giovedì 15 marzo 2012

347 - LE DIECI PAROLE-DECALOGO-I DIECI COMANDAMENTI

Quinta giornata: IL DECALOGO NEL NUOVO TESTAMENTO

Cristo si pone nella più genuina tradizione veterotestamentaria quando rimanda il ricco, che gli aveva domandato che cosa bisognasse fare per entrare nella vita eterna, all’osservanza dei comandamenti (cf Matteo 19,16-19) e quando risponde alla questione quale fosse il primo e più grande comandamento citando il passo del Deuteronomio sull’amore totale ed esclusivo di Dio e il testo del Levitico sull’amore del prossimo (cf Mt 12,28-34). Secondo il primo Vangelo Gesù è l’interprete ultimo e definitivo della legge, cioè delle esigenze di Dio nei confronti della comunità cristiana, nuovo popolo, succeduto all’antico, dei salvati da Cristo (cf Mt 5,17-18). E come tale indica nell’amore di Dio e del prossimo la concentrazione di tutti i comandamenti (cf Mt 7,12;22,40). La novità vera, però, sta nella persona di Gesù. L’esigenza fondamentale per il credente e la comunità cristiana è ormai l’adesione di fede a Cristo e la sua sequela: “seguimi e lascia che i morti seppelliscano i morti” (Mt 8,22), “se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, e seguimi” (Mt 19,21); “chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; e chi non prende la sua croce e non viene dietro a me non è degno di me. Chi ha trovato la sua vita la perderà; e chi ha perduto la sua vita per me, la troverà” (Mt 10,37-39); “io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nella tenebra, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8,12).
Paolo nelle lettere ai Galati e ai Romani proclama la liberazione dalla legge, e dunque anche dai comandamenti del decalogo, e la libertà dei figli di Dio, che sono ormai guidati non da prescrizioni, ma dal soffio dello Spirito, che è la nuova legge scritta nei cuori, preannunciata da Geremia ed Ezechiele. L’esigenza divina non è più fatta valere soltanto dall’esterno, ma connaturata per grazia nel cuore del credente, dotato di un nuovo dinamismo, quello dello spirito, per poter obbedire al Signore. “La legge che è lo Spirito che dà la vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Ciò che era impossibile alla legge, debole a motivo della carne, Dio lo compì mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato, e condannò il peccato nella carne, affinché si adempisse la giustizia della legge in noi, che ci comportiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito”. (Rm 8,2-4)
Importantissimo documento nella storia della fede, il Decalogo non è tuttavia il fondamento cristiano della morale: decisivo per noi è la persona di Gesù e l’evento della sua Pasqua. Egli non ha né cancellato né cambiato i comandamenti, ma li ha realizzati, comunicando ad ogni persona la possibilità di raggiungere una matura e buona relazione con Dio. Perciò l’incontro con lui è decisivo.
PREGHIERA - O Signore e Padre nostro, che nel Sinai hai rivelato il tuo nome e ci hai dato la tua legge come lampada ai nostri passi, ascolta la preghiera che ti rivolgiamo, e fà che noi come Mosè e il popolo di Israele, radunati davanti a Te, possiamo accogliere la tua parola eterna che oggi si centra nei Dieci comandamenti, legge di vita, di libertà e di rispetto per tutti gli uomini.
Fa che nell’osservanza di questi comandamenti possiamo dare quell’importanza e ossequio spirituale ai primi tre che ci parlano direttamente di Te, perché l’atmosfera del nostro mondo incredulo li ignora e cerca di annientarli. Donaci un grande senso di Te, come Dio onnipotente e Padre misericordioso, una spontanea volontà di adorarti, di servirti, di mantenerci fedeli alla tua legge e ai tuoi disegni di salvezza. Donaci anche, o Signore, la grazia di diventare terra buona, senza pietre e senza spine, che possa accogliere la Parola divina di tuo Figlio Gesù, nuovo Mosè, che ha istituito un’alleanza nuova e ci ha dato una legge nuova, quella che si rinchiude in solo comandamento: Amarci vicendevolmente e amare Te.
Tu, o Padre, ci hai detto, parlando di tuo Figlio Gesù: “Ascoltatelo!”. Si, che lo possiamo ascoltare con fede viva, con amore crescente, con speranza sicura: perché lui è la Via, la Verità e la Vita.

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