sabato 16 ottobre 2010

76 - UNA SETTIMANA SU LA BELLEZZA DELLA COPPIA

Ottavo giorno: Il sacramento del matrimonio

Nei sacramenti Dio si impadronisce dei segni (acqua per il battesimo, olio crismale per la confermazione, pane e vino per l’eucaristia, il segno di croce del sacerdote che assolve per la penitenza, olio per l’unzione degli ammalati, l’imposizione delle mani per l’ordine, la stretta di mano, detto consenso, nel matrimonio) per comunicare ai suoi credenti la sua grazia, il suo amore, la sua vita …Se Stesso!
Nel sacramento del matrimonio gli sposi sono segno che rende presente l’amore di Dio per l’umanità e l’amore di Cristo per la Chiesa… dice san Paolo: “grande è questo mistero” (Efesini 5,32). Guardando l’amore dello sposo per la sua sposa e viceversa, la loro reciproca accettazione, il loro portare i pesi l’uno dell’altro, la condivisione dei momenti di gioia e di difficoltà, il loro impegno alla fedeltà coniugale, l’accoglienza responsabile e disponibile del dono della vita, il lavoro quotidiano per far crescere la loro famiglia, l’intelligenza e la costanza genitoriale per l’educazione dei figli, la partecipazione reale alla comunità ecclesiale, una impostazione evangelico-cristiana della vita familiare… tutti possono scoprire l’amore del Padre per ogni persona, la dedizione di Gesù Cristo per ogni credente e la presenza dello Spirito Santo nella storia di oggi e nella vita di gni uomo di buona volontà
Questa missione trinitaria dell’amore sponsale fondata sul sacramento del matrimonio è prima di tutto grazia divina che va chiesta quotidianamente nella preghiera fatta insieme dagli sposi stessi e poi sapienza umana dal valore inestimabile che si nasconde in ogni gesto d’amore fatto all’interno della coppia e della famiglia. Aiutiamoci a capire questo mistero con un esempio: se prendo un sacchetto di farina e con una parte faccio la torta che mi piace di più …ho fatto una cosa interessante e buona, con il resto preparo un pane azzimo con il quale celebro l’eucaristia …quella farina è diventata il Corpo di Gesù, mistero divino. Così è dell’unione d’amore di un uomo e di una donna: come matrimonio umano è un’azione bella, buona e straordinaria (siamo alla torta che piace), come sacramento è un’azione divina (siamo al pane eucaristico divenuto Gesù Cristo).
Nei sacramenti agisce Dio in prima persona … per questo un sacramento validamente celebrato non può essere cancellato (se quel pane azzimo è stato consacrato…è diventato Gesù … nessuno può farlo ritornare pane). Qui si nasconde il mistero che il segno sacramentale può essere testimoniato anche da una persona sola che è stata abbandonata dall’altra, non per morte la quale pone le persone in stati di vita diversi... uno terrestre e uno celeste dove non c’è il legame matrimoniale, ma per separazione. Come fa il figlio che se ne è andato da casa sbattendo la porta a credere che quando ritornerà… troverà un Padre pronto ad abbracciarlo e a fare festa? Il fatto che una persona tradita, abbandonata, rimasta sola… sia fedele al matrimonio celebrato mi è garanzia dell’amore gratuito, fedele, oceanico … in poche parole divino di Dio. Veramente grande è questo mistero … un gesto d’amore fatto alla Trinità che sa molto di divino… e ci sono queste persone!!!
Se, dunque, il visibile fa da tramite all’invisibile, ciò significa anche che ciò che è visibile non è tutto, ma soltanto un’indicazione di ciò che è invisibile, cioè del divino. Questo modo di intendere il sacramento è di sollievo per gli sposi che, spesso, a causa delle loro immagini ideali, esigono troppo da se stessi. Molti matrimoni finiscono male, infatti, perché si aspetta dal patner qualcosa di assoluto e di divino: amore assoluto, assoluta comprensione e assoluta fedeltà. Si tratta di pretese esorbitanti nei confronti del patner, dato che solo Dio può dare qualcosa di assoluto. Ma se io considero l’amore del patner come un rimando all’amore di Dio, allora ne posso godere e gioire. Sono consapevole del fatto che questo amore è anche fragile e limitato; so di non poterne pretendere sempre di più; ma ne posso godere perché in esso intuisco qualcosa dell’amore assoluto di Dio.
Ancora, se l’amore degli sposi rimanda a Dio, questo amore non annoia mai. Molti sposi soffrono del fatto che il loro amore diventa a tal punto routine che il sentimento svanisce: una volta che si è conosciuto l’altro/a, l’amore non è più qualcosa di eccitante e non incanta più. Se l’amore umano, invece, rimanda di continuo al mistero dell’amore di Dio, esso non conosce fine perché partecipa della Sua infinità e della Sua eternità. Sentirò quindi l’amore dell’altro/a sempre più come un dono immeritato, lo percepirò sempre come un mistero. In quell’amore mi è dato di sfiorare l’infinitezza del mistero stesso di Dio.

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