(2°Samuele 7,1-16 Romani 16,25-27 Luca 1,26-38)
“Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”… Maria non se la poteva proprio attendere una proposta del genere. I suoi pensieri e i suoi progetti, molto probabilmente, andavano in tutt’altra direzione. Promessa sposa a Giuseppe, attendeva il giorno del matrimonio e poi si vedeva madre, attorniata da una nidiata di figli, perché erano questi la più grande benedizione che il Signore potesse dare ad una famiglia.
In quel piccolo paese, Nazaret, sconosciuto ai più, avrebbe condotto un’esistenza semplice, faticosa, ma rallegrata dalle piccole gioie che costellano la vita di una donna saggia, sposa e madre di famiglia, e soprattutto la sua sarebbe stata un’esistenza percorsa dalla fede. La fede dei padri, in effetti, nutrita delle Sacre Scritture e della preghiera quotidiana, la accompagnava come una fiamma che arde costantemente perché si ha cura di tenerla accesa.
No, Maria non ha finto sorpresa per questioni di buona educazione: è stata semplicemente colta alla sprovvista. Tutti coloro che attendevano il Messia, tutti coloro che erano certi che Dio avrebbe realizzato le sue promesse, pensavano soprattutto ad un re o ad un membro delle grandi famiglie sacerdotali. E dunque il loro sguardo ed il loro cuore andavano alla capitale, Gerusalemme, ai palazzi dei nobili o al Tempio del Signore e ai figli dei sommi sacerdoti. Chi avrebbe potuto immaginare che il Messia sarebbe nato da una fanciulla di Nazaret e avrebbe conosciuto non gli agi di una condizione privilegiata, ma le fatiche e la penuria della povera gente?
Eppure Dio ha un modo tutto suo di realizzare i grandi progetti: egli si serve non dei ricchi, dei potenti e dei forti, ma di coloro che sono poveri e piccoli, ma sono disposti a dargli fiducia e a mettere la loro esistenza interamente nelle sue mani.
Il disegno è grande, i titoli e le espressioni sono altisonanti: «Figlio dell’Altissimo», «il trono di Davide», «la casa di Giacobbe». E tuttavia Maria accetta di entrare in questo piano di cui non può conoscere che il frammento che le viene rivelato. Per il resto deve solo fidarsi. Davanti alle sue obiezioni la risposta è un invito scoperto a lasciar fare a Dio. Sarà lo Spirito Santo ad agire e l’Altissimo la coprirà con la sua ombra. Se Dio interviene in prima persona, ogni difficoltà ed ogni resistenza cade perché Dio realizza i suoi progetti, anche se per strade completamente ignote agli uomini. Maria si fida e per questo pronuncia il suo sì, un sì – dobbiamo riconoscerlo – completamente ‘a scatola chiusa’. Del resto non potrebbe essere altrimenti. Spiegarle il progetto significherebbe accrescere le difficoltà perché quello che Dio compie è lontano mille miglia dalle previsioni degli uomini.
Oggi, proprio come duemila anni fa, Dio si comporta allo stesso modo: si serve dei piccoli e dei poveri per realizzare cose stupende. Basta che questi facciano come Maria: gli dicano di sì, si fidino totalmente di lui.
PREGHIERA - L’annuncio della tua nascita, Gesù, avviene in modo semplice e quasi dimesso. Niente di mirabolante, di sfolgorante, nessuna esibizione di potenza, eppure noi possiamo cogliere nel racconto così sobrio la grandezza di un mistero di amore che diventa realtà.
Dio entra nella vita di Maria, tua madre, con un messaggio di gioia e di grazia. A lei, giovane donna di un oscuro villaggio della Galilea, promessa sposa a Giuseppe, chiede di partecipare al suo progetto di salvezza, un disegno troppo stupendo per poter essere compreso e abbracciato in ogni sua parte.
Ecco perché le viene domandato di fidarsi di Dio, di mettersi nelle sue mani, di lasciare che lo Spirito agisca nella sua esistenza, di lasciarsi coprire dall’ombra dell’Altissimo.
Anche a noi, Gesù, il Padre ha assegnato un ruolo nel suo piano d’amore. Anche a noi viene offerta la possibilità di sperimentare la fiducia, di abbandonarci senza remore alla volontà di Colui che costruisce un futuro di gioia per tutta l’umanità.
“Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”… Maria non se la poteva proprio attendere una proposta del genere. I suoi pensieri e i suoi progetti, molto probabilmente, andavano in tutt’altra direzione. Promessa sposa a Giuseppe, attendeva il giorno del matrimonio e poi si vedeva madre, attorniata da una nidiata di figli, perché erano questi la più grande benedizione che il Signore potesse dare ad una famiglia.
In quel piccolo paese, Nazaret, sconosciuto ai più, avrebbe condotto un’esistenza semplice, faticosa, ma rallegrata dalle piccole gioie che costellano la vita di una donna saggia, sposa e madre di famiglia, e soprattutto la sua sarebbe stata un’esistenza percorsa dalla fede. La fede dei padri, in effetti, nutrita delle Sacre Scritture e della preghiera quotidiana, la accompagnava come una fiamma che arde costantemente perché si ha cura di tenerla accesa.
No, Maria non ha finto sorpresa per questioni di buona educazione: è stata semplicemente colta alla sprovvista. Tutti coloro che attendevano il Messia, tutti coloro che erano certi che Dio avrebbe realizzato le sue promesse, pensavano soprattutto ad un re o ad un membro delle grandi famiglie sacerdotali. E dunque il loro sguardo ed il loro cuore andavano alla capitale, Gerusalemme, ai palazzi dei nobili o al Tempio del Signore e ai figli dei sommi sacerdoti. Chi avrebbe potuto immaginare che il Messia sarebbe nato da una fanciulla di Nazaret e avrebbe conosciuto non gli agi di una condizione privilegiata, ma le fatiche e la penuria della povera gente?
Eppure Dio ha un modo tutto suo di realizzare i grandi progetti: egli si serve non dei ricchi, dei potenti e dei forti, ma di coloro che sono poveri e piccoli, ma sono disposti a dargli fiducia e a mettere la loro esistenza interamente nelle sue mani.
Il disegno è grande, i titoli e le espressioni sono altisonanti: «Figlio dell’Altissimo», «il trono di Davide», «la casa di Giacobbe». E tuttavia Maria accetta di entrare in questo piano di cui non può conoscere che il frammento che le viene rivelato. Per il resto deve solo fidarsi. Davanti alle sue obiezioni la risposta è un invito scoperto a lasciar fare a Dio. Sarà lo Spirito Santo ad agire e l’Altissimo la coprirà con la sua ombra. Se Dio interviene in prima persona, ogni difficoltà ed ogni resistenza cade perché Dio realizza i suoi progetti, anche se per strade completamente ignote agli uomini. Maria si fida e per questo pronuncia il suo sì, un sì – dobbiamo riconoscerlo – completamente ‘a scatola chiusa’. Del resto non potrebbe essere altrimenti. Spiegarle il progetto significherebbe accrescere le difficoltà perché quello che Dio compie è lontano mille miglia dalle previsioni degli uomini.
Oggi, proprio come duemila anni fa, Dio si comporta allo stesso modo: si serve dei piccoli e dei poveri per realizzare cose stupende. Basta che questi facciano come Maria: gli dicano di sì, si fidino totalmente di lui.
PREGHIERA - L’annuncio della tua nascita, Gesù, avviene in modo semplice e quasi dimesso. Niente di mirabolante, di sfolgorante, nessuna esibizione di potenza, eppure noi possiamo cogliere nel racconto così sobrio la grandezza di un mistero di amore che diventa realtà.
Dio entra nella vita di Maria, tua madre, con un messaggio di gioia e di grazia. A lei, giovane donna di un oscuro villaggio della Galilea, promessa sposa a Giuseppe, chiede di partecipare al suo progetto di salvezza, un disegno troppo stupendo per poter essere compreso e abbracciato in ogni sua parte.
Ecco perché le viene domandato di fidarsi di Dio, di mettersi nelle sue mani, di lasciare che lo Spirito agisca nella sua esistenza, di lasciarsi coprire dall’ombra dell’Altissimo.
Anche a noi, Gesù, il Padre ha assegnato un ruolo nel suo piano d’amore. Anche a noi viene offerta la possibilità di sperimentare la fiducia, di abbandonarci senza remore alla volontà di Colui che costruisce un futuro di gioia per tutta l’umanità.
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