Ai grandi problemi umani, anche oggi assillanti, Gesù non chiede soluzioni che sono sproporzionate rispetto alle nostre forze e possibilità. Ci chiede di accettare la nostra condizione di creature e il nostro limite, ma nonostante ciò di condividere con i più sprovveduti quel poco che abbiamo.
La folla che si pone in ricerca ha bisogno di incontrare il volto di un uomo che non risponda alle domande solo perché «è il suo mestiere». La folla ha bisogno del «miracolo di Dio», della presenza del Figlio del Padre, per poter trovare il volto della compassione, della gratuità dell’amore.
Proprio di fronte all’offerta gratuita del banchetto imbandito da Dio (l’Eucarestia domenicale) la nostra libertà è sollecitata a dare il suo assenso e a mettere a disposizione per la condivisione i propri “cinque pani e due pesci”. La condivisione non è una condizione per la partecipazione al banchetto, ma è la conseguenza della partecipazione al banchetto. Come dice un Padre della Chiesa, noi non possiamo condividere il Pane di vita-Cristo e poi restare estranei l’uno dall’altro nei beni della mensa familiare e quotidiana. Come Dio dona totalmente suo Figlio per saziare la nostra fame di verità e di amore, così anche noi dobbiamo sapere condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo con i fratelli a noi vicini e con quelli lontani.
Ancora ai giorni nostri non è raro trovare uomini e donne che cercano disperatamente la consolazione alle proprie angosce, investendo grandi quantità di danaro e rivolgendosi a persone che si professano ‘profeti’ diagnosticando ‘malocchi’, oppure prevedendo il futuro a partire dalla lettura di ‘carte’ e di ‘mani’. Il mistero cristiano, per contro, offre invece gratuitamente libertà, gioia e speranza nella fonte vera della consolazione, che è il Signore Gesù: tale proposta gratuita molto spesso non annienta la croce, ma aiuta a viverla e a darle un senso alla luce di Gesù che, come dice la lettera agli Ebrei, viene esaudito – e quindi vince la sua prova – affidandosi a Dio stesso.
Preghiera - Tu hai compassione della folla della gente che ti ha cercato, della gente che ti ha seguito, della gente che ti ascolta e ti porta i suoi malati perché tu li guarisca, della gente che non si preoccupa neppure più del pane pur di stare con te. Per questo, Gesù, offri loro un segno destinato a nutrire non solo i loro corpi, ma anche la loro speranza. Spezzi per loro quel poco che ti viene messo tra le mani, cinque pani e due pesci, e li fai mangiare a sazietà.
Signore Gesù, desta nel mio cuore una compassione autentica per tutti quelli che provano il desiderio di Dio, per tutti quelli che si mettono in cammino per trovare un senso alla loro vita, per quanti non sopportano più di percorrere le strade del mondo
disorientati e smarriti.
Signore Gesù, insegnami a spezzare con loro quel poco che ho tra le mani: il mio tempo, le mie risorse, quello che tu mi hai affidato. E a offrire il tuo Pane, l’unico cibo che può saziare la nostra esistenza.
La folla che si pone in ricerca ha bisogno di incontrare il volto di un uomo che non risponda alle domande solo perché «è il suo mestiere». La folla ha bisogno del «miracolo di Dio», della presenza del Figlio del Padre, per poter trovare il volto della compassione, della gratuità dell’amore.
Proprio di fronte all’offerta gratuita del banchetto imbandito da Dio (l’Eucarestia domenicale) la nostra libertà è sollecitata a dare il suo assenso e a mettere a disposizione per la condivisione i propri “cinque pani e due pesci”. La condivisione non è una condizione per la partecipazione al banchetto, ma è la conseguenza della partecipazione al banchetto. Come dice un Padre della Chiesa, noi non possiamo condividere il Pane di vita-Cristo e poi restare estranei l’uno dall’altro nei beni della mensa familiare e quotidiana. Come Dio dona totalmente suo Figlio per saziare la nostra fame di verità e di amore, così anche noi dobbiamo sapere condividere ciò che siamo e ciò che abbiamo con i fratelli a noi vicini e con quelli lontani.
Ancora ai giorni nostri non è raro trovare uomini e donne che cercano disperatamente la consolazione alle proprie angosce, investendo grandi quantità di danaro e rivolgendosi a persone che si professano ‘profeti’ diagnosticando ‘malocchi’, oppure prevedendo il futuro a partire dalla lettura di ‘carte’ e di ‘mani’. Il mistero cristiano, per contro, offre invece gratuitamente libertà, gioia e speranza nella fonte vera della consolazione, che è il Signore Gesù: tale proposta gratuita molto spesso non annienta la croce, ma aiuta a viverla e a darle un senso alla luce di Gesù che, come dice la lettera agli Ebrei, viene esaudito – e quindi vince la sua prova – affidandosi a Dio stesso.
Preghiera - Tu hai compassione della folla della gente che ti ha cercato, della gente che ti ha seguito, della gente che ti ascolta e ti porta i suoi malati perché tu li guarisca, della gente che non si preoccupa neppure più del pane pur di stare con te. Per questo, Gesù, offri loro un segno destinato a nutrire non solo i loro corpi, ma anche la loro speranza. Spezzi per loro quel poco che ti viene messo tra le mani, cinque pani e due pesci, e li fai mangiare a sazietà.
Signore Gesù, desta nel mio cuore una compassione autentica per tutti quelli che provano il desiderio di Dio, per tutti quelli che si mettono in cammino per trovare un senso alla loro vita, per quanti non sopportano più di percorrere le strade del mondo
disorientati e smarriti.
Signore Gesù, insegnami a spezzare con loro quel poco che ho tra le mani: il mio tempo, le mie risorse, quello che tu mi hai affidato. E a offrire il tuo Pane, l’unico cibo che può saziare la nostra esistenza.