(da Il rifugio di W. Paul Young - BUR Rizzoli)
(Seconda parte) - “Io voglio che tu ci riesca. Il perdono è prima per te, che lo amministri” rispose Pa, “per liberarti da qualcosa che potrebbe divorarti dall’interno; può distruggere la tua gioia e la tua capacità di amare pienamente e incondizionatamente. Credi che a quest’uomo importi del dolore e del tormento che hai sopportato? Forse quella consapevolezza gli fa addirittura piacere. Non vuoi che tutto questo finisca? Perdonandolo, lo libererai da un fardello che forse nemmeno sa di portare. Quando decidi di perdonare qualcuno, lo stai amando nel modo giusto.”
“Ma io non lo amo”.
“Non ora, no. Ma io sì, Mack, non per ciò che è diventato, ma per il bambino ferito che è stato reso mostruoso dal dolore. Voglio che tu abbracci la parte di te che trova più forza nell’amore e nel perdono che nell’odio.”
“Quindi vuoi dire” disse Mack, nuovamente seccato dalla piega che aveva preso il discorso, “che se io perdono quest’uomo, potrei lasciarlo giocare con Kate, l’altra mia figlia, o con la mia prima nipotina?”
“Mackenzie” disse Pa, con risolutezza. “Ti ho già spiegato che il perdono non crea un rapporto. A meno che le persone non dicano la verità su ciò che hanno fatto e cambino il loro modo di pensare e i loro comportamenti, non può stabilirsi un rapporto di fiducia. Quando perdoni qualcuno lo liberi dal giudizio, ma senza un vero cambiamento … un vero rapporto non è possibile”.
“Quindi il perdono non mi impone di fingere che non sia successo niente?”
“Come potresti? Ieri hai perdonato tuo padre. Dimenticherai mai cosa ti ha fatto?”
“Non credo”.
“ Ma ora puoi amarlo, nonostante tutto. Il suo cambiamento te lo consente. Il perdono non ti impone di fidarti della persona che perdoni. Ma se alla fine confessa e si pente, scoprirai nel tuo cuore un miracolo che ti consente di iniziare a costruire tra voi un ponte di riconciliazione. E a volte – anche se ora questo può sembrarti inconcepibile – quel ponte può addirittura ripristinare completamente la tua fiducia in quella persona.”
Mack si lasciò scivolare a terra e appoggiò la schiena alla roccia sulla quale era stato seduto. Guardò per terra. “Pa, credo di capire quello che vuoi comunicarmi, ma mi sembra che se lo perdono lui sarà libero dalla sua colpa. Come posso scusare ciò che ha fatto? Se non continuo a odiarlo, ho la sensazione di fare un torto a Missy.”
“Mackenzie, il perdono non giustifica nulla. Credimi, quest’uomo è tutt’altro che libero. Tu non hai il dovere di fare giustizia, in questa vicenda. Di questo mi occuperò io. Quanto a Missy, lei lo ha già perdonato”.
“Davvero?” Mack non alzò nemmeno lo sguardo. “Come può averlo fatto?”
“Per via della mia presenza in lei. Solo così il perdono è possibile.” (continua)
(Seconda parte) - “Io voglio che tu ci riesca. Il perdono è prima per te, che lo amministri” rispose Pa, “per liberarti da qualcosa che potrebbe divorarti dall’interno; può distruggere la tua gioia e la tua capacità di amare pienamente e incondizionatamente. Credi che a quest’uomo importi del dolore e del tormento che hai sopportato? Forse quella consapevolezza gli fa addirittura piacere. Non vuoi che tutto questo finisca? Perdonandolo, lo libererai da un fardello che forse nemmeno sa di portare. Quando decidi di perdonare qualcuno, lo stai amando nel modo giusto.”
“Ma io non lo amo”.
“Non ora, no. Ma io sì, Mack, non per ciò che è diventato, ma per il bambino ferito che è stato reso mostruoso dal dolore. Voglio che tu abbracci la parte di te che trova più forza nell’amore e nel perdono che nell’odio.”
“Quindi vuoi dire” disse Mack, nuovamente seccato dalla piega che aveva preso il discorso, “che se io perdono quest’uomo, potrei lasciarlo giocare con Kate, l’altra mia figlia, o con la mia prima nipotina?”
“Mackenzie” disse Pa, con risolutezza. “Ti ho già spiegato che il perdono non crea un rapporto. A meno che le persone non dicano la verità su ciò che hanno fatto e cambino il loro modo di pensare e i loro comportamenti, non può stabilirsi un rapporto di fiducia. Quando perdoni qualcuno lo liberi dal giudizio, ma senza un vero cambiamento … un vero rapporto non è possibile”.
“Quindi il perdono non mi impone di fingere che non sia successo niente?”
“Come potresti? Ieri hai perdonato tuo padre. Dimenticherai mai cosa ti ha fatto?”
“Non credo”.
“ Ma ora puoi amarlo, nonostante tutto. Il suo cambiamento te lo consente. Il perdono non ti impone di fidarti della persona che perdoni. Ma se alla fine confessa e si pente, scoprirai nel tuo cuore un miracolo che ti consente di iniziare a costruire tra voi un ponte di riconciliazione. E a volte – anche se ora questo può sembrarti inconcepibile – quel ponte può addirittura ripristinare completamente la tua fiducia in quella persona.”
Mack si lasciò scivolare a terra e appoggiò la schiena alla roccia sulla quale era stato seduto. Guardò per terra. “Pa, credo di capire quello che vuoi comunicarmi, ma mi sembra che se lo perdono lui sarà libero dalla sua colpa. Come posso scusare ciò che ha fatto? Se non continuo a odiarlo, ho la sensazione di fare un torto a Missy.”
“Mackenzie, il perdono non giustifica nulla. Credimi, quest’uomo è tutt’altro che libero. Tu non hai il dovere di fare giustizia, in questa vicenda. Di questo mi occuperò io. Quanto a Missy, lei lo ha già perdonato”.
“Davvero?” Mack non alzò nemmeno lo sguardo. “Come può averlo fatto?”
“Per via della mia presenza in lei. Solo così il perdono è possibile.” (continua)
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