Gabriele, è vero che tu sei un angelo? E sei proprio come ti raffigurano?
Vedete, gli artisti hanno dipinto noi angeli ricorrendo alla loro fantasia: mi hanno messo le ali, una lunga tunica, dei capelli lunghi… Ma tutto questo non è l’essenziale.
Quello che conta veramente è che sono il messaggero di Dio, il suo “postino”. Dio ci affida la sua parola e ci domanda di raggiungere i destinatari dei suoi annunci, uomini e donne che diventano i protagonisti della storia della salvezza.
Perché, allora, ti mettono le ali?
Semplice: per dimostrare che posso coprire qualsiasi distanza e arrivare in qualsiasi luogo, senza problemi. Del resto non pensi che Dio posso avvicinare, in ogni momento, ogni sua creatura? E mi disegnano un corpo, una faccia, dei capelli perché hanno capito che non sono una creatura strana, che fa paura. Anzi, quello che dico porta stupore, ma anche una grande gioia.
Qual era il paese in cui viveva Maria?
Era un piccolo villaggio della Galilea, abitato da pastori, contadini, artigiani. Non era per niente famoso: un oscuro paesino che non aveva mai fatto parlare di sé.
Non è piuttosto strano che Dio scelga in un posto così un personaggio decisivo per la storia della salvezza?
Le strade di Dio non sono quelle degli uomini: gli uomini cercano le persone ricche, potenti, famose. Dio si serve dei poveri, dei semplici, dei deboli per realizzare i suoi grandi progetti.
Angelo Gabriele, qual è il messaggio che hai portato a Maria? Potresti dircelo in poche parole?
Certo! Dio ha deciso che il suo Figlio diventerà un essere umano come noi. Maria è la donna che egli ha scelto come madre per Gesù. Dio può fare ogni cosa, ma cerca la collaborazione degli esseri umani. Per questo chiede a Maria se accetta un ruolo così determinante: dare alla luce Gesù, crescerlo e prepararlo alla sua missione.
Come ha reagito Maria di fronte a una proposta del genere?
Si è rivelata un’autentica donna di fede: che ascolta, vuol capire, ma poi in ogni caso si fida di Dio, disposta a fare la sua volontà.
(Roberto Laurita – Servizio della Parola n. 423 – Editrice Queriniana)
Vedete, gli artisti hanno dipinto noi angeli ricorrendo alla loro fantasia: mi hanno messo le ali, una lunga tunica, dei capelli lunghi… Ma tutto questo non è l’essenziale.
Quello che conta veramente è che sono il messaggero di Dio, il suo “postino”. Dio ci affida la sua parola e ci domanda di raggiungere i destinatari dei suoi annunci, uomini e donne che diventano i protagonisti della storia della salvezza.
Perché, allora, ti mettono le ali?
Semplice: per dimostrare che posso coprire qualsiasi distanza e arrivare in qualsiasi luogo, senza problemi. Del resto non pensi che Dio posso avvicinare, in ogni momento, ogni sua creatura? E mi disegnano un corpo, una faccia, dei capelli perché hanno capito che non sono una creatura strana, che fa paura. Anzi, quello che dico porta stupore, ma anche una grande gioia.
Qual era il paese in cui viveva Maria?
Era un piccolo villaggio della Galilea, abitato da pastori, contadini, artigiani. Non era per niente famoso: un oscuro paesino che non aveva mai fatto parlare di sé.
Non è piuttosto strano che Dio scelga in un posto così un personaggio decisivo per la storia della salvezza?
Le strade di Dio non sono quelle degli uomini: gli uomini cercano le persone ricche, potenti, famose. Dio si serve dei poveri, dei semplici, dei deboli per realizzare i suoi grandi progetti.
Angelo Gabriele, qual è il messaggio che hai portato a Maria? Potresti dircelo in poche parole?
Certo! Dio ha deciso che il suo Figlio diventerà un essere umano come noi. Maria è la donna che egli ha scelto come madre per Gesù. Dio può fare ogni cosa, ma cerca la collaborazione degli esseri umani. Per questo chiede a Maria se accetta un ruolo così determinante: dare alla luce Gesù, crescerlo e prepararlo alla sua missione.
Come ha reagito Maria di fronte a una proposta del genere?
Si è rivelata un’autentica donna di fede: che ascolta, vuol capire, ma poi in ogni caso si fida di Dio, disposta a fare la sua volontà.
(Roberto Laurita – Servizio della Parola n. 423 – Editrice Queriniana)
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