venerdì 8 ottobre 2010

68 - XXVIII DOMENICA – ANCHE DIO ASPETTA IL GRAZIE - 10 OTTOBRE 2010


LA PAROLA DOMENICALE LETTA IN FAMIGLIA
( 2Re 5,14-17 2Timoteo 2,8-13 Luca 17,11-19 )

I miracoli vanno letti nella prospettiva del Regno messianico. Per il suo contenuto, il miracolo è una anticipazione del Regno escatologico, è un pegno della realtà futura, sottolinea concretamente l’efficacia invisibile della Parola di salvezza.
I miracoli manifestano l’essenziale gratuità dell’azione di Dio; dicono in forma evidente che la salvezza non è una conquista umana, ma un dono di Dio; vogliono suscitare la fede per la persona di Gesù e far prorompere l’azione di grazie.
Il lebbroso del vangelo torna indietro “lodando Dio a gran voce”…rende grazie a Dio e riconosce che Gesù è il Messia-Cristo e Salvatore in cui Dio è presente e opera non solo la salute del corpo ma la salvezza totale dell’uomo. E questa è fede che Gesù stesso sottolinea: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato”.Il rendimento di grazie del lebbroso nasce prima di tutto dalla fede e non dall’utilità: è contemplazione gioiosa e gratuita dell’amore salvatore di Dio prima che contentezza per la salute ritrovata.
La gratitudine è un sentimento ed un atteggiamento che sottende una certa dipendenza del beneficato dal benefattore, ma non può essere considerato un atteggiamento umiliante; al contrario onora l’uomo che lo professa. Tuttavia il “rendimento di grazie” del cristiano dice molto di più del semplice “ringraziamento”; infatti sottolinea la dialogicità dell’incontro salvifico Dio-uomo. Mentre, da una parte, il credente ha la profonda convinzione di vivere come soffuso in un universo di gratuità: tutto è grazia perché tutto è dono del Padre di ogni bene; dall’altra è consapevole di essere chiamato dal Padre a sprigionare da ogni realtà ricevuta tutti i valori positivi che vi sono racchiusi al fine di testimoniare e di rendere percepibile la bontà e la graziosità dei doni divini.
Ma forse io sono uno di quelli che pensa: “ Dio, per me, non ha fatto neanche un miracolo!”.
Non lo so … *ma se nella tua vita hai fatto anche un solo peccato mortale … quando il sacerdote ti ha assolto, questa assoluzione è un miracolo molto più grande che guarire un lebbroso! *Se hai partecipato ad una messa quel pane e quel vino trasformato in Gesù Cristo è un miracolo più grande che cambiare l’acqua in vino! *Se sei stato battezzato … sei diventato realmente figlio di Dio, hai ricevuto la Sua Vita, il Suo DNA e questo è un miracolo inimmaginabile .. strepitoso! *Il dono della vita è un miracolo di amore personale … posso anche essere stato concepito “per sbaglio” ma Dio mi ha voluto personalmente, mi ha fatto e mi fa esistere! *………………… continua da solo questo elenco di miracoli personali …e poi mettiti in ginocchia … e innalza al Signore il tuo “GRAZIE!”.

Gratitudine in famiglia
Quando i rapporti personali sono tutti basati sull’utile e sul piacere, è ben difficile aprirsi alla contemplazione dell’amore che racchiude in sé la dimensione della gratuità. Anzi la mentalità utilitaristica ed egocentrica snatura gli atti d’amore familiari. Se abbiamo perso il gusto del gratuito, se le azioni che compiamo hanno il movente del diritto alla ricompensa … molto facilmente non possiamo avere un’esperienza vera dell’amore. Dobbiamo scoprire o riscoprire il senso del “ricevuto” per aprirci alla verità della gratitudine e del ringraziamento. L’amore non è tanto una legge da osservare per avere la coscienza a posto … ma è la gioia che fiorisce dal vivere insieme, che nasce dalla scoperta di essere amati e di amare nella più totale reciproca gratuità.
Il non dare per scontato nulla (dal cibo sulla tavola ai vestiti puliti nel cassetto, dal letto ritrovato fatto la sera al dentifricio sullo spazzolino, dal saluto al sorriso, dal tenere in ordine i giornali e le riviste alle polveri fatte sui mobili…) rende interessante la vita di famiglia e fa trovare mille occasioni al giorno per dire: GRAZIE!!! grazie!!! GrAzIe!!! gRaZiE!!! GRAzie!!! graZIE!!! GRazIE!!! grAZie!!! g r a z i e ! ! ! G R A Z I E ! ! !
Quello che chiediamo normalmente ai bambini di dire “grazie!” anche per una sola caramella chiediamolo a noi stessi ed impariamo a dire “grazie!” per ogni parola, gesto che riceviamo!

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