venerdì 9 marzo 2012

342 - IL TEMPIO DEL SUO CORPO - 11 Marzo 2012 – IIIª Domenica di Quaresima

(Esodo 20,1.17 1ª Corinzi 1,22-25 Giovanni 2,13-25)

Nel gesto della ‘purificazione del tempio’ Gesù ha profeticamente indicato il senso della ‘religione’ per l’uomo: non una relazione fondata su interessi terreni, su un «dare per avere», ma una capacità di fidarsi di Dio e di affidarsi a lui soltanto. L’intervento provocatorio di Gesù ci libera dalla tentazione dell’idolatria, sempre presente anche nella nostra visione religiosa. Ciò che deve caratterizzare il nostro rapporto con Dio è solo l’amore ricevuto e donato.
L’incontro di Gesù con i mercanti del tempio attesta, per la prima volta, nel Vangelo di Giovanni, la presenza di Gesù a Gerusalemme durante la festa ebraica della Pasqua. Il fatto dello scontro fra Gesù e i mercanti non è tanto il segno di concessione alla violenza, quanto, piuttosto, l’indicazione di una liturgia di grande significato. Giovanni si rifà, nella sua serrata diatriba, al versetto del Salmo 69: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». In quel frangente è avvenuto un fatto epocale: si passa dalla mentalità dell’uomo che offre sacrificio a Dio, alla certezza che nel Figlio immolato si celebra l’evento universale di salvezza per tutta l’umanità. E Cristo si fa coinvolgente, al riguardo, con tutti noi. Introduce, nella storia, una liturgia nuova e perenne: «Amatevi come io vi ho amati». Per giungere a questa liturgia pasquale dobbiamo attuare una piena conversione all’Amore che ci aiuta a riscoprire la croce non come dolore che mortifica, ma come amore che salva.
Gesù, in quanto uomo che ama gli uomini, è sollevato sulla croce. La croce è la distruzione della Legge, la distruzione del Tempio, è la distruzione della Sapienza, perché la via della croce è una via aperta soprattutto agli umili ed ai semplici. Sono coloro che vivono nel buio del Venerdì santo che, forse, conoscono Dio più che lo specialista di Dio. Quali sono gli uomini concreti in cui meglio si rivela il mistero della croce del Signore? Al di là del credere o non credere c’è una partecipazione al mistero dell’amore di Dio che sale dai fatti. La fede è il modo concreto di abitare in Dio. La croce a questo ci porta, a superare tutte le barriere, le distinzioni giuridiche, morali e concettuali. Il Vangelo non si esaurisce mai perché il contenuto del suo messaggio è perenne come l’uomo vivo. E siccome noi viviamo in un tempo in cui le ragioni di paura crescono, allora noi possiamo obbedire a questa paura secondo l’istinto di conservazione e possiamo vivere in questa paura dimenticando noi stessi, aiutando coloro che portano il peso della nostra iniquità.
Ci è facile, allora, capire che solo la misericordia di Dio ci salverà. Dalla riflessione scaturisce un’invocazione piena di umiltà perché la misericordia di Dio copra i nostri peccati e ci liberi tutti dalla perdizione. È dentro questo travaglio di salvezza che la croce assume il suo significato più alto; così la croce diventa, prima di tutto, amore. Un’espressione popolare afferma: «Ti voglio un bene da morire». Dovremmo tutti diventare come la donna del Cantico dei Cantici che è «malata di amore». In Cristo questa malattia è diventata contagiosa e prodigiosa; infatti con lui e come lui moriamo, ma, ancor più, con lui e come lui risorgiamo.
PREGHIERA - Quel giorno tu hai rivelato, Gesù, quanto ti stia a cuore un rapporto autentico col Padre tuo, quanto ti addolori constatare che gli uomini di ogni tempo tentino di appiccicargli maschere mostruose che coprono e tradiscono i suoi lineamenti. E non c’è nulla che deturpi la relazione vera con Dio più del tentativo, più o meno scoperto, di renderla una transazione commerciale.
Il Padre non ha bisogno delle nostre offerte e dei nostri sacrifici: quello che desidera, infatti, è un legame d’amore che investe tutta la persona e non tocca solamente il portafoglio!
Il Padre non cerca adoratori interessati, illusi di poter piegarlo ai propri progetti, ma figli disposti a compiere la sua volontà e realizzare il suo progetto, a qualsiasi costo.
Il tuo gesto violento, quel giorno, deve aver scandalizzato molto e creato non piccoli problemi. E tuttavia esso era dettato solamente dall’amore, dal desiderio di veder sorgere una comunione intensa, all’insegna della libertà.

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