Promesso da Gesù, lo Spirito Santo viene donato come guida e anima della Chiesa e della vita dei cristiani. Lo Spirito di Gesù apre i cuori all’accoglienza del suo messaggio, aiuta a fare nostro lo stile di Gesù e a renderlo trasparente con uno stile di vita corrispondente. Lo Spirito Santo stimola la Chiesa ad aprire le sue porte a tutti, ad abbandonare sentimenti di paura per annunciare al mondo il progetto di Dio sull’umanità. La Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, può essere anche oggi anima della storia, non nel senso di un esercizio di potere, ma quale mediatrice dello shalom, la pace annunciata dai profeti e promessa da Gesù: una umanizzazione della terra, una riconciliazione tra i popoli, un’armonia con il creato, fino a che Dio sia tutto in tutto.
Nel Vangelo Giovanni descrive come il mistero della Pasqua di Gesù trovi il suo compimento proprio nel dono dello Spirito. Conseguenza di questo dono sono la ‘pace’ e la ‘missione’. Il Risorto torna a dare la fiducia ai suoi, nonostante la loro debolezza: alita su di loro, quasi a comunicare un cammino, al cui centro sta la missione per portare a tutti il perdono riconciliante. Questo cammino è segnato fin dall’inizio da un comprendersi di tanti che parlano lingue diverse: il simbolo con cui la prima lettura descrive la presenza divina che crea comunione tra i diversi, unità nella pluralità. È delineata l’immagine della Chiesa: una comunità di diversi, al servizio dell’unità dell’umanità. La seconda lettura ricorda però che tale unità trova il suo fondamento solamente nell’unicità dello Spirito che è stato donato: parla infatti della diversità dei doni e dei misteri, ma di un solo Dio che opera in tutti.
Nel vangelo di Giovanni il tema della pace ha un’importanza straordinaria ed è, nei discorsi di addio, associato strettamente alla dipartita di Gesù e all’invio dello Spirito. Anche in questa occasione appaiono collegati i tre aspetti: la pace, la morte-risurrezione di Gesù (nell’ostensione che egli fa delle proprie mani e del costato), e il dono dello Spirito. La pace, in un primo significato elementare, definisce un’assenza di conflitto e di violenza e, al contrario, la presenza di una calma grande e di una profonda tranquillità. Ebbene, nel vangelo di Giovanni tutta la storia di Cristo è raccontata come lo sviluppo di un tremendo conflitto con i capi del popolo, conflitto che sfocia nella sua morte di croce. Paradossalmente, chi pronuncia la sentenza capitale sull’innocente Gesù è Pilato, quale incarnazione dell’autorità romana, che dovrebbero preservare la pax romana. In questo conflitto sono coinvolti anche i discepoli, e la sua gravità è tale da gettarli nel turbamento, nello sconforto; è un turbamento che perdura tuttora, come si evidenzia dal loro segreto rinchiudersi per timore dei giudei. La pace che il Risorto offre loro non è come la pax romana, e cioè l’assenza del conflitto ottenuta con la soppressione dell’avversario, con l’annientamento del nemico. Piuttosto essa ha a che fare con il dono escatologico, anticipa il nuovo mondo in cui il Risorto è entrato. È quanto Gesù ha già detto ai suoi discepoli, allorché promette l’invio dello Spirito, associato proprio al dono della pace: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore” (Giovanni 14,27). Nella conclusione del discorso di addio, Gesù ha nuovamente parlato di pace: “Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). Non è un dono magico, che estrania dal mondo! Infatti la pace data da Gesù e che i discepoli vivranno in lui non annullerà la loro difficile situazione nel mondo, ma permetterà loro di affrontare tutti gli ostacoli e l’odio degli avversari senza soccombere. In un certo senso dovranno partecipare anch’essi alla passione di Gesù per sperimentare la vittoria.
Preghiera - Vieni, Spirito Santo, vieni come un vento impetuoso che scuote le nostre comunità e porta l’aria fresca del Vangelo. Spazza via le nostre paure e fa circolare una fiducia nuova nella tua azione in mezzo a noi.
Vieni, Spirito Santo, vieni come un fuoco che brucia ogni zavorra inutile che trattiene i nostri passi sulle vie del Regno, vieni come una fiamma che accende i nostri cuori di amore e di speranza.
Vieni, Spirito Santo, vieni come alito di vita che percorre le nostre città e diffonde il sapore dell’accoglienza e della fraternità, della solidarietà e della tenerezza.
Vieni, Spirito Santo, vieni come un lievito di pace che fa scomparire antichi rancori e fa crescere la riconciliazione, il perdono e la misericordia.
Vieni, Spirito Santo, vieni come un olio profumato che consacra i corpi e le anime e trasmette una forza nuova, vieni a renderci testimoni del Signore crocifisso e risorto, annunciatori della Buona Notizia.
