sabato 8 ottobre 2011

283 - PERCHÉ DA NOI IL CRISTIANESIMO È IN DIFFICOLTÀ, MENTRE ALTROVE FIUORISCE?

Primo giorno: Gli interrogativi

«Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi» (Isaia 5,7): perché la casa di Israele non corrisponde alla cura che Dio ha per la sua vigna? «Lo presero, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero» (Mt 21,39): perché i servi della parabola, cui è stata affidata la bella vigna protetta da una siepe, con un suo frantoio e una sua torre, arrivano al punto di uccidere il figlio mandato dal padrone della vigna?
Gli interrogativi devono tenere presente il grande misterium iniquitatis. Ma vogliono soprattutto porre una questione più vicina a noi e alla nostra esperienza: perché oggi in Italia e in Europa la ‘vigna’ – in questo caso il cristianesimo, la vita cristiana – non sembra più produrre frutti? Con questa questione entriamo in scena noi, ciascuno di noi, la nostra comunità ecclesiale, la società in cui viviamo ed operiamo. Anche noi, certo, facciamo parte di quella lunga storia che è storia di salvezza, ma al cui interno troviamo tutta l’oscurità di quel misterium iniquitatis. Ma, pur tenendolo presente, possiamo e dobbiamo chiederci perché oggi il riferimento a Dio sembra essere così debole nelle società occidentali, come pure perché altrove il cristianesimo sembra vivere una stagione di primavera.
(Articolo di Gianni Ambrosio in Servizio della Parola n.429 pp.138-143 – Editrice Queriniana)

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