sabato 11 giugno 2011

237 - LA RISURREZIONE DI GESÙ NEL VANGELO DI MARCO - 10 Giugno 2011 – Venerdì 7ª sett. di Pasqua

Un breve commento alle parole chiave usate da Marco per annunciare la risurrezione di Gesù.
Passato il sabato - Il sabato, fine di ogni fatica, è passato. I cristiani festeggiano il giorno dopo, che è l’inizio della settimana. Viviamo ormai oltre il settimo, nell’ottavo giorno che è festa senza fine. Da quando Dio si è riposato nella tomba dell’uomo, l’uomo ha raggiunto il riposo di Dio.
Comprarono aromi - Questi aromi sono inutili come tutte le cose che si comprano e vendono. Il nardo odoroso fu invece donato al Vivente (cfr. Marco14,3ss). Non c’è lezzo di morte da coprire, ma profumo di vita che si effonde.
Cercate - Uno trova ciò che cerca; cerca ciò che desidera; e desidera ciò che gli manca, e di cui non può fare senza.
Gesù il Nazareno, il Crocifisso. È risorto - Sono le parole del kérygma, che proclama la buona notizia: Gesù di Nazaret, di cui tutto il vangelo è ricordo e racconto, quello che finì sulla croce, proprio lui in persona è risorto! E’ la parola fondamentale della fede cristiana, incredibile a tutti. Noi conosciamo una vita per la morte; qui c’è una morte per la vita. È importante ogni parola di questo annuncio: il Risorto è l’uomo Gesù, il carpentiere di Nazaret, la sua carne crocifissa. Tutta la debolezza umana è inscindibile dalla gloria che io cerco.
Non è qui - È importante venire al sepolcro, e vedere che egli non è qui. Qui dovrebbe essere, dove ognuno attende di finire e dove finisce ogni attesa. Ma la promessa di Dio smentisce la nostra certezza più certa. Questo “non è qui” è una constatazione oggettiva della risurrezione, anche se in senso negativo. È infatti un’assenza inspiegabile. Se fosse spiegabile, sarebbe l’ultimo imbroglio, il peggiore (cfr. Matteo 27,64). Inoltre, se il corpo fosse nel sepolcro, la morte non sarebbe vinta, e non ci sarebbe il vangelo di salvezza. Ci sarebbe solo una dottrina su come vivere e morire piamente. Ma questo non cambia la realtà!
Vi precede nella Galilea - La Galilea è dove inizia la predicazione di Gesù, e a luogo il primo incontro coi discepoli. Il lettore, se vuole fare la stessa esperienza, è rinviato lì, a riascoltarlo con loro. Le apparizioni del Risorto furono sia a Gerusalemme che in Galilea. Marco non ne racconta appositamente nessuna; annuncia solo quelle in Galilea, per farci andare lì.
Li lo vedrete, come vi ha detto (cfr Marco 14,28). Anch’io, se riprendo il racconto dal principio, mi ritrovo in Galilea. Se qui ascolto ciò che lui dice, lo incontro nel vangelo, che è Gesù Cristo Figlio di Dio (1,1), che annuncia se stesso (1,14), proclamando la fine del tempo e la venuta del Regno che opera ciò che promette (cfr. 1Tessalonicesi 2,13). E mi metto a seguirlo. Ogni passo del racconto diventa allora un incontro salvifico con lui, che dice e fa per me quanto è narrato. Per la potenza del suo Spirito mi ritrovo progressivamente trasfigurato. Ero tenebra, egoismo, tristezza, inquietudine, impazienza, malevolenza, cattiveria, asprezza e schiavitù. Ora divento luce, amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, libertà (Cfr. Galati 5,22). Vivo una vita da figlio nel Figlio, risorto nel Risorto.

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