Sequenza allo Spirito Santo
Vieni Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce.
Vieni Padre dei poveri, / vieni datore dei doni, / vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima, / dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, / nel pianto, conforto.
O luce beatissima, / invadi nell’intimo / il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, / nulla è nell’uomo, / nulla senza colpa.
Lava ciò che è sòrdido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli / che solo in Te confidano / i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna: Amen! Alleluia!
Nel Vangelo Giovanni descrive come il mistero della Pasqua di Gesù trovi il suo compimento proprio nel dono dello Spirito. Conseguenza di questo dono sono la ‘pace’ e la ‘missione’. Il Risorto torna a dare la fiducia ai suoi, nonostante la loro debolezza: alita su di loro, quasi a comunicare un cammino, al cui centro sta la missione per portare a tutti il perdono riconciliante. Questo cammino è segnato fin dall’inizio da un comprendersi di tanti che parlano lingue diverse: il simbolo con cui la prima lettura descrive la presenza divina che crea comunione tra i diversi, unità nella pluralità. È delineata l’immagine della Chiesa: una comunità di diversi, al servizio dell’unità dell’umanità. La seconda lettura ricorda però che tale unità trova il suo fondamento solamente nell’unicità dello Spirito che è stato donato: parla infatti della diversità dei doni e dei misteri, ma di un solo Dio che opera in tutti.
Nel vangelo di Giovanni il tema della pace ha un’importanza straordinaria ed è, nei discorsi di addio, associato strettamente alla dipartita di Gesù e all’invio dello Spirito. Anche in questa occasione appaiono collegati i tre aspetti: la pace, la morte-risurrezione di Gesù (nell’ostensione che egli fa delle proprie mani e del costato), e il dono dello Spirito. La pace, in un primo significato elementare, definisce un’assenza di conflitto e di violenza e, al contrario, la presenza di una calma grande e di una profonda tranquillità. Ebbene, nel vangelo di Giovanni tutta la storia di Cristo è raccontata come lo sviluppo di un tremendo conflitto con i capi del popolo, conflitto che sfocia nella sua morte di croce. Paradossalmente, chi pronuncia la sentenza capitale sull’innocente Gesù è Pilato, quale incarnazione dell’autorità romana, che dovrebbero preservare la pax romana. In questo conflitto sono coinvolti anche i discepoli, e la sua gravità è tale da gettarli nel turbamento, nello sconforto; è un turbamento che perdura tuttora, come si evidenzia dal loro segreto rinchiudersi per timore dei giudei. La pace che il Risorto offre loro non è come la pax romana, e cioè l’assenza del conflitto ottenuta con la soppressione dell’avversario, con l’annientamento del nemico. Piuttosto essa ha a che fare con il dono escatologico, anticipa il nuovo mondo in cui il Risorto è entrato. È quanto Gesù ha già detto ai suoi discepoli, allorché promette l’invio dello Spirito, associato proprio al dono della pace: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore” (Giovanni 14,27). Nella conclusione del discorso di addio, Gesù ha nuovamente parlato di pace: “Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). Non è un dono magico, che estrania dal mondo! Infatti la pace data da Gesù e che i discepoli vivranno in lui non annullerà la loro difficile situazione nel mondo, ma permetterà loro di affrontare tutti gli ostacoli e l’odio degli avversari senza soccombere. In un certo senso dovranno partecipare anch’essi alla passione di Gesù per sperimentare la vittoria.
Preghiera - Vieni, Spirito Santo, vieni come un vento impetuoso che scuote le nostre comunità e porta l’aria fresca del Vangelo. Spazza via le nostre paure e fa circolare una fiducia nuova nella tua azione in mezzo a noi.
Vieni, Spirito Santo, vieni come un fuoco che brucia ogni zavorra inutile che trattiene i nostri passi sulle vie del Regno, vieni come una fiamma che accende i nostri cuori di amore e di speranza.
Vieni, Spirito Santo, vieni come alito di vita che percorre le nostre città e diffonde il sapore dell’accoglienza e della fraternità, della solidarietà e della tenerezza.
Vieni, Spirito Santo, vieni come un lievito di pace che fa scomparire antichi rancori e fa crescere la riconciliazione, il perdono e la misericordia.
Vieni, Spirito Santo, vieni come un olio profumato che consacra i corpi e le anime e trasmette una forza nuova, vieni a renderci testimoni del Signore crocifisso e risorto, annunciatori della Buona Notizia.
Sequenza allo Spirito Santo
Vieni Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce.
Vieni Padre dei poveri, / vieni datore dei doni, / vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima, / dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, / nel pianto, conforto.
O luce beatissima, / invadi nell’intimo / il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, / nulla è nell’uomo, / nulla senza colpa.
Lava ciò che è sòrdido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli / che solo in Te confidano / i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna: Amen! Alleluia!
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