(Isaia 40,1-5.9-11 2ªPietro 3,8-14 Marco 1,1-8)
Il messaggio di Giovanni Battista diventa un appello a volgersi decisamente verso Colui che sta per arrivare, a convertire la nostra vita.
COSA SIGNIFICA CONVERTIRSI? All’uomo viene ridata «la possibilità gioiosa di scoprire il disegno di Dio, di scoprire se stesso in questa chiamata a esprimere questo disegno, di aderire a questo disegno con stupore, con gratitudine, con obbedienza, con generosità». È questa, come ci ricordava il card. Martini, la conversione cristiana.
Ma da dove nasce e che cosa comporta praticamente questa decisione che cambia la vita di una persona?
• Essa è una prova della serietà con cui Dio ci ama fino al punto di volerci come suoi collaboratori nella libertà e nell’operosità. Egli è pronto a consolare il suo popolo e a fargli da guida verso una pienezza sconosciuta. Egli stesso gli viene incontro per realizzare le sue promesse e rendere possibile una trasformazione. Se per Giovanni è urgente prendere consapevolezza dei peccati per cercare il pentimento, per Gesù è prioritario l’annuncio di ciò che Dio è disposto a fare, convinto che anche la conversione sia opera di Dio e non innanzitutto opera umana.
• Essa è la conseguenza di un desiderio che abita e smuove la persona: vivere la vita «buona e bella, secondo il Vangelo», un’esistenza che corrisponde alle attese più profonde di felicità. È la bellezza di questa proposta che attrae fino al punto di accettare le esigenze, le condizioni che questa scelta comporta. Certo, il clima di stordimento generale, di cecità morale, talvolta di vera e propria ottusità non favorisce una decisione così importante. È come se una tenebra fitta colpisse mentalità, abitudini e costumi ed impedisse di vedere e seguire quella luce benefica che ci viene offerta.
• Essa non prevede un semplice processo evolutivo, una tranquilla successione di passaggi, una crescita senza scosse. L’itinerario della conversione comporta inevitabilmente una rottura, che viene ripresa in momenti successivi, autentici ‘salti di qualità’. Questo percorso esige la scioltezza, il distacco, la prontezza, la disponibilità del pellegrino. E si fa, di volta in volta, scoperta dolorosa del male che è dentro di noi, della nostra complicità con l’ingiustizia; decisione radicale di troncare
qualsiasi connivenza con ciò che deturpa in noi e negli altri l’immagine di Dio; affrancamento da qualsiasi schiavitù per vivere la propria dignità di discepoli a qualsiasi costo. Si tratta poi di cambiare scala di valori perché la vita assume un aspetto ed una direzione diversi.
• È il cambiamento di mentalità, del modo di ragionare ovvio e spontaneo, per accogliere un pensiero più ampio e più grande che viene da Dio. Il che non comporta solo un invito alla coscienza, ma anche una regola di vita che strutturi la nostra libertà e ci sottragga alle seduzioni del male. Essere discepoli comporta anche una disciplina: una cura attenta del rapporto con Dio, un esercizio quotidiano per non venir meno nel tempo della prova.
PREGHIERA - Al profeta Giovanni il Battista Dio ha affidato un compito: preparare la strada alla tua venuta, Gesù. Non si tratta di un annuncio qualsiasi perché quel che sta per accadere cambierà per sempre la storia del mondo. In te Dio si fa vicino, diventa un uomo come noi. In te Dio rivela il suo volto autentico ed offre misericordia e grazia a quanti lo accolgono con cuore sincero. Nulla, dunque, sarà più come prima, tutto risulterà trasformato.
Ecco perché l’invito pressante a orientare tutta l’esistenza verso questa novità, a fare il possibile per togliere tutto ciò che ostacola, impedisce e ritarda l’incontro con te.
A distanza di duemila anni la voce del Battista non si è spenta. Attraverso di essa, Gesù, tu ci chiedi di aprirci alla tua parola che scandaglia le profondità dell’anima, all’azione dello Spirito che risana e trasfigura la nostra esistenza.
Sapremo prendere sul serio la tua Buona Notizia? Metteremo i nostri passi sul percorso che disegni davanti a noi?
