sabato 10 dicembre 2011

309 - GIOVANNI, IL TESTIMONE CHE FA CONOSCERE -11 Dicembre 2011 – IIIª Domenica di Avvento

(Isaia 61,1-2.10-11 1ªTessalonicesi 5,16-24 Giovanni 1,6-8.19-28)

Un testimone è credibile quando parla in base alla propria esperienza. Ora per l’evangelista Giovanni il Battista è molto di più di un semplice porta-parola. È un uomo mandato da Dio a rendere testimonianza alla luce. Il suo ruolo è quello del testimone. Non deve limitarsi ad annunciare, a lanciare un messaggio che è una sorta di grido. Quello è stato il ruolo di tutti i profeti. Ricevere una parola per trasmetterla, leggere la storia con gli occhi di Dio, richiamare l’alleanza e le sue leggi da rispettare. Ma lui, Giovanni il Battista, è l’ultimo dei profeti dell’Antico Testamento e il suo ruolo è del tutto particolare. Prepara la strada a Colui che deve venire ricordando che Dio è vicino, sta per mettersi all’opera e dunque bisogna essere pronti nel momento in cui entrerà in azione.
Questo, però, non basta. Giovanni – e in questo la sua missione è unica – deve render testimonianza all’Atteso quando arriverà. Sì, Giovanni è un testimone, uno chiamato a vedere e a divulgare quello che ha visto. È un testimone della Luce, della Luce vera che viene nel mondo per illuminare ogni uomo, per rischiarare i sentieri di coloro che vagano nelle tenebre. Non è lui la Luce, non può prendersi per la Luce. Lui, il profeta e testimone, davanti alla Luce è chiamato a farsi piccolo e a scomparire. Non è casuale che la liturgia abbia collocato la nascita di Gesù al 25 dicembre, quando la quantità di luce di un giorno, dopo il solstizio d’inverno, torna ad aumentare, e la nascita di Giovanni il Battista al 24 giugno, quando la quantità di luce di un giorno, dopo il solstizio d’estate, tende a diminuire.
È un testimone che, inevitabilmente, deve prendere posizione davanti a se stesso, alla sua identità e davanti a Colui che annuncia. Ecco perché le sue risposte ai sacerdoti e ai leviti sono una serie di no: non è Elia, non è il profeta … è solo una voce che grida nel deserto ed invita a rendere diritta la via del Signore. Ecco perché mette chiaramente in evidenza la distanza che lo separa dal Cristo, una distanza abissale che non si presta a nessuna confusione. Il gesto di versare l’acqua per invitare alla conversione e l’azione dello Spirito che trasforma un’esistenza fin nel profondo non sono la stessa cosa.
PREGHIERA - Sei tu, Gesù, la luce del mondo: tu illumini la nostra storia e ci fai intravedere un compimento, tu diradi le tenebre che ci gettano nella paura e nel disorientamento, tu rischiari le zone oscure della nostra esistenza e ci strappi al potere del male.
Sei tu, Gesù, la luce del mondo: nessuno può illudersi di prendere il tuo posto. A ognuno di noi spetta, invece, il ruolo di Giovanni il Battista: riconoscere con semplicità di essere solo dei testimoni, umili e felici, disponibili e pronti.
Così chi cerca la luce potrà rallegrarsi delle indicazioni che saremo in grado di fornirgli. Chi desidera vedere il volto di Dio affretterà il suo passo sulla strada che anche noi stiamo percorrendo.
Sei tu, Gesù, la luce del mondo, e per noi è bello vedere la vita con i tuoi occhi limpidi, leggere la storia con il tuo sguardo profondo, attraversare le zone impervie e anche i passaggi dolorosi potendo contare sulla tua presenza.
Sei tu, Gesù, la luce del mondo, e ad ognuno tu affidi un raggio della tua bontà, della tua grazia e della tua gloria.

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