Terzo giorno: Scultori della bellezza dell’altro/a
Ci può spiegare che cos’è la bellezza nella relazione di coppia?
La bellezza è strettamente legata a qualcosa di più grande di noi. Se la vita fosse a misura delle nostre mani sarebbe troppo piccola e troppo “nostra”. La bellezza è un richiamo, un colpo al cuore che ci dice: sei creato per qualcosa di grande, la vita è più grande di te! Quando ci meravigliamo di fronte a un bel tramonto intuiamo la dimensione divina del creato. Allo stesso modo, quando ci meravigliamo della bellezza di chi amiamo, comprendiamo che essa non è riducibile solo ad una questione estetica, ma al modo di essere e di esprimersi, ai gesti della persona, che raccontano di come ci accoglie e quale posto abbiamo nel suo cuore. Giovanni Paolo II sosteneva che quando un uomo dice ad una donna “Ti amo” è come se Dio stesso dicesse “Ti amo” alla sua creatura. Ecco allora che nella bellezza dell’amato possiamo capire come Dio ci guarda, come ci accompagna , cosa fa per noi: Lo stesso Benedetto XVI nel suo discorso agli artisti ha messo in evidenza che la bellezza è la possibilità di trascendere. Quindi, rimanendo nella dimensione di coppia, possiamo dire che la bellezza dell’altro/a è la possibilità che ci viene offerta per uscire da noi stessi ed andare oltre.
A proposito di arte: possiamo dire di essere delle opere d’arte per la persona che amiamo?
Questo è il punto più delicato della questione. Mi spiego con un esempio: molti, ascoltando una sinfonia di Beethoven, pensano che non riusciranno mai a realizzare una cosa così bella. Ma sbagliano, perché – ed ecco la rivoluzione – nella coppia io posso diventare un artista e rendere bella la vita di qualcuno. Posso diventare protagonista della mia vita perché ho avuto un’intuizione riguardo a qualcosa che ora non c’è, ma che si può realizzare in una forma più bella proprio attraverso di me:
Perché senza bellezza non possiamo vivere?
Perché la bellezza è il richiamo della “felicità” che sono chiamato a costruire. La parola felicità, tuttavia, crea un corto circuito nella gente che spesso che spesso ne fraintende il significato più profondo, Felicità non è sentirsi a proprio agio o soddisfare i propri desideri, è pienezza di vita. Allora, che cos’è che fa bella e piena la mia vita? La mia vita diventa bella se io rendo più belli gli altri. Nel caso della coppia, se agisco affinché la persona che amo possa acquistare quella pinezza di vita che lei stessa ha risvegliato in me attraverso l’amore. E’ questo il momento in cui si diventa, per certi versi, artisti.
In quale modo possiamo diventare gli scultori della bellezza dell’altro?
Tutto si gioca dentro il concetto di amicizia. La più grande amicizia, intima e intensa, è quella tra marito e moglie. Molte persone comprendono che alla fin fine ciò che sono lo devono all’altro/a, perché è stato l’altro/a che ha fatto uscire il genio, il santo, l’eroe che si nascondeva dentro di loro. Nella coppia la bellezza è tutta da costruire.
(Intervista a Padre José Noriega, vicepreside del Pontificio Istituto per gli studi su matrimonio e famiglia fondato da Giovanni Paolo II nel 1981)
Ci può spiegare che cos’è la bellezza nella relazione di coppia?
La bellezza è strettamente legata a qualcosa di più grande di noi. Se la vita fosse a misura delle nostre mani sarebbe troppo piccola e troppo “nostra”. La bellezza è un richiamo, un colpo al cuore che ci dice: sei creato per qualcosa di grande, la vita è più grande di te! Quando ci meravigliamo di fronte a un bel tramonto intuiamo la dimensione divina del creato. Allo stesso modo, quando ci meravigliamo della bellezza di chi amiamo, comprendiamo che essa non è riducibile solo ad una questione estetica, ma al modo di essere e di esprimersi, ai gesti della persona, che raccontano di come ci accoglie e quale posto abbiamo nel suo cuore. Giovanni Paolo II sosteneva che quando un uomo dice ad una donna “Ti amo” è come se Dio stesso dicesse “Ti amo” alla sua creatura. Ecco allora che nella bellezza dell’amato possiamo capire come Dio ci guarda, come ci accompagna , cosa fa per noi: Lo stesso Benedetto XVI nel suo discorso agli artisti ha messo in evidenza che la bellezza è la possibilità di trascendere. Quindi, rimanendo nella dimensione di coppia, possiamo dire che la bellezza dell’altro/a è la possibilità che ci viene offerta per uscire da noi stessi ed andare oltre.
A proposito di arte: possiamo dire di essere delle opere d’arte per la persona che amiamo?
Questo è il punto più delicato della questione. Mi spiego con un esempio: molti, ascoltando una sinfonia di Beethoven, pensano che non riusciranno mai a realizzare una cosa così bella. Ma sbagliano, perché – ed ecco la rivoluzione – nella coppia io posso diventare un artista e rendere bella la vita di qualcuno. Posso diventare protagonista della mia vita perché ho avuto un’intuizione riguardo a qualcosa che ora non c’è, ma che si può realizzare in una forma più bella proprio attraverso di me:
Perché senza bellezza non possiamo vivere?
Perché la bellezza è il richiamo della “felicità” che sono chiamato a costruire. La parola felicità, tuttavia, crea un corto circuito nella gente che spesso che spesso ne fraintende il significato più profondo, Felicità non è sentirsi a proprio agio o soddisfare i propri desideri, è pienezza di vita. Allora, che cos’è che fa bella e piena la mia vita? La mia vita diventa bella se io rendo più belli gli altri. Nel caso della coppia, se agisco affinché la persona che amo possa acquistare quella pinezza di vita che lei stessa ha risvegliato in me attraverso l’amore. E’ questo il momento in cui si diventa, per certi versi, artisti.
In quale modo possiamo diventare gli scultori della bellezza dell’altro?
Tutto si gioca dentro il concetto di amicizia. La più grande amicizia, intima e intensa, è quella tra marito e moglie. Molte persone comprendono che alla fin fine ciò che sono lo devono all’altro/a, perché è stato l’altro/a che ha fatto uscire il genio, il santo, l’eroe che si nascondeva dentro di loro. Nella coppia la bellezza è tutta da costruire.
(Intervista a Padre José Noriega, vicepreside del Pontificio Istituto per gli studi su matrimonio e famiglia fondato da Giovanni Paolo II nel 1981)
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