sabato 18 giugno 2011

240 - LA PENTECOSTE CRISTIANA -13 Giugno 2011 – Lunedì di Pentecoste

Quando Luca scrive il racconto della Pentecoste fa una sorta di percorso a ritroso: a partire dall’esperienza attuale della vita comunitaria, come il luogo in cui si realizza il discepolato verso il Signore Gesù, fino alle cause che la fondano, alla radice. Ebbene, la comunità cristiana non nasce da una comunanza di simpatie, di idee, di progetti, ma da un’iniziativa ‘altra’, da un dono che la precede, dall’attività creatrice di Dio che si realizza appunto attraverso il suo Spirito. È in questa ricerca del fondamento che si situa dunque il racconto della Pentecoste cristiana. La ‘Pentecoste cristiana’ suppone una continuità e insieme un tratto di novità rispetto alla Pentecoste giudaica. Questa è presentata, nella Bibbia, come la festa delle Settimane, appunto perché si celebrava sette settimane dopo la Pasqua, come momento conclusivo dei lavori di raccolta e di mietitura delle messi. In questa prospettiva la Pentecoste è una festa agricola, ed è in sostanza la festa del pane, frutto dell’impegno umano e dono di Dio. È il ringraziamento a Dio, a cui il popolo offre, come primizia, due pani lievitati. Progressivamente però la festa di Pentecoste (tale è la traduzione greca del termine ebraico indicante le settimane) diventa la celebrazione del dono della Legge, in quanto, con una piccola variazione linguistica, il termine ‘settimane’ / shabu’ ôt diventa shebu’ ôt, ossia ‘giuramenti’. È un libro apocrifo (Libro dei Giubilei cap.6) che ci informa come durante questa festa venissero rinnovate le grandi alleanze, quella cosmica con Noè, quella patriarcale con Abramo e i patriarchi, e quella al Sinai con il popolo d’Israele, alleanza nel cui contesto viene donata la Tôrāh. Ecco perché all’epoca di Gesù e della Chiesa delle origini, Pentecoste è diventata il giorno in cui si festeggia il dono della Legge. Ebbene, Luca situa il racconto del dono dello Spirito esplicitamente nel contesto di tale festa giudaica (“Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste” Atti 2,1), mostrando che quanto avviene per la comunità dei discepoli è davvero il compimento del senso di tale festa. È compimento non tanto nel senso banale che il giorno sta per finire (in quanto manca molto al tramonto, essendo soltanto mattino), ma nel senso teologico, perché qui viene dato il nuovo e non più trascendibile dono ai discepoli raccolti in preghiera: il dono dello Spirito, quale frutto della morte e risurrezione del Signore. Non è qui il caso di opporre il dono della Legge al dono dello Spirito, ma di evidenziare come sia quest’ultimo a dare piena verità di Legge, come racconto della rivelazione di Dio e come istruzione per il cammino.
Sequenza allo Spirito Santo
Vieni Santo Spirito, / manda a noi dal cielo / un raggio della tua luce.
Vieni Padre dei poveri, / vieni datore dei doni, / vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, / ospite dolce dell’anima, / dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, / nella calura, riparo, / nel pianto, conforto.
O luce beatissima, / invadi nell’intimo / il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, / nulla è nell’uomo, / nulla senza colpa.
Lava ciò che è sòrdido, / bagna ciò che è arido, / sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, / scalda ciò che è gelido, / drizza ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli / che solo in Te confidano / i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, / dona morte santa, / dona gioia eterna: Amen! Alleluia!

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