sabato 23 luglio 2011

256 - SENAPE E LIEVITO OVVERO PRESENZA SICURA E DISCRETA DEL REGNO

Per una pausa spirituale durante la XVIª settimana

Le due brevissime, deliziose parabole del granello di senape e del lievito suggeriscono lo stile della presenza del regno di Dio nel mondo. È una presenza che cresce: all’inizio minuscola, quasi invisibile, ma poi diventa un segno importante e un punto di riferimento per tanti. È una presenza discreta, che non si impone, ma che indica una direzione verso il cielo che dà valore al senso della vita umana. È una presenza di animazione del mondo che non costringe la libertà di alcuno, ma pone nei
sentieri della storia umana quei semi di Dio che portano frutto, anche se a volte in modo misterioso o invisibile.
Chiaramente nessuno identifica il regno di Dio con la Chiesa, ma questa ne vuole essere un segno, secondo la missione che Dio stesso le affida. Le intercessioni della preghiera eucaristica V evocano più volte questo aspetto della missione del popolo
di Dio: «La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo» (V/c); «In un mondo lacerato da discordie la tua Chiesa risplenda segno profetico di unità e di
pace» (V/d).
Con quale stile la Chiesa potrà e dovrà essere presente nel mondo per rispondere alla sua vocazione di segno del regno di Dio in mezzo agli uomini? La storia offre risposte differenziate mostrando una pluralità di stili di tale presenza secondo le epoche o le diverse sensibilità ecclesiali. Anche nel nostro tempo si riscontrano simili differenze che si incarnano in questo o quell’altro movimento o associazione ecclesiale e che risalgono a varie sensibilità esistenti anche nel magistero. Se qualche decennio fa si invocava una presenza ispirata al lievito, dove i cristiani nel mondo erano animatori della vita sociale portandovi le istanze evangeliche magari nel nascondimento, attualmente sembra più in voga lo stile di una presenza visibile nella società, riconducibile all’immagine del grande albero della parabola, che si traduca anche in strutture sociali, economiche, se non addirittura politiche e sindacali.
Ogni sensibilità ha ovviamente legittimità di esistere e trovare, per ogni tempo e ogni luogo, la più adeguata modalità di azione al fine di portare i semi del vangelo nel mondo; nessuno avrà la pretesa di essere ‘il Regno’, ma di porsi ‘al servizio del Regno’, rispettando la libertà di ogni persona perché Dio sia presente nella storia umana. Tutti comunque avranno il comune desiderio di essere fedeli alla parola del Signore..

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