sabato 8 ottobre 2011

289 - INVITATI AL BANCHETTO DAL SIGNORE - 09 Ottobre 2011 – Domenica XXVIIIª Tempo Ordinario

(Isaia 25,6-10 Filippesi 4,12-14.19-20 Matteo 22,1-14)

Credere in Dio comporta assai più che coltivare certe espressioni religiose, per quanto solenni, senza però mai chiedersi se Dio non ci chieda altro. Il banchetto della parabola è immagine del Regno di Dio annunciato da Gesù e al quale si è tutti invitati. A noi è chiesto, in ogni momento, di scegliere.
La parabola del banchetto nuziale del figlio del re rivela un tratto stupendo del Figlio di Dio fatto uomo: quando egli era fra noi, visse e configurò le sue relazioni e i suoi incontri con gli uomini come una festa! In questa pagina di Matteo, in cui ai tratti originari della parabola proposta da Gesù sono aggiunte anche precisazioni dell’evangelista, si coglie un tono di bilancio e di senso dato da Gesù appunto alla sua opera: per lui venire fra noi e raggiungere gli uomini fu un andare a nozze, un fare nozze con loro, un considerarsi sposo dell’umanità. Si ricordino dai vangeli:
– la sua presenza a tante occasioni offertegli di convivialità;
– l’offrire lui stesso un banchetto (la moltiplicazione dei pani), quale cena di addio alle genti di Galilea;
– il concludere la sua esistenza terrena con il segno del convito pasquale, nel cenacolo.
Viene spontaneo richiamare che l’appuntamento centrale della comunità cristiana con il suo Signore esige di essere vissuto attorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, da lui offerta e presieduta. E si avverte conseguentemente la necessità di alimentare alla sorgente evangelica la celebrazione e la partecipazione alla Messa. Specialmente da parte di chi vive nelle relazioni umane la ‘secolarizzazione’ dei momenti conviviali (come le ‘cene di lavoro’!), o la loro consumazione silenziosa e affrettata, da parte di un non commensale esterno, senza la gioia dell’amicizia, del tempo gratuitamente dato e accolto in reciprocità, del dialogo che nutre e dà solidità alle relazioni fra persone.
Preghiera - Nessuno, Gesù, è tagliato fuori dai disegni di salvezza del Padre. Per ognuno c’è un posto alla tavola del suo banchetto e quello che conta non è figurare tra i primi destinatari, tra quelli che sono stati chiamati a vivere la prima Alleanza. Ciò che risulta decisivo è accogliere l’invito, è lasciarsi trasformare nel profondo del cuore, è adeguare la propria esistenza alla proposta che ci viene rivolta.
Nessuno, Gesù, è escluso dalla gioia che il tuo Padre prepara per tutta l’umanità, ma ad ognuno di noi tocca rispondere personalmente alla sua offerta di grazia, mostrare di averla presa sul serio, indossando l’abito nuziale, seguendo i tuoi passi per diventare uomini nuovi e donne nuove, trasfigurati dall’amore.
La misericordia del Padre è smisurata: cattivi e buoni ricevono la tua Buona Notizia. Ad ognuno, tuttavia, scegliere se vale la pena investire ogni energia ed ogni risorsa pur di partecipare al mondo nuovo, alla sua gioia senza fine.

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