giovedì 29 dicembre 2011

318 - UNA LUCE CHE NON SI SPEGNE - 30 Dicembre – Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Sì, Natale è proprio questo: una luce che non si spegne. Nonostante le nubi che si addensano sulla nostra storia, nonostante la fatica e la tristezza che grava talora come una cappa di piombo sul nostro cuore e ci fa sentire pesanti, incapaci di rialzarci, di riprendere il cammino, di volare in alto con i nostri desideri ed i nostri sogni… Nonostante i ritmi frenetici che ci vengono imposti e ci ingoiano e stritolano nella loro morsa terribile, impedendoci di ritrovare l’armonia e la pace del cuore, troppo tesi per trovare spazi di silenzio, brandelli di contemplazione, tempi di riposo, incapaci ormai di comunicare veramente, in profondità… Nonostante i tanti percorsi che ci hanno condotti lontano da Lui, alla ricerca sfrenata di sensazioni nuove, perennemente ingannati da promesse che non vengono mantenute, da luccichii che si spengono dopo aver brillato per un istante… Nonostante le nostre infedeltà che ci hanno portato in altri templi a sacrificare agli idoli di turno, nonostante la cattiveria e la durezza che talora si impossessa della nostra anima e ci rendeimpermeabili alla sua voce e alle invocazioni dei fratelli…
Nonostante tutto Natale continua a far breccia nella nostra esistenza. Ci fa avvertire la bellezza di uno sguardo incantato e limpido che si ferma davanti alla capanna per contemplare quel bambino, il Figlio di Dio, diventato uomo per noi, per comunicarci un amore smisurato, per strapparci alle forze del male, per farci conoscere una nuova possibilità di vita.
Ci fa percepire la nostalgia pungente di un rapporto sincero con lui, un rapporto di fiducioso abbandono, senza calcoli e senza misure, senza sotterfugi e senza restrizioni, aperto e franco, semplice e colmo di gratitudine.
Ci fa sentire la voglia di metterci per altre strade, di abbandonare i percorsi che conosciamo fin troppo bene, i comportamenti e le scelte del tutto prevedibili, vecchi come è vecchio l’egoismo, per imboccare il sentiero che lui ha aperto davanti a noi: il sentiero della giustizia e della misericordia, della compassione e della tenerezza, del servizio e del sacrificio.
Non lasciamo, allora, che questo tempo passi invano. Che questa luce venga presto coperta da altre luci, fredde e potenti, che pretendono sempre di avere il sopravvento sulla nostra esistenza. Fermiamoci un attimo, per lasciarci illuminare in profondità da questa luce: essa è benevola, non umilia, non ferisce. Porta con sé il calore di un Dio che ha scelto di prendere la carne di un uomo, per amore. Liberiamoci senza esitazioni di tutto ciò che continua a tenerci prigionieri, a soffocarci, a toglierci la visuale di un orizzonte nuovo. C’è tanta zavorra che dobbiamo lasciar cadere, se vogliamo trovare la leggerezza e la serenità che sogniamo. Ci sono tanti pesi inutili di cui disfarci per far posto a ciò che conta veramente. Tendiamo la nostra mano, una mano disarmata, accogliente, amica al nostro prossimo, a quelli che ci vivono accanto, a partire dai nostri familiari. E apriamo la nostra bocca a parole che recano con sé il sapore delle cose buone, dei sentimenti nobili, delle esperienze grandi che impreziosiscono la nostra esistenza.

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