Il messaggio di Giovanni Battista diventa un appello a volgersi decisamente verso Colui che sta per arrivare, a convertire la nostra vita.
COSA SIGNIFICA CONVERTIRSI? All’uomo viene ridata «la possibilità gioiosa di scoprire il disegno di Dio, di scoprire se stesso in questa chiamata a esprimere questo disegno, di aderire a questo disegno con stupore, con gratitudine, con obbedienza, con generosità». È questa, come ci ricordava il card. Martini, la conversione cristiana.
Ma da dove nasce e che cosa comporta praticamente questa decisione che cambia la vita di una persona?
• Essa è una prova della serietà con cui Dio ci ama fino al punto di volerci come suoi collaboratori nella libertà e nell’operosità. Egli è pronto a consolare il suo popolo e a fargli da guida verso una pienezza sconosciuta. Egli stesso gli viene incontro per realizzare le sue promesse e rendere possibile una trasformazione. Se per Giovanni è urgente prendere consapevolezza dei peccati per cercare il pentimento, per Gesù è prioritario l’annuncio di ciò che Dio è disposto a fare, convinto che anche la conversione sia opera di Dio e non innanzitutto opera umana.
• Essa è la conseguenza di un desiderio che abita e smuove la persona: vivere la vita «buona e bella, secondo il Vangelo», un’esistenza che corrisponde alle attese più profonde di felicità. È la bellezza di questa proposta che attrae fino al punto di accettare le esigenze, le condizioni che questa scelta comporta. Certo, il clima di stordimento generale, di cecità morale, talvolta di vera e propria ottusità non favorisce una decisione così importante. È come se una tenebra fitta colpisse mentalità, abitudini e costumi ed impedisse di vedere e seguire quella luce benefica che ci viene offerta.
• Essa non prevede un semplice processo evolutivo, una tranquilla successione di passaggi, una crescita senza scosse. L’itinerario della conversione comporta inevitabilmente una rottura, che viene ripresa in momenti successivi, autentici ‘salti di qualità’. Questo percorso esige la scioltezza, il distacco, la prontezza, la disponibilità del pellegrino. E si fa, di volta in volta, scoperta dolorosa del male che è dentro di noi, della nostra complicità con l’ingiustizia; decisione radicale di troncare
qualsiasi connivenza con ciò che deturpa in noi e negli altri l’immagine di Dio; affrancamento da qualsiasi schiavitù per vivere la propria dignità di discepoli a qualsiasi costo. Si tratta poi di cambiare scala di valori perché la vita assume un aspetto ed una direzione diversi.
• È il cambiamento di mentalità, del modo di ragionare ovvio e spontaneo, per accogliere un pensiero più ampio e più grande che viene da Dio. Il che non comporta solo un invito alla coscienza, ma anche una regola di vita che strutturi la nostra libertà e ci sottragga alle seduzioni del male. Essere discepoli comporta anche una disciplina: una cura attenta del rapporto con Dio, un esercizio quotidiano per non venir meno nel tempo della prova.
PREGHIERA - Al profeta Giovanni il Battista Dio ha affidato un compito: preparare la strada alla tua venuta, Gesù. Non si tratta di un annuncio qualsiasi perché quel che sta per accadere cambierà per sempre la storia del mondo. In te Dio si fa vicino, diventa un uomo come noi. In te Dio rivela il suo volto autentico ed offre misericordia e grazia a quanti lo accolgono con cuore sincero. Nulla, dunque, sarà più come prima, tutto risulterà trasformato.
Ecco perché l’invito pressante a orientare tutta l’esistenza verso questa novità, a fare il possibile per togliere tutto ciò che ostacola, impedisce e ritarda l’incontro con te.
A distanza di duemila anni la voce del Battista non si è spenta. Attraverso di essa, Gesù, tu ci chiedi di aprirci alla tua parola che scandaglia le profondità dell’anima, all’azione dello Spirito che risana e trasfigura la nostra esistenza.
Sapremo prendere sul serio la tua Buona Notizia? Metteremo i nostri passi sul percorso che disegni davanti a noi?
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