venerdì 3 giugno 2011

228 - DAVANTI ALLA TOMBA VUOTA - 01 Giugno 2011 – Mercoledì 6ª sett. di Pasqua

Cerchiamo di comprendere meglio alcune frasi dell’inizio del capitolo 24 di Luca.
“Il primo dei sabati”- È l’inizio della settimana, il primo giorno dopo il sabato. Il Vangelo di Luca ci presenta sette sabati (4,16.31; 6,1.6; 13,10; 14,1 ; 23,54). Ora siamo oltre il settimo sabato e oltre il settimo giorno. Siamo nell’ottavo giorno, festa e riposo di Dio nell’uomo e dell’uomo in Dio. È il giorno nuovo, l’oggi senza tramonto, il cui sole è il Signore risorto.
“Vennero al sepolcro”- Le donne ritornano al sepolcro, fine del cammino di ogni uomo. Unica sua certa attesa è la certa fine di ogni sua attesa.
“Portando gli aromi”- La morte è la signora di tutti. L’uomo non può che renderle omaggio. Mosso dall’ansia di vita, ha come vigile sentinella la paura della morte. Ogni sua attività, in ultima analisi, non fa che aromatizzare il fetore: un tentativo di esorcismo, utile almeno ad attenuare il ricordo pungente. Ma nel Vangelo i profumi non servono per coprire la puzza. Sono espressione di amore, gioia dell’incontro con lo Sposo (cf. 7,26-50).
“Trovarono la pietra rotolata via”- Il sepolcro è la bocca della morte che divora tutti e si chiude su tutti. Ma la pietra, sigillo infrangibile del suo dominio – nessuno può romperlo! – è rotolata via. Questa è la prima scoperta del mattino di Pasqua. Anche se molto grande (Mc 16,4), tanto è grande da rinchiudere tutti gli uomini e ogni loro speranza, è rotolata via per sempre! Anche l’ultima attesa dell’uomo è delusa da quel Dio che vuol mostrare il suo dono incredibile. L’ultima a morire non è la speranza, che muore subito, ma la certezza della morte, che costituisce la principale difficoltà a riconoscere il Risorto.
“Entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù”- Il sepolcro vuoto è un dato di fatto fondamentale. Non è creazione, bensì condizione della fede pasquale. Le donne non trovano il corpo.
“Erano perplesse per questo”- Si anticipa l’“aporia”, davanti alla quale si troveranno tutti gli uomini alla fine della storia (21,25). Il mistero della morte che si tramuta in vita spiazza ogni possibile ragionamento. Il sepolcro vuoto di Gesù uccide la certezza più certa dell’uomo. Come mai la morte è spogliata della sua spoglia? Il fatto non ha riscontro in nessuna esperienza precedente; non trova spiegazione alcuna.
2ecco due uomini”- Qui si inserisce l’annuncio, che solo è in grado di far comprendere ciò che è accaduto. Questi due uomini, chiamati in seguito angeli (=annunciatori, v.23), sono rivestiti di luce sfolgorante come il Cristo trasfigurato (9,29). Dichiarando alle donne il significato di questa sua assenza, continuano l’azione dell’arcangelo Gabriele (=forza di Dio) che troviamo all’inizio del vangelo di Luca: annunciano l’azione “impossibile” di Dio, che mantiene la sua promessa.
“Esse erano impaurite”- Ê il timore di chi avverte la presenza straordinaria, comune a tutte le manifestazioni di Dio.

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