martedì 21 dicembre 2010

108 - Verso Natale con i protagonisti – secondo incontro - INTERVISTA AD ELISABETTA

Elisabetta, sappiamo già che sei la moglie del sacerdote Zaccaria e la mamma di Giovanni il Battista. Che cosa hai provato quando ti sei accorta che stavi per diventare mamma?
Mi dispiace, ma credo che non possiate capire l’immensa gioia che ha colmato il mio cuore, dopo tanta tristezza e tanto dolore. Io e mio marito avevamo desiderato per tanto tempo di avere un figlio; ci volevamo bene, il nostro affetto era solido e forte. Ma alla nostra felicità mancava un figlio. E io, che amavo tanto i bambini, mi ero ormai rassegnata a non averne. Eravamo due vecchi sposi e la nostra casa non avrebbe mai sentito il pianto e il riso, le grida e le parole di un bambino…

E invece?
E invece Dio mi ha fatto una sorpresa meravigliosa: mi ha fatto diventare mamma! E’ stata una cosa così grande che nei primi mesi avevo quasi vergogna a farmi vedere. Mi tenevo nascosta, stavo in casa, evitavo la gente per non scorgere negli occhi della gente lo stupore per quello che mi stava accadendo.

Ma anche qualcuno che abitava distante da te è venuto a saperlo…
Sì, Maria di Nazareth, mia parente. E a dirglielo è stato addirittura un angelo. Lo ha fatto per confermare la sua fiducia in Dio: niente è impossibile a Dio se anche Elisabetta, alla sua età, può avere un figlio.

E Maria, dopo che lo ha saputo, che cosa ha fatto?
Oh, questo non me lo sarei proprio aspettato; ha affrontato un lungo viaggio per venire a trovarmi. Pensa, più di cento chilometri, molti giorni di cammino… Anch’io, però, avevo intuito qualcosa di quello che era avvenuto a lei. Me lo aveva suggerito misteriosamente lo Spirito. Anche lei attendeva un bambino e sarebbe stato il Messia, l’Inviato di Dio, Colui che Israele attendeva da tanto tempo.

Elisabetta, raccontaci il momento in cui vi siete incontrate.
E’ stato straordinario: tutte e due sapevamo che in noi stava accadendo qualcosa di grande. Ed era Dio stesso che agiva in noi. Non ho potuto fare a meno di dire a Maria l’onore che mi faceva entrando nella mia casa perché portava nel suo grembo il Signore, il Figlio di Dio. E le ho detto che era veramente beata perché, a differenza di Zaccaria, aveva creduto senza esitare alle parole dell’angelo.

Tu hai avvertito qualcosa dentro di te?
Sì, anche Giovanni, che mi portavo dentro, si è agitato, come se volesse salutare Gesù. Un po’ come il grande Davide che si era messo a danzare davanti all’arca dell’alleanza che entrava in Gerusalemme.
(Roberto Laurita – Servizio della Parola n. 423 – Editrice Queriniana)

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