mercoledì 15 settembre 2010

56 - Una settimana con il capolavoro Figlio prodigo di Rembrandt

Mercoledì: Il figlio più giovane

Ogni volta che guardo il figlio prodigo che si inginocchia davanti al padre e affonda il viso contro il suo petto, non posso che scorgere in lui l’artista, un tempo così sicuro di sé e venerato, giunto alla dolorosa consapevolezza che tutta la gloria da lui attinta non è che vana gloria. Invece dei ricchi indumenti della partenza, ora indossa soltanto una lacera sottoveste che copre il suo corpo emaciato, e i sandali, coi quali ha tanto camminato, sono ormai consunti e inservibili.
Il dipinto di Rembrandt non rivela nessun movimento esterno…è un dipinto di assoluta immobilità. Il fatto che il padre tocchi il figlio è una benedizione perenne, il figlio che riposa sul petto del padre è una pace eterna. “Il momento dell’accoglienza e del perdono nell’immobilità della sua composizione dura all’infinito. Il movimento del padre e del figlio parla di qualcosa che non passa ma dura per sempre”. “Il gruppo padre e figlio esternamente è quasi immobile, ma all’interno è estremamente dinamico …la storia si occupa non dell’amore umano di un padre terreno … ciò che si intende ed è qui rappresentato sono l’amore e la misericordia divini nella loro forza di trasformare la morte in vita”.
Il giovane abbracciato e benedetto dal padre è un uomo povero, molto povero. Ha abbandonato la propria casa con tanto orgoglio e denaro, deciso a vivere la sua vita lontano dal padre e dalla famiglia. Ritorna con niente: il denaro, la salute, l’onore, il rispetto di sé, la reputazione … ogni cosa è stata sperperata. Il figlio inginocchiato non ha nessun mantello. La tunica consunta, marrone chiaro, copre appena il suo corpo esausto e sfinito dal quale è scomparsa ogni forza. Le piante dei piedi raccontano la storia di un viaggio lungo ed umiliante. Il piede sinistro, sfilato dal sandalo logoro, è segnato da cicatrici. Il piede destro, solo in parte coperto da un sandalo scalcagnato, parla anch’esso di sofferenza e miseria. E’ un uomo spoglio di tutto …eccetto di una cosa, la spada. L’unico segno di dignità che gli rimane è la piccola spada che gli pende dal fianco – l’emblema della sua nobiltà. Pur in mezzo alla degradazione, non ha perso del tutto la consapevolezza di essere ancora il figlio di suo padre. Diversamente avrebbe venduto la spada di grande valore, simbolo della sua condizione di figlio. La spada è lì a mostrare che, quantunque sia tornato atteggiandosi come un mendicante e un proscritto, non ha dimenticato di essere ancora il figlio del proprio padre. E’ stata questa condizione di figlio ricordata e soppesata a persuaderlo finalmente a tornare a casa.

(Queste riflessioni sono tolte dal libro di Henri J.M. Nouwen
L’abbraccio benedicente - Editrice Queriniana)

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