(Atti
10,25-48 1ªGiovanni 4,7-10 Giovanni 15,9-17)
L’amore è il dono del
Risorto e il segno distintivo dei cristiani. San Paolo afferma che
«la realtà è Cristo» (Col 2,17)
e dunque
occorre provare a pensare e a vedere Cristo in tutti e in tutto.
Realista è chi costruisce la storia su questo fondamento, Cristo. La
realtà di Cristo è sempre lo spazio creativo dell’amore. «Andare avanti» nella vita cristiana
significa sempre «andare dentro» le profondità dell’Amore. Solo amando si possono
toccare le
profondità della realtà di Cristo, perché si entra nell’amore gratuito
di Dio per l’umanità, nell’amore sorgivo del Padre, nella gratuita comunicazione che il
Figlio di Dio ha fatto di se stesso donandosi agli uomini, nella fecondità dell’amore
divino che
è lo Spirito Santo; in un cuore trinitario, in un abbraccio: si entra
nel mistero.
L’attenzione
cade sul «come io ho amato voi». Cristo, che ha donato totalmente la propria
vita, diventa il modello del rapporto con gli altri. Il comandamento di Gesù è
lui stesso, la stessa vita: è come se dicesse: «Se ami, allora vivrai come me»,
una vita buona e riuscita, felice e costruttiva. L’amore generato dallo Spirito
spinge a donarsi, non proietta fuori di sé, alla ricerca di ciò che non si ha,
non si è e non si può. L’ira e l’odio, il giudizio sugli altri e la paura,
l’egoismo e la lamentela, fanno perdere il controllo e l’armonia di sé, tolgono
piacere alle scelte, innescano l’autodistruzione, scagliano sempre fuori di sé
e impediscono il collegamento con Gesù. Si tratta invece di ‘rimanere’ nell’Amore,
di restare uniti a Gesù perché egli possa essere presente nei credenti con
tutta la sua energia vitale.
Amando come Gesù si
evitano due rischi: il ‘mipiacismo’ e il ‘migiovismo’. Il
primo male appartiene alla cultura del diletto, di ciò che piace: è la scuola
dell’egoismo e del relativismo, con al centro l’io e non Cristo.
Il
secondo male è il frutto della cultura del giovamento. È lecito ciò che giova al
singolo: è utilitarismo sfrenato, indipendentemente dal discernimento di ciò
che è oggettivamente bene o male. È la via dell’illegalità e della devianza.
Dalla
parola gratis ne derivano due
completamente opposte: gratificazione
e gratitudine. Il cristianesimo della gratitudine, della gratuità, è dei
generosi di cuore che danno la vita per la Chiesa, per gli ultimi, per i
fratelli. Il cristianesimo della gratificazione è incentrato sulla ricerca
orgogliosa di se stessi, sulla pretesa e sulla contabilizzazione (dare per
avere, accumulo), senza oblazione del proprio tempo e delle proprie capacità.
Questo sfigura la persona e genera una perdita di umanità.
Cristo
testimonia che non basta non fare il male, occorre compiere il bene. Non c’è
solo passività, ma ci deve essere attività nello Spirito, un di più nello Spirito. Dio non dice
solo ‘date’, ma date ‘con larghezza’; non dice solo ‘aiutate’, ma aiutate ‘con
sollecitudine’; non dice ‘fate opere di misericordia’, ma fatelo ‘con
allegrezza’; non dice solo ‘amate’, ma amate ‘sinceramente’; non dice solo
‘astenetevi dal male’, ma ‘odiatelo’; non dice solo ‘attenetevi al bene’, ma
‘aderitevi con il cuore’. Ecco il fervore che scaturisce dalla relazione
personale e comunitaria con Cristo.
PREGHIERA
- Tu non vuoi, Gesù, che la nostra
relazione con te sia all’insegna dell’effimero: tu ci chiedi di viverla nella
trama quotidiana dei giorni, nella solidità e nella fedeltà che sfidano il
tempo.
Tu non ci offri, Gesù, contatti eccezionali, seppur
sporadici, ma un amore durevole, una fiducia a tutta prova, un legame
indissolubile che, se lo vogliamo, nulla e nessuno potrà mai spezzare.
E ci chiedi di passare dalle parole ai fatti: di
mostrarci obbedienti ai tuoi comandi proprio come hai fatto tu che hai accolto
la volontà del Padre tuo anche nell’ora oscura dell’angoscia e del dolore. Come
il tuo amore si è reso visibile e concreto nella nostra storia, così tu ci
inviti a rendere la nostra risposta autentica e credibile nello spazio della
nostra esistenza.
Donaci, allora, un amore generoso e perseverante che
non viene meno nel tempo della prova quando gli viene chiesto di sacrificarsi.
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