rimanda al principio, per finire nell’orecchio e nel cuore di chi l’ascolta, fin che la sua paura diventa fiducia, la sua fuga sequela e il suo silenzio ricordo/racconto per altri. Infatti è il vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio (cfr Marco1,1). Il Risorto, oltre che annunciato, è l’annunciatore dell’annuncio (cfr 1,14). Qui ogni uomo lo incontra, potenza di Dio e salvezza per chiunque crede (cfr Romani 1,16).
Marco 16,9-20 – Questo finale, pur essendo canonico e facente parte della Bibbia, non è di Marco. “È un’autentica reliquia della prima generazione cristiana”(Swete), che contiene un riassunto delle apparizioni del Risorto ed una sintesi della teologia dell’annuncio. Le parole, che non sono di Marco, riflettono però bene la sua ottica kergmatica.
Vigilia di Pentecoste – Per prepararci alla grande festa di domani è bene recitare più volte personalmente ma, se possibile, in famiglia la sequenza allo Spirito Santo.
Vieni Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce.
Vieni Padre dei poveri, / vieni datore dei doni, / vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima, / dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, / nel pianto, conforto.
O luce beatissima, / invadi nell’intimo / il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, / nulla è nell’uomo, / nulla senza colpa.
Lava ciò che è sòrdido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli / che solo in Te confidano / i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna: Amen! Alleluia!
Uscite fuggirono dal sepolcro - Davanti alla buona notizia, le prime reazioni delle donne, in questo simili a tutti gli uomini, sono di resistenza, disobbedienza e fuga invece che di sequela.
Infatti le aveva prese tremore e terrore - Sono prese da uno spavento “tremendo” che scuote loro le ossa e le fa uscire di sé. Invece della fede c’è la paura, segno d’incredulità (cfr. Marco 4,40).
E non dissero niente a nessuno - Non vogliono essere prese per pazze e visionarie (cfr. Luca 24,11). Invece dell’annuncio c’è il silenzio. Prima di giungere alla fede, devono emergere tutte le razioni negative del nostro cuore davanti al kerygma. È troppo grande per noi ciò che Dio dona!
Temevano - Si ribadisce la paura. Ma l’annuncio caduto nello stagno della nostra incredulità, ha sconvolto tutto. Chi ha letto fin qui il vangelo, si trova ad un bivio: ascoltare le proprie paure ed andarsene, ormai per sempre inquietato da una possibile buona notizia, oppure ascoltare il desiderio che essa gli ha posto nel cuore? Questo è come pietrificato. Ma la Parola è un seme. Deposto nel terriccio di una crepa, cresce e rompe la roccia.
Infatti - Il vangelo di Marco termina con questa parola con cui non si può concludere. La particella gar (=infatti) non può stare in chiusura, tanto meno di un libro! L’annuncio rimane sospeso. S’è diffuso nell’aria e non può più essere chiuso. Il vangelo infatti rimane ormai aperto per sempre, anche per chi lo getta via. E non finisce qui, ma rimanda al principio, per finire nell’orecchio e nel cuore di chi l’ascolta, fin che la sua paura diventa fiducia, la sua fuga sequela e il suo silenzio ricordo/racconto per altri. Infatti è il vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio (cfr Marco1,1). Il Risorto, oltre che annunciato, è l’annunciatore dell’annuncio (cfr 1,14). Qui ogni uomo lo incontra, potenza di Dio e salvezza per chiunque crede (cfr Romani 1,16).
Marco 16,9-20 – Questo finale, pur essendo canonico e facente parte della Bibbia, non è di Marco. “È un’autentica reliquia della prima generazione cristiana”(Swete), che contiene un riassunto delle apparizioni del Risorto ed una sintesi della teologia dell’annuncio. Le parole, che non sono di Marco, riflettono però bene la sua ottica kergmatica.
Vigilia di Pentecoste – Per prepararci alla grande festa di domani è bene recitare più volte personalmente ma, se possibile, in famiglia la sequenza allo Spirito Santo.
Vieni Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce.
Vieni Padre dei poveri, / vieni datore dei doni, / vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima, / dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, / nel pianto, conforto.
O luce beatissima, / invadi nell’intimo / il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, / nulla è nell’uomo, / nulla senza colpa.
Lava ciò che è sòrdido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli / che solo in Te confidano / i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna: Amen! Alleluia!
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