sabato 27 ottobre 2012

443 - “CHE IO ABBIA LA VISTA!” - 28 OTTOBRE 2012 – XXXª Domenica Tempo ordinario

(Genesi 31,7-9 Ebrei 5,1-6 Marco 10,46-52)

Quella di Bartimeo, il cieco di Gerico, di avere la vista, non è una richiesta qualsiasi, una domanda a mezza voce: Bartimeo grida. C’è chi vorrebbe farlo tacere perché forse ritiene un po’ eccessive le sue parole: chiama Gesù ‘Messia’ e chiede il miracolo…
Ma quest’uomo, che siede lungo la strada a mendicare, non si dà per vinto, anzi continua a gridare ancora più forte. Non è un grido qualsiasi. Contiene in sé l’espressione di una speranza forte, tenace, riposta in Colui che viene riconosciuto come il «Figlio di Davide», il Messia atteso. Grida perché ha sentito che passava Gesù: è questa presenza che motiva il suo grido. E si capisce bene perché egli lanci verso di lui la sua invocazione, colma di speranza, di attesa, di desiderio. Non è un grido unico, dettato da una breve emozione, ma un grido continuo, che non accetta di essere tacitato, fermato, ma che si fa sempre più forte, perché sempre più intenso è il desiderio che lo muove.
Gesù lo fa chiamare e lui non se lo fa ripetere due volte: non c’è impaccio che possa trattenerlo, quest’uomo che non ci vede balza letteralmente in piedi e si fa condurre da Gesù. L’incontro, però, non manca di stupire. Sì, perché Gesù gli chiede una cosa che sembra ovvia: «Che cosa vuoi che ti faccia?». E che cosa potrebbe desiderare un cieco che brancola nel buio di una notte che non finisce mai? «Che io riabbia la vista». È solo allora che Gesù fa il miracolo. L’incontro, tuttavia, non ha dato solo la vista ad un cieco, ma ha cambiato la vita ad uno che è diventato discepolo: «prese a seguirlo per la strada».
Un grido, un grido che si fa sempre più forte; un balzo verso Gesù quando lui chiama; una richiesta, un gesto di amore che è gesto di guarigione: ecco la storia di un cieco a cui viene donata la vista, ma non solo quella degli occhi.
Viene da domandarsi: qual è la molla che mette in movimento tutta la scena? Cos’è che provoca quest’incontro che lascia un segno per sempre? La risposta ce la dà Gesù stesso: «La tua fede ti ha salvato!».
Oggi, come duemila anni fa, Gesù passa. Tutto può restare come prima. La folla che lo accompagna rimane la folla di sempre, curiosa e chiacchierona, facile ad entusiasmarsi e a dimenticare. E i ciechi possono restare lì, al loro posto, come se nulla fosse avvenuto. Ma chi grida, prima o poi Gesù lo incontra.

PREGHIERA - Ha gridato, Bartimeo, con tutta la sua voce. Ha continuato a farlo anche quando volevano ridurlo al silenzio. Ti ha gridato la sua fede, ha invocato la tua misericordia, ti ha chiesto di fermarti, di strapparlo alla sua condizione di cieco, di mendicante. Perché, Gesù, non ho anch’io il coraggio di gridarti il mio desiderio di essere guarito, sanato, di poter finalmente vedere la luce?
Donami, dunque, lo stesso coraggio di Bartimeo, donami la sua ostinazione nel chiederti di intervenire, ma anche la determinazione con cui abbandona ogni cosa per balzare e venire da te. Donami la sua fiducia, che non si arrende al primo ostacolo, donami la sua franchezza nel domandarti di essere tolto al dominio delle tenebre e consegnato di nuovo alla luce.
E donami anche la gioia di poter seguirti, senza incertezze, sulla strada che porta a Gerusalemme.

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