martedì 26 luglio 2011

260 - IL PERDONO - Terza giornata

(da Il rifugio di W. Paul Young - BUR Rizzoli)
(Terza parte) - Mack sentì che Pa si sedeva per terra, accanto a lui, ma continuò a tenere gli occhi bassi. Le braccia di Pa lo strinsero, e lui cominciò a piangere. “Sfogati” sussurrò Pa, e lui non se lo fece ripetere. Chiuse gli occhi, senza cercare di trattenere le lacrime. I ricordi di Missy gli invasero la mente; libri da colorare, pastelli, un abitino rosso strappato. Pianse finché non sentì di avere sciolto tutta l’oscurità, tutta la nostalgia e il senso di perdita, finché non restò più niente.
Con gli occhi chiusi, dondolando davanti e indietro, supplicava: “Aiutami, Pa. Aiutami! Cosa devo fare? Come faccio a perdonarlo?”
“Diglielo”.
Mack alzò lo sguardo, quasi aspettandosi di trovarsi davanti un uomo che non aveva mai visto, ma non c’era nessuno.
“Come, Pa?”
“Dillo ad alta voce. C’è grande potere, nelle dichiarazioni dei miei figli”.
Mack iniziò a bisbigliare, dapprima meccanicamente, poi con sempre maggiore convinzione. “Ti perdono. Ti perdono. Ti perdono”.
Pa lo strinse a sé. “Mackenzie, sei una tale gioia”.
Quando Mack riuscì a ricomporsi, Pa allungò una pezza umida perché si rinfrescasse il viso. Poi si alzò, su gambe malferme.
“Caspita!” disse, la voce rotta, cercando inutilmente parole per descrivere il viaggio emotivo appena compiuto. Si sentiva vivo. Restituì a Pa la pezza e chiese: “Allora non è sbagliato, che io ce l’abbia ancora con lui?”.
Pa rispose subito: “Ma certo! Ciò che ha fatto è terribile. Ha procurato immenso dolore a molti. Ha sbagliato, e la rabbia è la reazione giusta a un torto così terribile. Ma non lasciare che rabbia, dolore e senso di perdita ti impediscano di perdonarlo e di togliere le mani dal suo collo”.
Poi sollevò lo zaino e se lo rimise in spalla. “Figliolo, forse dovrai dichiarare il tuo perdono cento volte il primo giorno, e il secondo, ma al terzo saranno già meno, e con il tempo ti renderai conto di aver pian piano perdonato completamente. E un giorno ti scoprirai a pregare per il suo benessere e ad affidarlo a me, perché il mio amore bruci in lui ogni vestigia di corruzione. Per quanto in questo momento ti sembri incomprensibile, forse un giorno conoscerai quest’uomo sotto una luce del tutto nuova”.
Mack fece una smorfia, ma per quanto le parole di Pa gli facessero contrarre lo stomaco, nel suo cuore sapeva che rispondevano al vero. Si alzarono insieme, e Mack si avviò verso il sentiero, per tornare da dove erano venuti …”Grazie” fu tutto ciò che riuscì a dire a Pa, mentre gli occhi gli si riempivano nuovamente di lacrime. “Odio fare così … piangere, biascicare come un idiota, tutte queste lacrime …” si lamentò.
“Oh, piccolo” disse Pa, teneramente. “Non sminuire mai le meraviglie delle tue lacrime. Sono acque guaritrici e sorgente di gioia. A volte sono le parole migliori cher il cuore possa pronunciare.”
Mack fece un passo indietro e lo guardò negli occhi. Non aveva mai fissato tanta pura bontà d’animo, tanto amore, speranza e gioia vitale. “Ma tu hai promesso che un giorno non ci saranno più lacrime, giusto? Non sai come aspetto quel momento.”
Pa sorrise, gli sfiorò il viso con il dorso delle dita e gli asciugò le gote dal pianto. “Mackenzie, questo mondo è pieno di lacrime, ma se ricordi bene ho promesso che sarei stato io ad asciugartele”.

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